PACHINO: UN CONSIGLIO NON
RICHIESTO PER LA SINDACA
Il rischio c’è ed è concreto. A Pachino la confusione politica regna sovrana, ma anche il dilettantismo e l’egocentrismo di parecchi consiglieri comunali.
Con le condizioni attuali
si rischia un tirare a campare inconcludente ed un periodo nefasto per l’intera
comunità pachinese che avrebbe bisogno di un’azione seria ed incisiva da parte
dell’amministrazione comunale.
Con la difficile
situazione economica e sociale non possiamo permetterci il lusso di un nuovo
lungo commissariamento dell’attività comunale né, tantomeno, di inutili lotte
politiche che spesso si fanno per il soddisfacimento di un ego personale o per
dimostrare di essere esperti vassalli di padroncini politici non casalinghi.
In questo contesto la
Sindaca ha il dovere, sia pure con le sue mancanze ed inesperienza, di prendere
in mano la situazione ed indicare i giusti obiettivi che si devono raggiungere
nell’esclusivo interesse della città.
Innanzitutto deve puntare
politicamente sul consiglio comunale per coinvolgere i consiglieri, sia di
maggioranza che di opposizione, in un progetto realistico e condiviso senza
steccati né chiusure che sarebbero solo negative.
Sul piano amministrativo
deve puntare sull’azione seria e sulla collaborazione dei dipendenti comunali
che gestiscono le varie strutture ed hanno più conoscenza dei problemi e delle
normative di molti consiglieri comunali, assessori o consulenti vari.
Incontrare quindi,
settore per settore, i dipendenti per fare stilare un quadro realistico delle
situazioni pregresse, dei progetti già in itinere e portarli a compimento
perché potrebbero essere quelli con maggiori possibilità di rapida
realizzazione. Contemporaneamente individuare, con i dirigenti comunali che per
questi compiti sono pagati, le iniziative che possono essere prese nei vari
comparti amministrativi,e preparare le idonee documentazioni per concretizzarle
con la richiesta dei relativi finanziamenti.
Avuto questo quadro
realistico della situazione amministrativa del comune di Pachino, si inizi un
confronto serio, veloce e coinvolgente con la rappresentanza politica, anche di
opposizione, per eventuali integrazioni e nuove proposte fattibili per
formalizzare tutti gli atti amministrativi per la loro concretizzazione.
Nell’attuale contesto,
per costruire qualcosa di concreto, bisogna puntare sui lavoratori che
conoscono anche un po’ del loro mestiere piuttosto che su filosofi più abituati
alle inconcludenti meditazioni che alla concretezza del lavoro in un comune
disastrato.
Bisogna coinvolgere e non
escludere. Non estromettere, ma ascoltare. Non dare senso all’ego personale o
degli amici, ma pensare agli interessi generali.
Solo così avrà ancora
senso continuare senza finire nel baratro.
(Pippo Bufardeci)