domenica 30 dicembre 2012

ANCHE LA USL DI SIRACUSA COME LA TOSSANI DI PACHINO VIETA AI DIPENDENTI DI ESTERNARE CON LA STAMPA SENZA AUTORIZZAZIONE

Stamattina mi sono recato alla Guardia medica di Siracusa e, mentre aspettavo presso la struttura dell'ospedale Rizza, ho letto gli avvisi e le disposizioni presenti in bacheca.
Una mi ha particolarmente colpito perchè era identica ad un'altra che recentemente sulla stampa e sulla Rete aveva fatto molto discutere e che si era verificata nel comune di Pachino.
Con propia deliberazione del 28 settembre 2012, il commissario dell'USL di Siracusa, rifacendosi a normative e disposizioni regionali, ha vietato a tutti i dipendenti sanitari di rilasciare dichiarazioni alla stampa in merito all'attività dell'Ente di cui sono dipendenti.
Qualsiasi dichiarazione deve essere autorizzata dal funzionario dirigente e trasmessa ai media tramite l'ufficio stampa ufficiale dell'Ente sanitario.
Tale e quale la dipsosizione del comune di Pachino per i propri dipendenti a firma del tanto criticato assessore Tossani.
Come si ricorderà si è gridato allo scandalo con tanto di accusa di imbavagliamento della libertà di opinione, di prese di posizione di partiti politici, sindacati, organi  ed associazioni di stampa, foto di dipendenti con cerotti in bocca e trafile di solidarietà di comuni cittadini.
Io non sono entrato prima e non entro nel merito adesso perchè trattasi di materia che non conosco.
Però non posso, da cittadino, non pormi alcune domande.
Se la più importante struttura pubblica ed il più importante gestore di un Ente, di gran lunga superiore rispetto al comune di Pachino ed all'assessore Tossani, prende un provvedimento del genere può essere tacciato di ignoranza normativa  e di incapacità gestionale?
E se fosse così perchè nessuno, partiti, stampa, pseudo intelelttuali e cittadini indignati non hanno speso nememno una parola di biasimo, disapprovazione od aprovazione?
Quindi o sono ignoranti perchè non capiscono le leggi o sono arroganti perchè, sia il commissario dell'USL Mario Zappia che la povera assessore Tossani, decidono di testa loro senza nessuna logica giuridica o qualcosa che permetta loro queste disposizioni ci deve pur essere?. 
Allo stesso modo se i cittadini di Siracusa e provincia non si sono indignati per la circolare della USL sono più o meno ignoranti nella conoscenza della normativa rispetto a quelli di Pachino che invece si sono tanto indiganti?
E che dire, cosa ancora più grave, di politici, partiti, sindacati ed associazioni varie,stampa compresa, che hanno ignorato tutto?
Mi farebbe piacere, per non dire pretenderei da cittadino, che se fossimo difronte ad un abuso, ci si indignasse ancora di più verso gli organismi della USL  che hanno più potere di bavaglio rispetto ad un piccolo assessore di un insignificante comune quale potrebbe essere Pachino.
Ma se fossimo inn presenza dell'applicazione di una normativa esistente mi piacerebeb che quanti hanno aizzato l'opinione pubblica contro la Tossani si occupassero di problemi più concreti e reali che rigurdano il territorio. 
Naturalmente dopo averli studiato per bene perchè l'improvvisazione e l'approccio umorale sono solo forieri di guai.

 

venerdì 28 dicembre 2012

LA CANDIDATURA A SINDACO DI SIRACUSA: LE STRANE PROPOSTE DI GRANATA E LA POSIZIONE DELL’UDC





Stamane la stampa riporta una dichiarazione dell’on. Fabio Granata con la quale indica nel presidente del consiglio provinciale, Michele Mangiafico , il proprio candidato a Sindaco attraverso una lista civica e tenendo presente alcune discriminanti che determinano l’accesso o meno degli altri al progetto stesso.
Indubbiamente l’on. Granata è libero di fare tutte le proposte e le strategie che ritiene utili e necessarie secondo la propria visione politica ed amministrativa anche se, facendo parte di un più ampio schieramento politico in divenire a livello nazionale, dovrebbe usare maggiore prudenza.
Quello che non capiamo è l’ostinazione di Granata a considerare i potenziali alleati, ed in particolare l’UDC, come un accessorio che si aggiunge nell’eventuale dialogo  solo a cose fatte anche se i centristi, nelle ultime elezioni regionali, sono stati il secondo partito per numero di voti nella nostra provincia.
Certo anche il gruppo dirigente UDC ci mette del suo perché, sia a livello provinciale, ma soprattutto comunale, non riesce ad incidere politicamente in rapporto alla fiducia che gli elettori gli hanno attribuito, ma questo è un argomento interno che deve essere approfondito e valutato.
Desideriamo pertanto ribadire alcuni concetti.
Non abbiamo niente contro una eventuale candidatura della persona Michele Mangiafico a Sindaco di Siracusa anche se posta in modo politicamente poco ortodossa, ma se una discriminante fondamentale, come dice l’on. Granata, è rappresentata dalla chiusura con chi ha avuto rapporti con l’attuale amministrazione Visentin qualcosa non ci quadra.
Ma Mangiafico non è uno dei maggiori esponenti del partito PID – Cantiere popolare che ha amministrato da anni la città di Siracusa e perno fondamentale dell’amministrazione Visentin?
Qual è il quadro politico che Granata vuole determinare sotto la costituzione di una lista civica che comunque non avrebbe la forza sufficiente per vincere senza il sostegno anche dei partiti?
Noi riteniamo che si tratti di una ulteriore fuga in avanti come altre degli ultimi anni per cui, nella nostra coerenza di oppositori veri e seri all’attuale Amministrazione Visentin di centro destra, proponiamo all’attenzione, delle altre forze politiche e della città, la candidatura a Sindaco di Edy Bandiera.
Sicuramente seria, competente e disponibile nel continuare  a servire la città in modo coerente con gli interessi globali senza condizionamenti di gruppi di potere più o meno consolidati.
Su questa base di serietà e di obiettività possiamo aprire il confronto per individuare uomini e programmi idonei.

martedì 25 dicembre 2012

Silvio? Oggi è diventato il nonno di Beppe Grillo

Il bestiario di Pansa


Berlusconi prova a imitare il populismo del comico, ma il suo ormai è lo show vecchio di un leader prevedibile e a fine corsa


22/12/2012
Pansa: Silvio? Oggi è diventato il nonno di Grillo


di Giampaolo Pansa
Silvio Berlusconi sembra diventato il nonno di Beppe Grillo. E ogni giorno, per un sortilegio che cercherò di spiegare, tende sempre di più ad assomigliare al nipote. Non dal punto di vista  fisico, naturalmente. Il Cavaliere è ben più anziano del capo delle Cinque Stelle. E ha un aspetto che l’incalzare dell’età, le tante ore di lavoro quotidiano indefesso, gli strapazzi pubblici e privati, rendono davvero poco bello a vedersi.
Come tutti gli esseri umani che cercano il consenso popolare, Berlusconi è sempre stato molto attento alla propria faccia. La voleva perfetta, giovanile, attraente, persino sexy. Ma oggi il suo volto è un disastro. Coperta in eccesso dal  cerone, la pelle sembra di cartapesta. Gli occhi sono ridotti a fessure dentro una maschera troppo tesa allo scopo di nascondere le zampe di gallina. Le orecchie risultano tanto diafane da apparire ali di farfalla. I denti sono rovinati e rendono pericolosi i sorrisi.
Diciamo la verità: Grillo non è più un ragazzo, ma sembra davvero il nipote del Cavaliere. Questa estate ha persino attraversato a nuoto lo stretto di Messina per comiziare in Sicilia. Ma allora in che cosa Silvio è identico a Beppe? Soprattutto nella voglia di mostrarsi uguale a lui. Lo dice il populismo berlusconiano, greve, pesante, cupo, un’imitazione di quello grillino, più fantasioso e goliardico.
Berlusconi è sempre stato affascinato da Grillo. Nel settembre di quest’anno, partecipando alla crociera dei lettori del Giornale, in un lungo colloquio con Alessandro Sallusti di fronte alla platea dei naviganti, il Cavaliere aveva rivelato di studiare con attenzione i comizi di Grillo. Li riteneva spettacoli perfetti, con uno schema che non cambiava mai, sorretti da battute sempre uguali. Secondo Berlusconi era un copione scritto da qualcun altro, però molto efficace. Tanto da convincere Silvio ad adottarlo per farne l’arma vincente della propria campagna elettorale.
Lo spettacolo del Cavaliere crocerista veniva recitato quando la crisi del governo Monti era ancora lontana. Ma sin da quel momento Silvio ha iniziato a presentare il copione che in seguito avrebbe offerto di continuo al pubblico. Lo attestano le pagine del Giornale del 17 settembre. Via l’Imu, ho abolito l’Ici e toglierò anche la nuova tassa sulle case. Basta con i sacrifici e le imposte che deprimono la crescita. Ribellione ai diktat della Merkel. Guerra all’Europa che ci schiavizza. Condanna dei tecnici che si accucciano davanti alla Germania. E via delirando, sino a immaginare l’uscita dell’Italia dall’area dell’euro.
La campagna elettorale di oggi è la crociera di settembre, moltiplicata, indurita, rivolta agli italiani che mangiano televisione e vivono con la radio accesa. È su questi media che il grillismo di Berlusconi appare in tutta la sua geometrica potenza. Ma svela anche i lati deboli del Cavaliere 2012.  
Il Silvio di questa fine d’anno è molto diverso dal Silvio sceso in campo nel 1994 e pure nel 2008. Adesso è un attore spompato che replica uno show già visto troppe volte. È permaloso («Monti non mi ha nemmeno telefonato per ringraziarmi di avergli proposto la guida dei moderati»). È bugiardo («Sono io che ho chiesto ai popolari europei di invitare Monti»). È spaccone («Il centro di Casini è soltanto un centrino»). È vendicativo, perché si propone di fare polpette dei parlamentari tentati di abbandonarlo. È insultante («Monti si fa guidare dalla Merkel»).
Ma è soprattutto un leader disperato. Nel 2007 aveva costruito una  bomba nucleare, il Pdl, che gli era servita per il trionfo elettorale del 2008. Quattro anni dopo quell’arma non esiste più. È diventata un residuato bellico. Incrinato da molte fughe individuali, come quella di Gianfranco Fini e dei suoi fedeli, e oggi dalla scissione pesante dei Fratelli d’Italia che si portano via una fetta robusta di Alleanza nazionale. Con il contorno malvagio di sondaggi da funerale.
Tuttavia, credo che la disperazione più profonda del Cavaliere venga dal constatare che la fortuna lo ha abbandonato. Alla vigilia del 1994, Silvio era un grande imprenditore televisivo rispettato da mezzo mondo. Aveva un seguito grandioso di tifosi che amavano le sue tivù. Era portato in palma di mano dall’intera business community, ossia da tanti padroni del vapore. Oggi è l’ombra di se stesso. A conferma di una verità implacabile: non si può essere l’uomo di tutte le stagioni.
A rovinarlo non sono stati soltanto gli eccessi con ragazze pimpanti. La sua vera sconfitta è l’incapacità di concretare la rivoluzione liberale sempre promessa e mai attuata. Insieme al vizio innato di non dire la verità, quando gli conviene sostenere il falso. Molti ricorderanno che cosa affermava nell’autunno 2011, mentre la tempesta globale stava già assalendo l’Italia: «La crisi non esiste. I ristoranti sono strapieni e gli aerei tutti prenotati». Adesso è un ex potente, ridotto a mendicare una comparsata da Michele Santoro, il televisionista che impose di cacciare dalla Rai con l’editto bulgaro.
La speranza di essere ammesso al talk show santorista svela un’altra delle piaghe che affliggono il berlusconismo odierno. È l’ideologia debole fondata sull’illusione che le presunte virtù di un capo servano da sole a vincere la guerra elettorale. Eppure lo stare molto in tivù accresce il rischio di commettere errori. E induce una noia profonda per un vecchio leader che ripete le stesse battute.
Nel Cavaliere odierno tutto è prevedibile. Si può essere certi che se il premier Monti deciderà davvero di non candidarsi, Silvio sarà il primo a urlare: «È merito mio!». Si affannerà a spiegare che l’uscita di scena del Professore e dei suoi tecnici è un bene per l’Italia, poiché sono loro ad aver mandato il Paese in recessione. E troverà chi è pronto a dargli spago. Il nostro è un curioso Paese. Dove non mancano quelli che dovrebbero congratularsi con il vigile del fuoco che li ha salvati da un incendio distruttivo e invece si dichiarano felici di veder sparire la squadra dei pompieri.
Monti sì o Monti no, sotto gli occhi di tutti c’è una tragica realtà. Il sistema politico italiano non è più in equilibrio. Sul versante di sinistra esiste un asse robusto costituito dal Pd di Bersani e dalla Sel di Vendola. Quel campo sarà dominato da loro, non certo dagli Arancioni guidati dal fosco pubblico ministero Ingroia. Il centro, se davvero risulterà orfano di Monti, è destinato a contare poco. Sul versante di destra non vedremo nessuna formazione in grado di offrire agli elettori una forza moderata in grado di aspirare al governo. Ci sarà il superstite Berlusconi, il partito degli ex An appena fondato da La Russa, la Lega di Maroni, più qualche altra parrocchietta.  Molto lontani da un’alleanza che li unisca per davvero.
Per il Cavaliere sarà assai difficile vincere. Si troverà schiacciato tra le Cinque stelle di Grillo e la sinistra di Bersani. Il blocco del Pd più Sel è simile alla Juventus di Antonio Conte: ha fame di vittoria, la sente vicina e cercherà di mandare al tappeto tutti gli avversari, con ogni mezzo.
Se davvero andrà così, le elezioni del 2013 saranno la tomba di Berlusconi. E allora, forse, il Cavaliere metterà giudizio. Dopo tante battaglie, potrà riposarsi. La sua solitudine personale è finita. Ha trovato anche una fidanzata molto giovane, evento non disprezzabile per un signore di 76 anni. Si prenda cura di lei e di se stesso. Il Bestiario gli augura buona fortuna.

lunedì 17 dicembre 2012

LA POLITICA E LE MEZZE CARTUCCE





La difficile situazione politica, economica e sociale che sta attraversando il nostro paese, non può avere risposte facili  da parte di politici improvvisati.
Questa difficoltà obiettiva che dà spazio e fiato all’antipolitica necessita di politici seri, responsabili, capaci di rapportarsi con il territorio e di sapere interpretare le istanze dei cittadini che rappresentano.
Quindi non ci deve essere più spazio per politici improvvisati, mezze cartucce o peggio ladri e collusi che operano nell’esclusivo interesse delle loro aspirazioni.
In vista delle elezioni politiche importantissime e delle varie rappresentanze negli Enti locali deve spingere i partiti ad effettuare una selezione dei loro candidati la più seria possibile individuando le persone più rappresentative e capaci di dare vita ad una nuova politica con la A maiuscola.
Questo, mentre lo chiediamo come fatto generale, lo dobbiamo pretendere dai partiti in cui militiamo ed operiamo ai vari livelli.
In particolare lo chiedo al mio, l’UDC, di accantonare le mezze cartucce e di selezionare una  vera, preparata, onesta e seria classe dirigente.
Non può essere più tempo per le mezze cartucce che si annidano ancora all’interno dei partiti per aspirare a posti e ruoli nella società che  altrimenti non potrebbero mai avere. Le mezze cartucce del mio partito sono avvisate.

sabato 8 dicembre 2012

In politica da cristiani senza bipolarismi forzati
​ Il Movimento cristiano lavoratori (Mcl) rilancia la sfida. In politica e nella società si può e si deve stare da cristiani. Soprattutto in un tempo come il nostro, segnato dalla crisi. L’appello, che fa eco a quelli del Papa e dei vescovi, è risuonato ieri nel convegno organizzato a Roma per concludere le celebrazioni del quarantennale di fondazione del Movimento. Appello a più voci, perché a quella del presidente nazionale Carlo Costalli, si sono aggiunti gli interventi del ministro per i Beni e le attività culturali, Lorenzo Ornaghi, e di diversi docenti dell’Università Cattolica, nella tavola rotonda moderata dal direttore di Avvenire, Marco Tarquinio.

Al centro dei lavori un libro, curato da Evandro Botto e intitolato «Nel mondo perché cristiani», che ripercorre i primi 40 anni di Mcl. Ma la storia è stata un valido pretesto per aprire ampi squarci sulla cronaca. Perché, come ha sottolineato Ornaghi nel suo saluto filmato (il ministro ieri era a Milano per impegni istituzionali), «Mcl si colloca sul crinale tra politica e società. Crinale talvolta aspro, ma comunque fondamentale».

Per questo motivo, ha aggiunto, «l’odierna stagione storica richiede un ulteriore deciso passo ai cattolici impegnati in politica, nel sociale, in ambito culturale». Serve «coerenza», ha raccomandato, e occorre «evitare il bipolarismo dei valori, come se stare dalla parte di vita e famiglia fosse di ostacolo all’impegno sociale e viceversa». Al contrario, invece, è necessario «creare sinergie e alleanze» all’interno del mondo cattolico e con forze esterne, per «cercare soluzioni stabili e giuste per questioni come l’occupazione, le politiche per la famiglia, la cooperazione internazionale, l’integrazione e lo sviluppo sostenibile».

In sostanza, ha sintetizzato Costalli, «la crisi che viviamo chiama tutti i cattolici a tornare ad assumersi la responsabilità del bene comune, anche attraverso l’impegno diretto nelle istituzioni dove può essere utilmente impegnata una classe dirigente preparata ed eticamente motivata».

Di qui l’invito a guardare anche le opportunità del momento attuale. Per il sociologo Giancarlo Rovati, «recenti ricerche dimostrano che gli italiani più che disinteressati alla politica, ne sono delusi». Dunque, «ci sono le premesse non solo per l’antipolitica, ma anche per nuove forme di politica vera. E a chi saprà interpretare questa esigenza gli elettori daranno il loro voto». Lo stesso vale per il mondo del lavoro. Far dialogare quest’ultimo con scuola e università è, per il giuslavorista Michele Tiraboschi, la strada maestra per offrire ai giovani possibilità occupazionali.
E in rapporto all’Europa, ha aggiunto Vittorio Emanuele Parsi, «la crisi può spingerci a tirar fuori le nostre energie più belle». Servono però formazione – «una strada che Mcl ha imboccato con decisione fin dalla sua nascita», ha detto lo storico Daniele Bardelli – e «costante riferimento alla Dottrina sociale della Chiesa» (Evandro Botto). In definitiva, ha concluso Tarquinio, «è l’ora di un contributo dei cattolici alla vita pubblica il più possibile convinto e coeso».

Mimmo Muolo 
 
( DA AVVENIRE )

martedì 4 dicembre 2012

PEPPE CAMPISI NUOVO ASSESSORE A PACHINO

L'ex Sindaco di Pachino, Peppe Campisi, è stato nominato questa mattina nuovo assessore della Giunta di Paolo Bonaiuto e farà il suo esordio stasera nel consiglio comunale che era stato già convocato. A mio avviso quella di Peppe Campisi è una buona scelta perchè, al di là del giudizio politico sulla sua sindacatura, si tratta di persona seria ed esperiente che, in questo momento, può dare un contributo positivo alla difficile situazione comunale.

domenica 2 dicembre 2012

DIREZIONE PROVINCIALE UDC GIOVEDI' 6 ORE 19,30

Una nuova direzione provinciale dell'UDC di Siracusa è stata convocata per giovedì 6 dicembra alle ore 19,30.
All'ordine del giorno la riorganizzazione del partito e la nomina dei dipartimenti.
La lettura degli argomenti fa pensare ad una riunione di routine, ma non dovrebbe essere così perchè vanno ancora approfonditi i temi politici del dopo elezioni regionali e le linee guida in vista delle prossiem scadenze sia politiche che amministrative.
Questo partito deve subito uscire dalle logiche dei retaggi piccoli o grandi e dei traumi post elettorali e ritrovare la serenità delle decisioni perchè il suo posizionamento, quale seconda forza elettorale della provincia, non può dare spazio alle improvvisazioni o al dilettantismo.
In questa logica è necessario pensare ad una organizzazione del partito che abbia un senso politico e di prospettiva.
Per questo ritengo che la direzione provinciale dovrà dare le indicazioni di massima su come gestire questa riorganizzazione e lasciare alla competenza dei dirigenti responsabili l'esame dellle decisioni più idonee affinchè i gruppi dirigenti ,confermati o nuovi, siano indirizzati nella logica di un partito serio che sceglie una gestione comune e condivisa per un progetto politico e non di galoppinaggio elettorale.

giovedì 22 novembre 2012

A SIRACUSA I NO VALGONO 1.6 MILIARDI

SIRACUSA. Dal nostro inviato
La lista dei no l'hanno fatta i sindacalisti della Cisl. E il risultato pone subito la provincia di Siracusa ai vertici di una ipotetica classifica nazionale dei territori in cui più volte è stato detto di no a investimenti che avrebbero portato occupazione. In totale, secondo stime della Cisl, oltre 1,6 miliardi sono stati stoppati da lungaggini burocratiche e veti politici facendo mancare all'appello quasi 3mila posti di lavoro. Così Siracusa rischia di diventare un caso di scuola su come la politica, una burocrazia cieca e sorda e, a volte, persino incoffessabili richieste da parte di politici e amministratori abbiano fatto diventare una delle aree più ricche e evolute del nostro Paese una zona poco appetibile per gli investimenti nazionali e internazionali. Nella provincia dei no può avvenire e avviene che il Piano paesistico regionale sia esteso anche alla zona industriale: i vincoli obbligano chiunque a ottenere il via dalla Soprintendenza. «Una follia» dicono gli imprenditori.
Gli ultimi ad andarsene sono stati gli olandesi della Shell i quali dopo aver aspettato per sette anni il via libera alla costruzione del rigassificatore dopo il no dell'ex presidente della Regione Raffaele Lombardo hanno dichiarato di non essere più interessati. Qualche mese prima erano stati i loro soci della Erg, con cui la Shell aveva costituito la società Ionio gas, a mollare. La mancata costruzione del rigassificatore ha fatto perdere investimenti per 800 milioni, circa 2.000 posti di lavoro nella fase di cantiere e circa 200 addetti a regime. «Con l'annuncio di Shell si conclude un lungo percorso iniziato nel lontano 2005 che ha attraversato innumerevoli fasi anche di ostilità poste da istituzioni, associazioni, comitati, spesso legate a diverse visioni politiche, nonostante sia stato da anni completato un rigido percorso autorizzativo, nel pieno rispetto della legalità e delle norme più severe – è l'amaro commento del presidente di Confindustria Siracusa Aldo Garozzo – . È amaro oltre che inconcepibile ascoltare come il gotha della politica europea si affanni per mettere in campo azioni e iniziative per attrarre investitori esteri quando nella nostra provincia si lasciano letteralmente sfuggire occasione di investimento privato sia nel settore dell'industria sia nel settore del turismo. Chi è preposto alla pianificazione del territorio dica una volta per tutte che tipo di sviluppo si prevede per questa provincia indicando anche come realizzare le iniziative imprenditoriali nell'interesse generale».
Qualche settimana fa i dirigenti della Lukoil, la multinazionale russa che dalla Erg ha rilevato l'80% delle quote della raffineria Isab, sono venuti a Siracusa per definire i piani di investimento. In questo clima di incertezza si è diffusa la voce che fossero venuti ad annunciare il possibile disimpegno con la chiusura delle raffinerie e la trasformazione in depositi costieri. Ipotesi smentita dalla società ma nessuno smentisce che sia stata fatta una valutazione negativa sulle condizioni di carattere istituzionale esistenti nel siracusano e in generale in Sicilia e e sull'elevata instabilità politica e amministrativa. «Non solo i comuni interessati dalla zona industriale ma anche la pubblica amministrazione regionale – dice il segretario provinciale della Cisl Paolo Sanzaro – devono fare in modo che la burocrazia non allontani gli investitori». I quali hanno bisogno di certezze.
Perché poi a Siracusa ci sono fatti paradossali. Si dice di no agli impianti industriali perché bisogna puntare sul turismo. E poi i progetti turistici restano al palo. Come è accaduto per i due porti turistici: uno del gruppo Acqua Marcia (Marina di Archimede) e l'altro che fa capo all'imprenditore siracusano ed ex presidente di Confindustria Alvaro Di Stefano. Valore complessivo degli investimenti: 190 milioni. Il primo bloccato a causa di mancati interventi da parte del comune mentre il secondo fermo all'iter autorizzativo. O ancora per l'investimento programmato dalla società Elemata Maddalena di costruire nella zona della Maddalena appunto un resort da 220 posti con le insegne della lussuosa catena internazionale Four Season: al progetto si oppongono alcuni comitati locali mentre la Regione nel 2011, nonostante ricadesse su aree edificabili da sempre, vi ha istituito una riserva naturale impedendo l'avanzamento del progetto che è stato rimodulato con una riduzione del 40% e ora al vaglio del Consiglio regionale per il paesaggio che dovrà esprimersi. Il progetto vale 300 milioni e gli investitori non fanno mistero di volgere lo sguardo altrove: investire in Sicilia, anche nel turismo – dicono – equivale ad immobilizzare risorse economiche senza alcuna certezza dei tempi di valutazione amministrativi.

( Da il Sole 24 Ore )

sabato 17 novembre 2012




IL DOPO ELEZIONI FRA SCONFORTO ED EUFORIA
La battaglia elettorale è ormai terminata e si contano solo morti e feriti.
Però il campo di battaglia, come naturale, sta scemando in quanto inizia un periodo di riassestamento in attesa di altre battaglie su fronti diversi anche se, in molti casi, paralleli.
Innanzi tutto abbiamo assistito ad un semi sconvolgimento degli equilibri partitici siracusani se si considera che vi è adesso una forte presenza dei grillini, una scomparsa sul piano della rappresentanza politica regionale dei lombardiani con la non elezione di Pippo Gennuso e dei miccicheniani con Titti Bufardeci che non è riuscito ad ottenere il quorum necessario all’assegnazione del seggio provinciale.
Fa da contraltare la presenza di Zito quale rappresentante del Movimento 5 stelle e di Pippo Sorbello in rappresentanza del nuovo UDC che aveva visto l’abbandono del partito da parte dell’unico deputato Pippo Gianni e del notaio Gianbattista Coltraro che ha ottenuto il seggio della lista Crocetta.
Non sono riusciti a garantirsi la riconferma  anche gli ex eletti del PD De Benedictis e Bonomo nonché il subentrato dell’ex UDC  Nunzio Cappadona oltre naturalmente allo stesso Pippo Gennuso che, sicuramente, presenterà il suo bravo ricorso al TAR.
Il PD provinciale porta a due la sua rappresentanza in quanto la candidata nel listino crocettiano, Marika Cirone De Marco, ha conquistato uno scranno a palazzo dei Normanni.
L’attuale rappresentanza si rinnova  quindi lasciando a casa ben quattro uscenti sostituendoli con quattro nuovi subentranti donandoci, statisticamente, il dato del 50% di diversità.
Naturalmente sono in molti ad augurarsi che sia la vecchia guardia che i nuovi subentranti possano operare nell’interesse della nostra provincia anche se regna un forte scetticismo che l’esperienza passata ha fortemente introdotto nella mentalità degli elettori che hanno risposto con il non voto e con una forte protesta.
Comunque la si voglia commentare questa elezione ha in se una valenza storica importante ed allarmante perché traduce la disaffezione strisciante alla politica in protesta concreta  che va esaminata con la giusta determinazione dando risposte serie e non ideologiche ai gravi problemi che la nostra provincia ha insiti nel suo tessuto sociale, economico e politico istituzionale.
Chiunque pensi che tutto può essere ricondotto alla logica gattopardiana della nostra terra non ha capito che il mondo è già cambiato e il suo essere desueto si è già concretizzato.

( Pubblicato sul settimanale Taimeut di questa settimana )

venerdì 16 novembre 2012

Corrado Bufardeci coordinatore Udc per l'area sud


Bufardeci, neocoordinatore dell´UDC


Il neo deputato regionale dell'Udc, Pippo Sorbello, ha nominato il nuovo coordinatore del partito a Pachino e Portopalo. Si tratta dell'ex assessore pachinese Corrado Bufardeci.
La nomina, assieme a quella del coordinatore del partito centrista a Lentini, ha però scatenato la reazione di Edy Bandiera. La scelta di Corrado Bufardeci, a cui viene affidato il coordinamento dei due comuni più a sud della provincia, determina precise conseguenze. A Pachino, Salvatore Gibilisco si dichiarerà in Consiglio comunale rappresentante dell'Udc, smarcandosi di fatto dal Gruppo Misto, composto da Pippo Runza e Patrizia Tossani.
Quest'ultima, nella doppia veste di consigliere e assessore, si è affrettata a specificare di non avere intenzione di entrare nell'Udc, aggiungendo che «con Gibilisco ci sarà un patto federativo che farà rimanere inalterata la consistenza numerica del Gruppo misto».
A Portopalo, le conseguenze della scelta di un coordinatore pachinese sono più dirompenti. Si tratta quasi di una cacciata dal partito dell'attuale assessore ai Lavori pubblici, Gaetano Gennuso, che alle Regionali ha sostenuto il neodeputato Giambattista Coltraro della Lista Crocetta.
La decisione di Pippo Sorbello di affidare a Corrado Bufardeci anche il coordinamento del partito a Portopalo è quasi un commissariamento. Non si vedono all'orizzonte, escluso il già citato Gaetano Gennuso, altri esponenti locali dell'Udc, posto che sia Edi Pisana sia Ornella Burgaretta sono da tempo vicini al rosolinese Pippo Gennuso.
 
SERGIO TACCONE ( La Sicilia del 15/11/2012 - Cronaca di Siracusa )

domenica 11 novembre 2012

L' INVITO DELLA PROF. MARIA BELLA PER LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO " BASALATU"

Venerdì 16/11/ 2012 ore 18,00 Presso la sala conferenze della biblioteca Innocenziana dei frati cappuccini di SR

il CENTRO STUDI DI TRADIZIONI POPOLARI TURIDDU BELLA
VI INVITA
alla Conversazione su :
gli antichi modi di dire della zona del “CIU’,” tratti dall’ultimo ibro
di Pippo Bufardeci,
BASALATU
“Parole e modi di dire del parlare dialettale”

Sempre attento alle tradizioni e ai costumi del suo paese d’origine, l’autore ha voluto avventurarsi nella ricerca di parole ed espressioni tipiche, raccolte dalla viva voce dei suoi conterranei che parlano ancora il dialetto, condensandole poi in un glossario.
La lettura di questo libro , se per le persone di una certa età può essere un ricordo di conoscenze già acquisite, per i giovani è un utile strumento di conoscenza del dialetto così come viene parlato in un’ampia zona della nostra isola,“la zona del “ciù”, come la definisce lui stesso, per distinguerla da quella del “Chiù”.

Il libro sarà presentato da Corrado Di Pietro
Seguirà un intervento della dott.ssa Assunta Rizza,
Presidente della Cooperativa socio-culturale “Leonardo” di Pachino

Saranno presenti l’editore Carlo Morrone e il poeta e pittore Angelo Rullini
autore delle illustrazioni del testo

sabato 10 novembre 2012

GLI AMICI DELL'UDC DI PACHINO INCONTRANO L'ON. PIPPO SORBELLO: ADESIONE DEL CONSIGLIERE GIBILISCO. CORRADO BUFARDECI ALLA GUIDA DEL PARTITO

Ieri sera presso un noto locale di Marzamemi si è svolto un incontro fra gli amici dell'UDC di Pachino con l'on. Pippo Sorbello. Presenti anche il vice presidente provinciale del partito Pippo Bufardeci ed il vice segretario provinciale Marco Capillo. E' stato analizzato lo svolgimento della recente campagna elettorale regionale che ha visto, anche a Pachino, l'affermazione del neo onorevole Pippo Sorbello.
E' stata anche analizzata la strategia da seguire, sia a livello del partito che nei rapporti con l'Amministrazione comunale, nonchè le problematiche più importanti da affrontare per lo sviluppo della zona Sud e del paese di Pachino.
Nella nuova logica della presenza politica ed organizzativa del partito a Pachino è stato deciso di accettare l'adesione del consigliere comunale Salvatore Gibilisco al partito e di indicare l'ex assessore Corrado Bufardeci quale responsabile del partito dell'UDC a Pachino. 
Allo stesso è stato anche affidato il compito di occuparsi dell'organizzazione del partito a Portopalo di Capopassero.

venerdì 9 novembre 2012

PRESENTAZIONE LIBRO

Organizzato dal centro studi di tradizioni popolari " Turiddu Bella" di Siracusa, si svolgerà venerdì 16 alle ore 18, presso la sala della biblioteca dei Cappuccini di Siracusa, la presentazione del mio ultimo libro: BASALATU,Parole e modi di dire del parlare dialettale. 
Relatori il poeta scrittore Corrado Di Pietro e la dottoressa Assunta Rizza.

Introduzione della prof. Maria Bella presidente de Centro Studi.

giovedì 8 novembre 2012

PERANCHE PER L'UNIVERSITA' PER PACHINO CONTA PIU' LOTTIZZARE CHE SCEGLIERE BENE

l sindaco di Pachino ha provveduto a nominare il rosolinese Basilico quale presidente del CUNU, il consorzio Universitario di Noto. Rimarrà in carica solo per tre mesi perchè poi sarà il comune di Portopalo ad indicare il presidente in quanto lo statuto prevede che siano a turno i comuni consorziati a noninarlo. A me sembra assurdo, come fatto generale, che ci sia questa lottizzazione per indicare il presidente di un consorzio molto importante dal punto di vista culturale e dell'istruzione. Sarebbe meglio che i comuni assieme scegliessero un nome rappresentativo ed adatto a svolgere un ruolo così importante e per tutta la durata del mandato.
Nel particolare è ancora più assurdo che i vari comuni indichino nomi non all'altezza, ma solo funzionali alle beghe ed agli equlibri interni delle varie maggioranze. Il comune di Pachino, purtroppo, continua a dare segni di poca accortezza e lungimiranza perchè, non solo indica persone inidonee, ma si lascia imporre nominativi di altri paesi per solo equilibri e motivazioni di piccolo cabotaggio politico.Il presidente di un Consorzio Universitario non è un capo condomino, con tutto il rispetto per i capi condomini.
Ancora una volta, purtroppo, il nostro comune perde un'occasione per qualificare le sue scelte.

mercoledì 31 ottobre 2012

DAL GIORNALE DI SICILIA ONE LINE

Pachino, in un libro il valore del dialetto

La riscoperta del dialetto attraverso i modi di dire. Si intitola «Basalatu, parole e modi di dire del parlare dialettale», l’ultimo libro di Pippo Bufardeci, ex sindaco di Pachino presentato presso il teatro parrocchiale di San Corrado a Pachino. «L’obiettivo di questo libro – ha dichiarato l’autore, Pippo Bufardeci -, è quello di avvicinare i giovani, soprattutto gli studenti, alla conoscenza della loro lingua dialettale». Nella foto, Corrado Dipietro, Assunta Rizza, Pippo Bufardeci e Carlo Morrone.

giovedì 25 ottobre 2012

ELEZIONI REGIONALI: MOTIVAZIONI E PREVISIONI



Siamo ormai arrivati alle ultime battute della campagna elettorale per la elezione del presidente della Regione e dei novanta deputati che si siederanno sugli scranni di palazzo dei Normanni.
E’ stata una campagna elettorale che si è caratterizzata per la scarsa presenza nelle piazze e nei luoghi adatti per le adunate oceaniche ed ha visto prevalere un continuo uso del web a dimostrazione che i tempi cambiano. Anche gli aspetti relativi allo sfoggio economico con mangiate di pizza per comitive e pranzi per interi quartieri cittadini sono quasi spariti. Segno che i tempi sono finanziariamente ristretti anche per i candidati, forse per i maggiori controlli dei flussi finanziari o per le scarse disponibilità, non abbiamo avuto notizie di forti elargizioni economiche per organizzare la propaganda elettorale o, peggio, per convincere gli elettori ad esprimere preferenze obbligate.
Radio elezioni parla comunque di qualche candidato che ha forse dato queste dimostrazioni di ricchezza con pranzi, cene e soddisfacimento di esigenze concrete dei singoli, ma la vox populi vox dei, che spesso si basa su fatti empirici, non può trovare certezza se non dopo essere stata confermata da fatti concreti e da chi è preposto alla vigilanza.
Noi ci limitiamo a constatare che un minimo di parsimonia si è vista.
Per tornare alla campagna elettorale con risvolti politici più consoni all’importanza che essa ha nella gestione di una importante regione quale quella siciliana, dobbiamo subito dire che essa è caratterizzata verso un rifiuto del voto quale conseguenza del rifiuto di un certo modo di fare politica che ha appannato anche l’essenza importante del ruolo della politica in una società democratica.
Ne prendiamo adesso solo atto, senza il serio approfondimento che meriterebbe perché l’articolo vuole solo limitarsi a descrivere fatti e fare delle previsioni su ciò che potrebbe essere il risultato nella nostra provincia.
L’astensionismo, la protesta, il disgusto, anche se giustificato, non inciderà affatto perché forse agevolerà chi, con questi atteggiamenti, si volesse punire.
Indipendentemente dai votanti e dalle proteste i deputati da eleggere, a livello regionale, saranno sempre novanta e non saranno minimamente scalfiti.
 Il minore numero di voti validi, per il sistema dell’elezione proporzionale con quoziente, finirà per agevolare  forse quelli che si vorrebbero cambiare perché avranno la possibilità di essere eletti con meno voti di preferenza al diminuire dei voti validi.
Per quanto riguarda la provincia di Siracusa si sa che i deputati da eleggere sono sei e tali rimarranno perché vengono calcolati in base alla popolazione residente e non in base ai votanti.
Sono convinto che, fra i partiti, sia il PD che l’UDC e la PDL avranno il loro quoziente utile per ottenere un deputato. Restano tre seggi da assegnare per i quali, a mio avviso, concorreranno Forza del sud, i grillini, l’MPA in quanto sicuramente supereranno lo sbarramento del 5% a livello regionale.
Potrebbero anche entrare in competizione la lista Crocetta e la lista Musumeci, ma avranno difficoltà a superare la soglia di sbarramento.
Le altre liste, quale cantiere popolare di Pippo Gianni che avrà molti voti a Siracusa, ma non raggiungerà il 5% regionale, ed altre che  potrebbero esserci su base regionale, ma non provinciale,  non dovrebbero avere seggi.
I nomi, quasi sicuramente, potrebbero essere Marziano per il PD anche se ha una concorrenza spietata e, come DeBenedictis, un forte calo personale. Vincenzo Vinciullo per la PDL perché, essendo elettoralmente molto autosufficiente, risente molto meno degli altri della crisi elettorale dell’apparato del suo partito. Per l’UDC il candidato eletto potrebbe essere Pippo Sorbello perché è presente in modo omogeneo su tutto il territorio provinciale e perché il rivale Bastante si è incartato strada facendo e non è riuscito a decollare e Bandiera  non ha una presenza estesa e sufficiente che lo possa considerare elettoralmente competitivo.
In Forza del Sud Titti Bufardeci non ha rivali per cui sarà lui il rappresentante di Miccichè, mentre i grillini non sono catalogabili nelle persone perché i voti, essendo di protesta,  saranno quasi tutti di lista e l’eletto lo sarà con qualche centinaio di preferenze.
Nelle liste outsider legate al raggiungimento del 5%, nel caso lo raggiungessero, c’è da evidenziare la probabile competitività di Coltraro  per la lista Crocetta mentre per Musumeci è difficile individuare l’eventuale vincente perché vi è maggiore staticità ed equilibrio.
Queste previsioni non sono il frutto di riscontri all’alambicco, ma deduzioni su quanto emerge a quattro giorni dal voto e su una elaborazione intuitiva.
La cosa che non ha bisogno di profezie si concretizza nella necessità, più di ieri, che gli eletti lavorino con dedizione e serietà solo per il bene comune perché non esiste né appello né giustificazione alcuna se si continuerà lungo il declino della politica, delle istituzioni e della società civile.