giovedì 7 marzo 2013

DIREZIONE REGIONALE UDC PER UN PARTITO RINNOVATO E PROPOSITIVO



l segretario regionale dell'UDC, on. Gianpiero D'Alia, ha convocato per sabato 9 marzo il Comitato Regionale del partito presso l'Hotel San Michele di Caltanissetta.
All'ordine del giorno l'esame della situazione politica regionale.
Si tratta del primo incontro del principale organismo del partito dopo le recenti elezioni politiche che non hanno visto un buon risultato elettorale dell’UDC in Sicilia.
Nel frattempo anche a livello regionale sono successi fatti amministrativi e politici che devono essere affrontati ed approfonditi in questa riunione del Comitato.
L'UDC siciliano è sicuramente ad una svolta e deve, da subito, individuare strumenti e strategia utili per un rilancio politico ed elettorale che è ancora possibile.
Esso passa innanzitutto attraverso un'azione di taglio dei rami secchi che sono all'interno creando le condizioni di un rinnovamento serio soprattutto nella classe dirigente attraverso anche decisioni drastiche quali il commissariamento di molte strutture provinciali.
Una organizzazione seria di partito che lo riproponga in collegamento con il territorio e determini una classe dirigente spendibile e reale rappresentante delle istanze del territorio.
Una proposta politica seria rapportata alle reali esigenze del nostro territorio con proposte concrete ed operative.
Individuazione di  strumenti che possano rispondere alle esigenze della maggiore trasparenza nella politica, Nelle amministrazioni e negli enti pubblici individuando responsabilità e punendo i colpevoli di utilizzo per scopi personali delle pubbliche risorse.
Un taglio netto alle spese della politica, soprattutto negli enti locali, diminuendo i compensi agli eletti e ripristinando un serio rapporto normativo fra compensi percepiti e stipendi lavorativi affinché l'incarico pubblico non diventi alibi per lucrare e per non svolgere più alcuna attività lavorativa addebitando il tutto a carico dell'Ente pubblico.
Una scelta dei gruppi dirigenti che siano compatibili con il codice etico selezionando l'accesso al partito attraverso un tesseramento che non sia solo espressione della volontà dell'elettore di iscriversi, ma  anche alla disponibilità all'accoglienza da parte del partito che esercita una selezione dei propri iscritti in fase preventiva al fine di salvaguardarsi sia sul piano politico che etico.
Ciò soprattutto se si vuole una volta per tutte rendere giuridicamente normata la vita dei partiti ed il loro funzionamento.
Solo se il partito saprà essere serio, organizzato, rappresentativo,rinnovato, trasparente, propositivo e coerente sarà possibile un suo rilancio ed una sua appetibilità da parte degli elettori.

mercoledì 6 marzo 2013

IN SICILIA PROVINCE ADDIO ENTRO SEI MESI - LA SODDISFAZIONE DELL'ON. D'ALIA SEGRETARIO UDC


Foto archivio

Gli enti saranno commissariati alla naturale scadenza degli organi elettivi (dunque saltano definitivamente le elezioni, previste a maggio) e sostituiti con i liberi consorzi tra comuni


PALERMO. In Sicilia addio Province regionali. Gli enti saranno commissariati alla naturale scadenza degli organi elettivi (dunque saltano definitivamente le elezioni, previste a maggio) ed entro sei mesi saranno aboliti e sostituiti con i liberi consorzi tra comuni. È quanto emerge a conclusione della conferenza dei capigruppo all'Ars, con la maggioranza unita nel sostegno al ddl del governo Crocetta, condiviso anche dal Movimento 5stelle. Oggi il disegno di legge, dopo il passaggio in commissione, sarà inserito all'ordine del giorno dell'Ars, martedì in aula ci sarà una norma stralcio, fatta da due articoli, per il commissariamento delle Province e la loro sostituzione con i liberi consorzi entro sei mesi.

CROCETTA: "PRIMI IN ITALIA AD ABOLIRE LE PROVINCE". «Siamo in primi in Italia ad abolire le Province, sostituendole con i liberi consorzi tra comuni, di secondo livello». Lo dice il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, al termine della conferenza dei capigruppo dell'Assemblea regionale. «È un risultato storico, la maggioranza è unita e spero che anche il Pdl e il centrodestra votino la norma», afferma Crocetta. Il ddl che abolisce le Province verrà messo all'ordine del giorno nel pomeriggio. Martedì prossimo si voterà in aula una norma stralcio, di due articoli, che prevede il commissariamento delle Province che vanno in scadenza e la costituzione entro sei mesi dei liberi consorzi al posto degli enti.

Siamo soddisfatti dell’accordo raggiunto perché prefigura, finalmente, una radicale riforma delle Province da fare in un tempo congruo. E’ chiaro che una buona riforma necessita dell’annullamento delle elezioni, del commissariamento degli enti e di una riforma organica che porti in sei mesi alla soppressione definitiva delle province. Su questo testo c’è l’assenso dell’Udc, che rivendica il merito di aver evitato una legge-burla e un mero cambio di nome delle Province.

sabato 2 marzo 2013

DOPO I RISULTATI ELETTORALI RIMANGONO ANCORA I PROBLEMI ED IL CAOS




La situazione politica che esce dai risultati elettorali non lascia presagire niente di buono ai fini della gestione dei problemi che affliggono il nostro Paese.
Nessun partito e nessuna coalizione ha ottenuto il consenso necessario per amministrare e la formazione di una maggioranza fra partiti diversi diventa molto problematica.
Ciò è ancora la conseguenza del sistema bipolare che porta le coalizioni ad un rapporto molto conflittuale e ad una ricerca di soluzioni ai problemi con forti e contrapposti connotati così come sono stati messi in campo nel corso della campagna elettorale.
Difatti la strategia non è quella di spiegare problemi e soluzioni agli elettori, ma colpire la loro emotività per portarli ad esprimere un consenso frutto dello stato d’animo del momento piuttosto che della necessaria razionalità.
Diventa quindi difficile, ad elezioni  terminate, trovare la giusta convergenza per amministrare un Paese complesso come il nostro e creare le necessarie alleanze fra gruppi politici meno discordanti.
Le forze politiche rimangono quindi vittime dei loro stessi giochi e delle alchimie intrise di spudorate menzogne per permettere alle tattiche di avere il sopravvento rispetto alle strategie di lungo respiro che una forza politica deve darsi in un Paese che ne ha grande bisogno.
Ecco allora che la PDL di Berlusconi basa tutta  la sua capacità di aggregazione dei voti sulla presentazione di una realtà socio - economica molto edulcorata e su soluzioni facili ai complessi problemi che spesso rasentano le menzogne più spudorate che affermano tutto ed il contrario di tutto.
L’importante è vincere superando la coalizione avversaria per potere gestire il potere.
Anche il PD, nelle sue varie denominazioni, non riesce più a vincere perché deve per forza caratterizzarsi proponendo cose diverse degli altri senza distinzione fra ciò che potrebbe unire e ciò che potrebbe essere utile portare ad una possibile convergenza.
Ecco perché prima delle elezioni è sempre la forza vincente e poi non vi riesce quasi mai perché, alla vigilia delle elezioni, rispolvera l’anima classista e propone ai cittadini un sistema politico tarato che privilegia le alleanze della vecchia logica di classe più o meno aggiornata e con i vecchi tradizionali alleati non più supportati dai necessari suffragi elettorali.
Rimane sempre in mezzo al guado e non riesce a fare una proposta politica alla fascia di elettorato moderato, razionale e forse anche culturalmente tradizionale, che finisce poi con lo scegliere Berlusconi solo perché in contrapposizione con  le alleanze e le proposte dello schieramento di centro sinistra.
Era chiaro che queste elezioni potevano essere appannaggio del centro sinistra solo con una alleanza ed un programma condiviso con le forze centriste e sulla scia del lavoro, razionale ed importante per l’Italia, che era stato svolto dal precedente Governo e supportato in larga misura dal PD.
La convinzione sbagliata di avere già sepolto Berlusconi ed il tentativo, altrettanto sbagliato, di recuperare voti nel dissenso dell’antipolitica di marca grillina, hanno fatto sbagliare strategia al PD portandolo all’alleanza con il populismo di sinistra di Vendola ed impedendogli, ancora una volta, di concretizzare le opportunità di una vittoria possibile.
In questa logica, che ha visto la PDL ed il PD alleati nell’addossare tutte le malefatte economiche e nel criminalizzare l’’esperienza del Governo tecnico da loro voluto e sostenuto nonché l’errore di Monti di diventare controparte politica, ha fatto  trionfare l’antipolitica di Grillo che ha raccolto l’insofferenza, verso il Governo e verso la politica, che era in gestazione nella pancia dei cittadini.
Adesso la situazione è difficile perché nessuno vuole assumersi la responsabilità di governare in quanto ciascuno, soprattutto Berlusconi e Grillo, mirano a nuove elezioni nella speranza di poterle vincere, addossando la responsabilità agli altri, e di potere gestire da soli il Governo del Paese.
Quindi ancora più confusione, maggiore debolezza economica con conseguente maggiore povertà ed una minore capacità di controllo democratico dei flussi elettorali che potrebbero sempre più essere forieri di  azioni antidemocratiche e di effetti negativi per noi tutti.
Pippo Bufardeci