lunedì 25 aprile 2011

RINGRAZIO IL POETA E SCRITTORE PACHINESE CORRADO DI PIETRO PER QUESTA SUA INTERESSANTE INTRODUZIONE AL MIO LIBRO CHE SARA' PRESTO IN LIBRERIA

La patria intima di Pippo Bufardeci

Corrado Di Pietro

Ho sempre pensato che la patria non sia un concetto astratto, un’idea romantica e nazionalistica ancorata a reminiscenze scolastiche e garibaldine. La patria ha invece qualcosa di concreto, di definito, di vicino a noi e con noi sempre compresente, che in qualche modo ci appartiene e ci identifica. La patria infine è rinchiusa in diversi ambiti, come cerchi concentrici che si allargano sempre di più fino a identificarsi con la nazione, con il continente e con il mondo intero. Ma il centro d’irradiazione di questo universo è il luogo dove siamo nati, anzi la casa e il quartiere stesso che ci ha visto crescere e maturare. La prima patria, quella più intima e duratura ha i connotati delle strade, dei vicoli, dei cortili, delle case, del cinema e dei bar, delle piazze e delle campagne che abbiamo abitato nell’infanzia e questa patria minima rimane sedimentata nel nostro cuore e nella nostra mente per sempre: si fa ricordo e memoria, sentimento e nostalgia, sorriso e affetto. Per questa patria si è sempre combattuto e si è morti, nelle battaglie e nelle guerre della storia italiana, ed è questa la patria che ritorna sempre viva negli occhi dei nostri emigranti.

Di questa patria Pippo Bufardeci ci vuole parlare con i suoi ricordi: scorrono in queste pagine, come in un film neorealista, le tante sequenze della storia pachinese del secondo novecento, anzi di un periodo preciso che si posiziona nei decenni centrali del secolo scorso e che occupa uno spazio preciso, quello di un paese agricolo e marinaro, vociante e confusionario, che si altera facilmente come i venti che lo percuotono da destra e da sinistra e a tutto si appassiona ancora più facilmente, abbandonandosi a ogni impresa con la forza del sole cocente che lo infuoca.

Pachino è tutto questo, anzi fu tutto questo, perché oggi è uno dei tanti confusionari e tristi paesi siciliani, pretenziosi e moderni, multietnici e di debole identità.

E di quella Pachino Bufardeci ci racconta le storie e gli umori. Ci parla della festa della Madonna Assunta e del vestito buono che si ‘ncignava’; di Maruzza Fidilio, la Santa, che passava dalle strade a raccogliere bambini orfani per educarli alla scuola e alla religione; del fidanzamento e delle usanze premaritali; dell’arrivo della televisione e della festa del natale; dell’aria rivoltosa e malandrina che si respirava nel quartiere dei combattenti (la Basalata); dei cortei funebri e delle vendemmie che coinvolgevano intere famiglie. Di questa Pachino, con sapienza memoriale e con garbata ironia, Bufardeci traccia un profilo etno-antropologico di rara freschezza, ancora vivo nei suoi ricordi e palpitante di umanità e di impeto. Scorrono così tantissime immagini legate a persone e luoghi ben precisi, senza mai scendere nel pettegolezzo o nel ridicolo, sempre tenute su un registro narrativo di media discorsività, tra la cronaca e la storia, tra la memoria e l’attualità, col garbo di un figlio devoto che ci vuole parlare dei suoi genitori.

C’è poi l’indagine etnologica vera e propria che ci restituisce gli usi e le atmosfere di Pachino negli anni quaranta-sessanta, indagine che spesso si fa puntuale ricerca e documento come accade quando si interpellano le fonti vive (le persone anziane del paese) e che va ad arricchire i pochi testi che su questo argomento sono stati pubblicati. C’è infatti un gran fiorire di pubblicazioni storiche, archeologiche, letterarie e fotografiche ma ancora poco si è indagato sugli usi e costumi della nostra città. Poco si sa sulle particolarissime tradizioni legate al mondo del lavoro e della pesca a Pachino, sul cambiamento socio-culturale e sulla penetrazione delle altre culture portate da un gran numero di stranieri che vengono dall’Europa e da altri continenti.

In qualche modo questo libro, al di là dell’aneddotica e del riferimento locale e memoriale, aggiunge molte informazioni sicure e spesso inedite sul quel periodo di trasformazione e di transizione fra il vecchio mondo contadino e la nuova epoca industriale che si stava affacciando negli anni sessanta. Sono i cosiddetti snodi della storia che, nell’indagine antropologica, fanno capire la complessa psicologia di un popolo, la sua dinamica organizzazione e le sue umorali aspettative.

Pippo Bufardeci, da fine politico e attento giornalista qual è, tutto questo lo sa e, tra un sorriso e l’altro, entra nelle case dei pachinesi, percorre le strade ventose, gioisce nelle feste di paese, dandoci uno spaccato dinamico e affettuoso della sua e della nostra Pachino. E per questo viaggio parte dalla sua strada, da quella della sua infanzia, in ossequio a quel concetto di patria intima che abbiamo sopra citato. La “Basalata”, quartiere popolarissimo e tipico che prende il nome dal lastricato di basole che copre la strada e che raccoglieva una comunità di contadini e di “jurnatari” dal carattere vivace e colorito, diventa paradigma e prospettiva antropologica di una comunità cittadina che, nei successivi anni settanta e ottanta, si allargherà e si svilupperà in modo vertiginoso, grazie a una florida economia e alle rimesse degli emigranti. La Pachino di oggi è tutta un’altra cosa e di questa nuova città qualcuno, prima o poi, dovrà parlarci.











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giovedì 14 aprile 2011

Marzamemi - Un giorno funesto




Marzamemi - Oggi Mercoledì 13 aprile sarà una data da ricordare per la storia di Marzamemi poiché è stata scritta una delle più brutte pagina che ha lacerato il fianco del Borgo Marinaro e del suo sviluppo turistico - economico. Armato dei suoi mezzi il responsabile di un’Azienda Nautica del Ragusano è venuto a prendersi quello che una malata burocrazia e dei Giudici burocrati del T.A.R. gli hanno concesso e cioè la possibilità di costruire un abnorme struttura di pontili galleggianti per nautica da diporto all’interno della Balata. Struttura che, con i suoi 6.900 mq. di specchio acqueo e 1.500 mq di area a terra occorrente per la costruzione di magazzini per la logistica da diporto, stravolgerà la semplicità di quel paesaggio di altri tempi esaltato ultimamente dalla Presidente Nazionale di Italia Nostra e che innumerevoli pittori hanno dipinto nelle proprie tele. Freddi Giudici burocrati che si esprimono guardando semplicemente le carte che una burocrazia quantomeno “distratta” e spesso sconoscente dei luoghi ha avvallato con i suoi pareri favorevoli al progetto.

Freddi Giudici che non hanno inteso le forti critiche del comparto commerciale e delle associazioni dei pescatori, di un parere favorevole poi revocato nel tempo dalla Soprintendenza di Siracusa, di un intero Consiglio Comunale e di un Sindaco che si sono ribellati per un assurdo “Silenzio Assenso” a loro addebitato ma soprattutto non hanno inteso le ragioni delle migliaia di cittadini ed amatori del Borgo Marinaro che si rendono conto che da oggi niente sarà più come prima. Una struttura che oltre a deturpare il paesaggio impedirà il normale svolgimento delle nostre consuete tradizioni ludiche e religiose come l’evento annuale della gara di barche a remi ma soprattutto quello che da anni è diventato il grande evento della processione a mare del Santo Patrono - San Francesco di Paola con centinaia di barchette al seguito. Dopo aver ricevuto personalmente ieri la “lavata di mani” a Palermo del Dirigente Generale dell’Assessorato Regionale dei BB.CC. a cui avevamo lanciato l’appello affinché facesse quanto in suo potere per bloccare questo scempio (come ha già fatto a Siracusa e Portopalo) non ci resta che lanciare un ulteriore ed ultimo appello ai Politici perché oltre a fare passerella alla Balata facciano qualcosa di concreto alla Regione per venire incontro agli interessi della volontà di un’intera comunità cittadina.

Autore dell'articolo Cav. Pasquale Aliffi

NOTA: Non possiamo non condivifere interamente quanto scritto e sostenuto da Pacquale Aliffi

sabato 9 aprile 2011

CRISI GIUDIZIARIA E POLITICA AL COMUNE DI PACHINO


Sembra non avere pace la vita politica ed amministrativa del comune di Pachino.
Sul piano dell'attività dell'amministrazione comunale vi sono stati dei fatti che hanno portato alla ribalta delle cronache il comune di Pachino.
Ci riferiamo ai continui andirivieni di carabinieri e finanzieri che hanno effettuato una vera e propria retata di documenti che riguardano molte attività dell'amministrazione comunale.
Era prevedibile dopo le continue lettere anonime che hanno fatto la loro apparizione ed erano circolate fra i tanti curiosi che non fanno altro che apportare , involontariamente, acqua al mulino di schifosi personaggi che non hanno il coraggio di denunciare alla luce del sole, ma si nascondono dietro il vile gesto dell'anonimato per sfogare il proprio rancore e le proprie frustazioni spesso a scapito dei veri interessi del paese.
Adesso speriamo che gli investigatori riescano a dire con chiarezza come stanno le cose e se vi siano stati o meno dei reati che comunque vanno sempre perseguiti e pagati da chi ha sbagliato.
Altro caso eclatante è stato rappresentato dal blocco dei cantieri di lavoro per motivi burocratici legati alle competenze dell' ASP sanitaria.
Non vogliamo entrare nel merito delle contestazioni nel capire se siano solo formali o sostanziali e di chi siano le responsabilità, ma non possiamo non evidenziare come vengano ulteriormente frustrate le necessità di tanti lavoratori che hanno bisogno del sussidio previsto per le loro prestazioni e dei cittadini che necessitano di vedere completate le opere oggetto degli interventi dei cantieri di lavoro.
Dopo la bufera politica conseguente al consiglio comunale che aveva all'ordine del giorno gli indirizzi per la redazione del piano regolatore che si era concretizzata con lo scioglimento della Giunta da parte del Sindaco e con la relativa riproposizione della stessa, sembrava che almeno la fase politica si stesse rasserenando.
Invece, secondo quanto riportato dalla stampa, ricomincia un altro giro di valzer degli assessori e delle deleghe.
La conseguenza sarà che oltre alla già aggravata e pesante situazione a seguito delle indagini giudiziarie, contribuirà anche quella politica a rendere ingovernabile l'attività amministrativa.
Speriamo che si tratti di qualche mal di pancia politico che presto passerà perchè altrimenti i cittadini avrebbero ulteriori ragioni per disaffezionarsi da tutto e da tutti perchè non capirebbero più i motivi per cui la classe politica pachinese si occupa di tutto tranne che di risolvere i gravi problemi della gente.
Perciò smettetela di litigare per una poltrona od una delega e mettetevi seriamente a lavorare.


sabato 2 aprile 2011

FRA I COMUNI A VOCAZIONE TURISTICA ANCHE PACHINO E PORTOPALO


E' stato pubblicato, oggi, sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana il decreto dell'assessore regionale al Turismo, Daniele Tranchida, sui comuni a vocazione turistica, con il bando per consentire alle località che dimostreranno di averne i requisiti, di essere inseriti. I comuni interessati avranno 30 giorni di tempo per presentare la domanda all'assessorato.
"Sono 88 - dice l'assessore regionale al Turismo, Daniele Tranchida - le località nella lista, per l'attivazione delle linee di intervento del Programma operativo Fesr 2007/2013, individuate sulla base di criteri oggettivi; ne fanno parte i nove comuni capoluogo, i comuni siciliani che rientrano nel club dei borghi più belli d'Italia riconosciuti dalla Consulta del turismo dell'Anci, insieme a i centri che vantano beni dichiarati dall'Unesco patrimonio dell'umanità, le isole minori, i centri di 'conclamata storica valenza turistica' e le località costiere che hanno ottenuto riconoscimenti dal Touring club e da Legambiente per la qualità delle acque".
Fra questi comuni la provincia di siracusa ne vanta otto fra cui il comune di Pachino e quello di Portopalo di Capopassero la cui precedente esclusione aveva sollvato numerose polemiche.
Gli otto comuni sono: Siracusa, Noto, Palazzolo, Ferla, Sortino, Avola, Pachino e Portopalo

APPROVATA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE

In un precedente articolo abbiamo trattato la proposta di legge del governo regionale relativa all’accordo in seno alla maggioranza per apportare alcune modifiche alla legge elettorale.

Avevamo espresso dubbi sulla rapidità dell’approvazione ma questa volta l'Assemblea Regionale ha smentito tutti.

Ebbene, con una rapidità sconosciuta ai nostri legislatori, le modifiche alla legge elettorale per la elezione dei sindaci e dei consigli comunali nonché dei Presidenti delle province e dei rispettivi consigli, è stata approvato da un ampio schieramento compresa parte dell’opposizione.

Naturalmente le norme approvate sono il frutto di un compromesso e di uno scambio di favori politici fra maggioranza ed opposizione, ma adesso possiamo valutare la portata delle modifiche su basi più concrete essendo diventate leggi della Regione.

Fra le conferme di quanto inserito nella proposta di legge vi è quella della scissione fra il voto assegnato al consigliere prescelto e quello assegnato al candidato Sindaco o Presidente della provincia.

Con la normativa precedente se si votava un consigliere di una lista collegata al candidato Sindaco o Presidente, il voto, anche se non espresso, andava automaticamente a questi due.

Vi era cioè l’effetto trainamento per cui erano le liste che determinavano l’elezione del Sindaco o del Presidente di provincia.

Adesso è obbligatorio esprimere, nella stessa scheda, anche la preferenza per il Sindaco o il Presidente che potrà essere scelto indipendentemente dallo schieramento di appartenenza del candidato consigliere cui si è data la preferenza.

Questo porterà il Sindaco o il Presidente ad avere un loro quoziente elettorale diretto e diverso rispetto alle liste.

La lotta diventa più diretta fra i vari candidati e ci sarà meno imposizione da parte dei gruppi politici che non potranno più determinare la scelta di un candidato anche se non gradito agli elettori.

Un’altra importante conferma è quella relativa alla possibilità che i consiglieri comunali e provinciali possano essere nominati assessori senza doversi dimettere dalla loro carica come avviene attualmente con relativo mercato e colpi bassi di rivalsa partitica e correntizia.

Difatti spesso succede che si promuove un consigliere assessore per poterlo poi subito sostituire e farlo fuori dai giuochi della politica.

Vi è però una limitazione che pensiamo sia giusta ed importante e cioè che le Giunte possono avere solo la metà di assessori consiglieri e metà di esterni.

Sul piano strettamente elettorale vi è un’importante modifica relativa ai comuni con popolazione compresa fra i dieci ed i quindicimila abitanti che, a mio parere, bisognava estendere almeno fino ai venticinquemila abitanti e cioè l’elezione del Sindaco in un unico turno senza il ballottaggio.

Il candidato Sindaco che prende più voti al primo turno viene eletto senza andare al ballottaggio evitando il relativo mercato delle vacche ed i condizionamenti vari che si determinano in questa fase.

Nella provincia di Siracusa i comuni interessati a questa modifica, dal turno elettorale del prossimo anno, sono quelli di Francofonte, Melilli, Priolo, Palazzolo, Sortino, Canicattini e Solarino.

Questa nuova norma farà in modo che i partiti scelgano persone che abbiano una loro capacità di imporsi agli elettori ed obbligherà tutti a fare una scelta di schieramento subito senza aspettare di vendere dopo i propri voti.

Fra le norme approvate vi è quella relativa alla sfiducia al Sindaco o Presidente di provincia ed ai Presidenti dei rispettivi consigli.

Riteniamo giusto che si possa sfiduciare il presidente del consiglio in quanto era diventato l’unico incarico elettivo inamovibile per tutta la durata del mandato anche se fossero sopraggiunti validi motivi politici per la sostituzione e constatazione obiettiva di incapacità a svolgere il ruolo.

La sfiducia al Sindaco ed al Presidente di Provincia, già esistente, la si voleva rendere più difficile e meno soggetta al capriccio dei partiti e dei consiglieri reintroducendo la sfiducia tramite referendum fra tutti gli elettori.

Non è stato possibile e si sono alzati gli argini politici di salvaguardia dell’incarico prevedendo una sfiducia proposta dai due terzi dei consiglieri, ma non prima dei due anni di attività e non negli ultimi sei mesi.

Queste limitazioni permettono di dare il tempo, nei due anni, di dimostrare qualcosa ai cittadini che ne possa o meno giustificare la sfiducia ed evitare le furbate di qualcuno negli ultimi sei mesi.

Anche nella nostra provincia qualche sindaco si è fatto sfiduciare negli ultimi mesi per dimostrare di non avere terminato regolarmente il mandato e potersi ricandidare per il terzo mandato altrimenti escluso per legge.

Infine non possiamo non parlare della cosiddetta preferenza di genere che vuol dire che l’elettore avrebbe potuto esprimere una preferenza sia per il candidato maschio che per il candidato donna separatamente per permettere la presenza femminile nei vari consigli.

Questa proposta non è stata approvata per cui si potrà esprimere una sola preferenza indipendentemente dal sesso.

Questo della preferenza di genere è un argomento che accende il dibattito fra i pro ed i contro con argomenti convincenti da tutti e due le parti.

Personalmente sono stato sempre scettico sulla istituzione di una specie di riserva indiana per le donne in quanto ritengo che vada premiata ed incentivata la possibilità di essere scelti, uomini e donne, in base alle capacità ed ai consensi elettorali piuttosto che alla bellezza od al sesso.

Quindi una serie di norme che, pur essendo insufficienti e non complete per una buona funzionalità degli enti locali, sono destinate a rivedere una serie di consolidate prassi sia all’interno dei partiti che nelle stesse istituzioni.