Più passano i giorni e più mi
convinco che l’UDC, anche quello regionale, non ha ancora superato la batosta
elettorale delle recenti elezioni politiche.
Non si spiegherebbe altrimenti la
sua pedissequa posizione di subordinazione nei confronti del presidente
Crocetta che sta imponendo alla coalizione le sue scelte ed i suoi uomini per
realizzare un progetto strategico che non ci appartiene.
Crocetta, che si muove secondo
una sua visione personale, sta monopolizzando la politica regionale e occupando
le istituzioni mentre l’UDC sta
ripercorrendo la strada nazionale della difesa ad oltranza di Monti e, anche a
livello regionale, non mette in evidenza e non si differenzia sulle cose che
non vanno dando l’impressione di nascondersi dietro l’operato del presidente.
Questa politica ci porterà ad una
nuova sconfitta elettorale se non si evidenzierà la nostra proposta politica,
la nostra incidenza nel contesto regionale, la nostra peculiarità politica, il
nostro modo di essere come partito e la nostra presenza nel territorio.
Sull’abolizione delle province
abbiamo aspettato le ondulazioni del presidente Crocetta e solo alla fine
abbiamo timidamente detto che era una nostra vittoria averle abolite.Magari
sarà vero nei discorsi di corridoio, ma la gente non l’ha percepito.
Sulla legge elettorale abbiamo
fatto il gioco di Crocetta votando un provvedimento di basso profilo che
contempla solo un discutibile voto di genere sulla scia mediatica degli impegni
presidenziali, ma non abbiamo imposto un disegno più ampio di modifiche e di
rinnovamento. Magari diremo che il voto di genere ci appartiene, ma il marchio
lo ha messo Crocetta.
Sulle alleanze per le prossime
elezioni comunali sosteniamo la riproposizione della maggioranza regionale senza considerare le realtà locali sia dal
punto di vista politico che dei rapporti fra le classi dirigenti locali ed il
buono o cattivo governo operato.
E peggio ancora fa capolino un
presunto accordo di spartizione delle candidature a Sindaco sulla base di una
spartizione regionale dei comuni fra i partiti della maggioranza crocettiana,
con insensato allargamento a SEL, che ci riporta indietro di anni e che non ci
mete in sintonia con le richieste di trasparenza che ci chiedono gli elettori.
In questo contesto sarebbe giusto
che l’UDC facesse subito sapere il proprio pensiero sull’ipotesi di Crocetta di
nominare Ingroia ambasciatore della Sicilia a Roma perché i nostri dirigenti ed
i nostri elettori che non hanno scelto di votare o di allearsi con il movimento
politico di Ingroia devono capire con chi stanno e perché. Sul piano interno
del partito ci siamo anchilosati su una posizione di stasi continua che non
premia chi si spende per il partito e per il territorio.
Continua a privilegiare il
mantenimento di posizioni e di uomini che danneggiano il partito sul piano
della credibilità e non sono in condizione di dare alcun apporto per la sua
crescita elettorale e di proposizione chiara e rinnovata con i cittadini elettori.
Penso sia venuto il momento di un
forte chiarimento che porti ad una ripresa politica ed elettorale del partito senza perdere ulteriore tempo che sarebbe
nefasto per il proseguo di una presenza importante quale deve essere quella
dell’UDC nel contesto regionale e nazionale. PIPPO BUFARDECI ( 6.4.2013)