venerdì 25 gennaio 2013

COMMENTO ALL’ARTICOLO SU Paola Consiglio





La Consiglio non abbandona l'UDC perchè non ne fa parte in quanto da molto tempo non ha più partecipato alle attività di partito mantenedo peraltro  un atteggiamento ostile allo stesso con apprezzamenti non lusighieri. Solo alle ultime elezioni regionali sembra che il marito avesse espresso la volontà di appoggiare un candidato UDC, ma come scelta elettorale assieme ad altre migliaia di elettori.
Nessuna Direzione provinciale del partito l'aveva inclusa fra i nominativi da candidare. L'uscita sulla stampa del suo nome aveva suscitato polemiche all'interno del gruppo dirigente dell'UDC.
Comunque, anche in questo caso e nonostante l'improvvida segnalazione da parte di qualche dirigente del partito, la signora Consiglio - Montagno, dal punto di vista legale, non ha mai fatto parte della lista UDC per cui il manifestato ritiro della stessa è, dal punto di vista della normativa elettorale, pura fantasia.
L'UDC è comunque sempre aperto ai supporti ed all'impegno positivo da parte di tutti coloro che ne condividono motivazioni e linea politica.

domenica 20 gennaio 2013

LISTE ELETTORALI UDC SCONFESSANO IL PARTITO DI SIRACUSA





La lista dell’UDC alla Camera per la Sicilia orientale presenta alcune novità che per la provincia di Siracusa sono una sconfessione delle proprie decisioni.
Solo Edy Bandiera, nella sua qualità di segretario provinciale del partito, ma anche per avere occupato la seconda posizione dopo le recenti elezioni regionali, era stato indicato dalla direzione provinciale di Siracusa.
Gli altri candidati di Siracusa presenti in lista sono emeriti sconosciuti dall’UDC provinciale o persone che hanno assunto atteggiamenti e comportamenti contro il partito.
Ma cosa più grave è che nessuno dei candidati indicati dall’UDC di Siracusa è stato messo in lista.
Siamo un partito che non conta niente nel contesto regionale e siamo soprattutto un gruppo dirigente incapace di essere credibile e senza una propria proposta politico – strategica.
E’ da parecchio tempo che sostengo la necessità che il partito valorizzi coloro che si spendono giornalmente nelle realtà locali e che la Direzione provinciale ed il Comitato sono organismi superati nei loro rappresentanti .
Quattro amici che si incontrano al bar senza essere rappresentativi  di niente.
Noi ci impegneremo in questa campagna elettorale perché la posta in palio è importante per il sistema Paese e solo un grosso polo di centro può dare un contributo serio di uomini ed idee  alla soluzione dei problemi.
Ma il tempo delle mezze figure è terminato e gli equilibri del partito siracusano vanno rivisti attraverso una nuova classe dirigente credibile, impegnata e capace di essere rappresentativa del proprio territorio.

martedì 8 gennaio 2013



UNA FASE POLITICA INTERESSANTE FRA SERIETA’ DELLE PROPOSTE E NUOVI ASCARI


Certamente questa nuova fase politica che si sta sviluppando a livello nazionale è più interessante di quanto si possa pensare.
Per la prima volta, da quando è in atto il sistema maggioritario, non siamo più in presenza di una sfida bipolare, ma di un’offerta plurale di possibilità di voto.
Possiamo anche affermare che, a differenza del passato, l’offerta politica presenta delle connotazioni anche di natura ideologico – programmatica in quanto ogni lista o raggruppamento di liste, si colloca in uno spazio politico ben definito ed  ha un programma che rispecchia questa sua collocazione.
A determinare questa novità ha contribuito la discesa o, come la chiama lui, salita in politica di Mario Monti perché ha determinato , al tradizionale scontro bipolare fra destra e sinistra, l’inserimento di una candidato di espressione centrista – liberale credibile sia sul piano personale che della capacità di polarizzare elettori e voti.
Senza poi considerare gli altri due raggruppamenti costituiti dalla proposta qualunquista del Movimento cinque stelle di Grillo e da quella della sinistra estrema rappresentata dalla candidatura del magistrato Ingroia.
Quindi non più la necessità di arruolare tutto ed il contrario di tutto  per avere la meglio sullo schieramento avversario, ma la riappropriazione del ruolo propositivo per la gestione e la ricerca delle soluzioni per le gravi problematiche del Paese.
 Su questa linea si muove la proposta del PD di Bersani anche se l’alleanza con Vendola gli toglie respiro prospettico sia sul piano politico che programmatico in quanto lo obbliga a cercare equilibri con un massimalismo duro a morire nella sinistra italiana..
La  lista Monti ed il suo schieramento di centro ,aperto alla società civile, ha iniziato la vera lenta rivoluzione culturale della politica italiana perché, non solo manda in archivio il dualismo spesso becero della seconda Repubblica, ma usa un nuovo rapporto con i cittadini elettori parlando alla loro testa e  facendoli partecipi delle difficoltà e delle situazioni reali.
Chi ancora si nutre di populismo e di slogan elettorali che sfuggono i problemi reali e parlano il linguaggio del venditore di saponette, più che quello di chi è deputato a rappresentare il Paese e risolvere i suoi problemi secondo una visione strategica e prospettica coerente e confacente con i problemi della collettività, è Silvio Berlusconi.
Il suo problema fondamentale non è quello di porsi come riferimento nazionale per una politica portatrice di istanze della collettività, ma prevale il soddisfacimento del suo narcisismo congenito che passa attraverso la dimostrazione di essere il risolutore di tutto e l’unico unto dal signore.
Il suo potere mediatico -  finanziario e  la ricchezza accumulata partendo dal niente lo rendono egocentrico perché deve sempre dimostrare di essere il più bravo.
E’ l’unico schieramento politico che, per vincere le elezioni, subordina la proposta politica alla quantità delle forze in campo pur se disomogenee e contrastanti fra loro.
Qual è il senso dell’accordo contemporaneo con la Lega nord e con i movimenti di Miccichè e di Lombardo?.
Per Berlusconi l’unico senso è si cercare di avere più voti mentre quello dei meridionali è di avere più posti in Parlamento.
Se la Lega baratta il suo appoggio con lo slogan “ Prima il Nord” e chiede la costituzione di una macroregione del  Nord per concentrare tutto il potere economico e dividendo, di fatto, l’Italia.
Se chiede  che il 75% delle tasse restino al Nord, che ci stanno a fare i meridionali?
Fanno solamente la parte dei nuovi ascari al servizio dei più forti con il piattino in mano.
E noi meridionali perché dovremmo votare uno schieramento che ha lo scopo di sopprimere gli interessi e le istanze del Meridione?

Pippo Bufardeci

venerdì 4 gennaio 2013

LA DIREZIONE PROVINCIALE UDC DECIDE CON UN PARTITO STATICO



Per domani, sabato 5 gennaio, è stata convocata la direzione provinciale dell’UDC di Siracusa con all’ordine del giorno la individuazione delle candidature per le prossime elezioni politiche.
Si tratta di un impegno molto importante perché la scelta degli uomini che devono rappresentare il territorio attraverso la lista di un partito deve essere il frutto di un lavoro di analisi e di approfondimento sia sul piano delle problematiche territoriali che sulla scelta dei personaggi più portati a rappresentarle.
Questo vale soprattutto quando un partito, ed è il caso dell’UDC, nelle recenti competizioni elettorali regionali ha ottenuto tanti consensi da indicarlo come secondo partito nella nostra provincia.
Però qualcosa non sta funzionando.
Dalle ultime elezioni non siamo riusciti a dare un assetto organizzativo al partito per i veti incrociati di alcuni gruppi e singoli dirigenti.
Non si è affatto parlato di come organizzare i comuni e dare spazio nel partito a coloro che si sono spesi in questa campagna elettorale.
Il silenzio più assoluto impera sui comuni che andranno a votare per il rinnovo dei Sindaci e dei consiglieri nella prossima primavera.
Per non parlare delle prossime  elezioni provinciali.
Secondo me, non per sola colpa del segretario provinciale, manca una strategia politica del partito per essere soggetto interlocutore nel contesto delle dinamiche sociali, economiche e politiche della nostra provincia.
Tutto questo non porta alla selezione di una classe dirigente capace, competente e riconosciuta dal territorio, ma aiuta le mezze cartucce ad avere il sopravvento.

mercoledì 2 gennaio 2013

Il premier a «Radio anch'io»

Monti: «Commissione d'inchiesta? Idea stravagante, ma ben venga»

«Berlusconi mi confonde sul piano logico e contro di me ha usato armi improprie. Spero gli elettori meno confusi di me»

Mario Monti (Reuters)Mario Monti (Reuters)
«Un'idea interessante, stravagante, tardiva. Ben venga». È il giudizio di Mario Monti sulla promessa di Silvio Berlusconi - nel caso di sua vittoria elettorale - di istituire una commissione parlamentare d'inchiesta sul «complotto» internazionale che avrebbe a suo parere portato nel novembre 2011 alla caduta del governo del Cavaliere e l'affidamento di Palazzo Chigi a Monti. «Complotti contro l'Italia? Siamo seri, siamo adulti», replica Monti. «Berlusconi in queste settimane ha oscillato, con armi a dir poco improprie come il richiamo ai valori delle famiglie che sarebbe assente nei miei propositi, cosa che si commenta da sé», ha proseguito il premier intervenuto alla trasmissione Radio Anch'io. «In altri momenti, in cui allora sarei stato leaderone, mi ha generosamente chiesto di prendere la guida dei moderati. Sembra un secolo fa ma era poco tempo fa. Ha detto che il governo ha fatto solo disastri e in altri momenti, solo poche settimane dopo, che il governo dei tecnici ha fatto tutto quello che era possibile fare. Spero che gli elettori siano meno confusi di me».

( Uno stralcio dal Corriere della Sera one line )

NO A BERSANI PREMIER SENZA DOPPIA MAGGIORANZA

Politica
INTERVISTA AL LEADER UDC
Casini: «No a Bersani premier
senza doppia maggioranza»
«Oggi questo Paese non ha bisogno di moderazione. Ha bisogno di una vera rivoluzione. Di riforme limpide, cristalline, capaci di mettere in discussione interessi consolidati e di aprire la strada a una vera concorrenza e a un vero dinamismo nell’economia italiana». Pier Ferdinando Casini parte da qui per lanciare la sfida a Pier Luigi Bersani e al Pd. «Se essere progressisti significa non fermarsi davanti ai poteri costituiti bene, noi lo siamo, è la nostra strada. L’abbiamo percorsa durante questi ultimi 13 mesi di governo Monti e su questa vogliamo continuare», ripete il leader dell’Udc. Che affonda il colpo contro l’avversario: «Gli italiani pagano di più luce, gas, acqua rispetto ai cittadini europei perché il sistema è ingessato. Dal sistema di potere delle Regioni rosse e da quello della Lega al Nord».

Bersani dirà che anche lui ha sostenuto il governo Monti...
Bersani però ha Vendola come principale alleato. E Vendola si presenta davanti alla Cassazione a depositare le firme per abrogare le modifiche all’articolo 18, va in Val di Susa dichiarando guerra alla Tav, alza la voce e frena sulle liberalizzazioni, pretende che la riforma previdenziale venga smantellata. Le minacce del capo di Sel non possono essere derubricate come mosse folcloristiche. Perché non lo sono e perché vanno oltre i confini di Sel: c’è una parte importante del Pd che è su questa stessa linea.

Bersani saprà reagire?
Ha un compito proibitivo. Tenere la barra dritta e resistere al richiamo della foresta sarà terribilmente complicato.

E allora voi come vi muoverete da qui al voto?La gente ha capito che Berlusconi non è più un’alternativa credibile. La vera sfida è tra la sinistra e l’area della responsabilità, tra Bersani-Vendola e Mario Monti. Si fa largo una nuova democrazia dell’alternanza e chi non vuole che il lavoro del governo venga smantellato deve dare forza a Monti e alle liste collegate a lui.

Bersani potrà essere premier se non avrà maggioranza alla Camera e al Senato?
Dissi a settembre che per noi dopo Monti c’è solo Monti. Dopo quattro mesi le mie convinzioni si sono rafforzate, non indebolite. Per cambiare il Paese serve ancora il Professore al timone.

È però auspicabile un grande patto Pd-Monti per le riforme?<+tondo_bandiera>
Non Pd-Monti, un grande patto tra tutte le forze politiche. Anche con il Pdl, la Lega, direi anche Grillo. Serve una legislatura Costituente per riformare le istituzioni, a partire da questa malefica legge elettorale che ancora una volta ci condanna a una responsabilità che spetterebbe ai cittadini.

Crede che la gente la osservi con diffidenza? Che guardi lei e l’Udc come vecchia politica?Si sta provando a ricostruire la politica e Monti sta lavorando per far camminare la buona politica insieme a esperienze nuove che arrivano dalla società civile. Poi c’è un’altra idea: distruggere la politica, eliminarla, liquidarla senza guardare il buono e il cattivo. A me si può chiedere la complicità in tutto, ma non in questo: la Seconda Repubblica è nata sventolando un cappio in Parlamento contro la politica e come è andata a finire non lo devo certo dire io.

Nella lista Udc valuterà la richiesta di apertura alla società civile?
La lista Udc dovrà essere valutata solo sui nomi. Metteremo in campo candidati di qualità e capaci di interpretare la richiesta di nuovo che scuote la politica. Ci sarà un rinnovamento profondo, ma non ci sarà la rottamazione di persone che sono state onestamente impegnate in politica e non se ne sono servite.

Il Forum di Todi torna a vedersi il 10 gennaio e chiede a Monti considerazione?
Oggi c’è un grande bisogno di religiosità nelle persone e nella comunità. E guai se la laicità si basasse su uno sradicamento del senso religioso: non sarebbe una scelta intelligente. E allora l’Udc sarà chiara: nessun arretramento sui valori, nessun compromesso sulla vita... Guardiamo da sempre con attenzione lavoro e proposte dell’associazionismo cattolico. E lo faremo di più in questi giorni dove si lavora sulle candidature.

Qual è il futuro di Casini?
Dopo tanti anni di vita parlamentare la passione per la politica è sempre forte. Ma ruoli e incarichi mi sono del tutto indifferenti; ho avuto modo di soddisfare le mie vanità, oggi tocca a Monti giocare da protagonista, a guidarci in campagna elettorale. È lui il candidato premier ed è lui ad avere carta bianca: può disporre delle persone e delle risorse. È così: Monti è il disegno, il Progetto; io sono soltanto una parte.

Ha un consiglio da dargli?
Non credo che Monti abbia bisogno di molti consigli: ha le idee più chiare di quanto molti immaginano. Gli direi però di continuare a essere se stesso. Non vedo Monti nei panni dell’affabulatore, del pifferaio magico che fa promesse in campagna elettorale. E siccome immagino che la fiera delle promesse stia per iniziare, dico che Monti farà benissimo a conservare la sua immagine di diversità.

Si parla di una lista di ex Pdl con Monti. Lei la ostacolerà?
Se ci fosse davvero la disponibilità di farla sarebbe positivo, ma tocca a chi viene da quell’esperienza muoversi. Io dico solo che nei periodi di svolte politiche si avvicinano persone luminose e piene di convinzioni ideali e tanti opportunisti. Bisogna distinguere perché dei primi c’è bisogno, degli altri no.

Monti e Casini si richiamano al Ppe: è auspicabile un gruppo unico dopo il voto?
Sarebbe importante per dare un orizzonte, un segnale. Per fotografare un’area coesa non solo programmaticamente. E poi io sono presidente dell’internazionale democristiana... Come potrei non essere favorevole a un gruppo che potrebbe assomigliare a una sezione italiana del Ppe.

Nell’agenda Monti si parla di famiglia... Il quoziente familiare è un obiettivo di Casini e di Monti?Esiste una grande questione sociale e civile che è la denatalità: questo è un problema ineludibile. Bisogna aiutare la famiglia e la donna. Con qualsiasi misura. E farlo anche in questo caso con scelte rivoluzionarie. Penso ai padri separati che dormono in macchina e fanno la fila alle mense della Caritas perché non riescono a sopportare economicamente la realtà della separazione. O penso a tante donne sole con figli piccoli che non riescono a conciliare maternità e lavoro. Perché nelle grandi città non esistono asilo nido gratis? Ecco la sfida: costruire una società dell’accoglienza. Noi vogliamo e possiamo farlo.
 
articolo di Arturo Cellini