sabato 28 novembre 2009

LA POLITICA REGIONALE FRA LOTTE PERSONALI ED ACCAPARRAMENTO DI POTERE

Non mi sembra che ciò che va in scena nel teatro della politica regionale sia materia da passare alla storia se non come fase di decadimento e di insensibilità verso i problemi reali della gente di Sicilia.
Non vogliamo schieraci per capire da che parte sta il torto o la ragione o peggio esercitare il diritto di tifoseria per l'uno o l'altro contendente.
Sappaimo che, assieme, contribuiscono al degrado della politica e delle istituzioni regionali che certamente non hanno bisogno di ulteriore conferma di questa loro vecchia peculiarità.
Se agli aspetti politici aggiungiamo le schizofrenie e le antipatie personalidi alcuni attori della politica regionale iniziando dal Presidente della Regione per passare al coordinatore regionale del PDL Castiglione ed allo stesso Miccichè, se ne deduce che mancano gli elementi base del vivere politico che sono la mediazione, la ricerca della convergenza e gli obiettivi strategici dell'interesse collettivo.
Un lusso che la maggioranza di centro destra non si può permettere è quello di riproporre le elezioni anticipate o di vivachaire con le formule più disparate compresi gli ammiccamenti al PD che sono eticamente e politicamnete improponobili. Ciò anche se Lombardo continua ad enfatizzare l'esperiena del milazzismo in Sicilia considerandosi un nuovo Milazzo anche se la nobiltà di quel gesto politico non mi sembra sia stato acclarato dalla storia.
Bisogna che si costringano questi focosi leader politici a trovare soluzioni di vicinanza tali da permettere l'inizio di un lavoro, anche se rattoppato, che possa dare qualche frutto per la nostra regione.
Non mi sembra che esista un problema UDC perchè questo partito si è quasi messo fuori da solo con gli attacchi a testa bassa verso il governo regionale ed i suoi uomini. Poi per avere dato netta la sensazione di ostacolare qualsiasi rinnovamento che possa intaccare i propri centri di potere e perchè la chiamata di aggregazione maggioritaria che gli fanno i cosidetti lealisti della PDL sarà destinata a morire con il concretizzarsi degli interessi di quest'ultimi.
Sullo sfondo della battaglia regionale esistono anche corollari difficili che investono partiti ed istituzioni.
Il partito che maggiormente è attraversato da profonde lacerazioni è il PDL con una grave spaccatura che ha portato alla costituzione del PDL Sicilia promosso dai fedeli di Miccichè e dai finiani regionali.
Non mi sembra che queste due anime del partito possano andare molto lontane da sole per cui stanno battagliando in attesa di disposizioni romane che tardano ad arrivare anche perchè le fibrillazioni fanno capolino anche ai piani alti dove, oltre alle problematiche di governo, esistono quelle interne di aprtito che sfoceranno, quasi inevitabilmante, nella presa d'atto che un grande partito non può non essere articolato anche se deve avere più rigidi criteri che ne garantiscano il distinguo senza sfociare nelle tribù persoanli.
Ma per la situazione siciliana che ha palesato per prima la necessità dell'articolazione il tempo può essere foriero di lacrazioni più profonde che potrebbero impedire le future convergenze per cui i vertici romani non devono perdere molto tempo.I ritardi eliminerebbero anche i margini di coagulo affidati anche all'azione dipolomatica di alcuni deputati, fra cui Titti Bufardeci, che alimentano le speranze di ricucita dello strappo.
Sul piano delle conseguenze istituzionali è logico prevedere che anche negli Enti locali le fibrilalzioni regionali troveranno, come sta avvenendo, terreno fertile per il posizionamento e gli interessi dei singoli a danno di quelli della collettività.
Ciò perchè assistiamo già ad una scarsa funzionalità di questi Enti dovuta anche all'insufficiente azione e preparazione politica di molti componenti le varie giunte che generano malcontento fra i cittadini sopratutto quando, in momenti difficili come quelli che attraversiamo, non vedono alcuna strategia e nessuna prospettiva, ma infinite riunioni per spartizione di sottogoverni vari e migrazioni di uomini in cerca di incarichi e di apapgamento delel aspettative personali.
Bisogna quindi mettere in campo tutti gli sforzi possibili affinchè vengano attutite le azioni gi guerriglia politica e si instauri un minimo di coesione che possa permettere la soluzione di alcuni inderogabili bisogni dei cittadini di Sicilia.


( Questo articolo è stato pubblicato sul settimanale " I FATTI DI SIRACUSA "del 28.11.2009 con il titolo - Bufardeci: assessori scarsi)

lunedì 23 novembre 2009

ORTIGIA: BENE ANCHE LA SECONDA, MA CHE SOFFERENZA



Vittoria casalinga per gli ortigiani al debutto davanti al proprio pubblico ( 200 spettatori circa ) che ha dovuto incitare più del dovuto i nostri ragazzi. Infatti, partita decisamente brutta nel primo tempo ( 6 - 9 ) dove i ragazzi del tecnico Di Vincenzo si fanno sorprendere dalla maggior aggressività mostrata dai catanesi che, con una discreta difesa profonda, mettono in seria difficoltà l'attacco ortigiano capace di segnare solo sei reti nel primo tempo, complice anche una lunga serie di errori al tiro degli ortigiani ( 7 i pali colpiti nel primo tempo ) .
La storia cambia nel secondo tempo, Di Vincenzo decide per una difesa diversa, passando dalla 6/0 alla 5/1. Il nuovo assetto difensivo mette al tappeto gli avversari che, totalmente disorientati, subiscono i contropiedi di Attardo e Minarda ed il risultato passa dal pesante 6 - 11 al fantastico 14 - 11 alla metà del secondo tempo. Il resto della gara è un mero controllare il risultato per i biancoverdi che mostrano con Giovanni Giannone ed Andrea Attardo giocate sublimi che fanno scoppiare di gioia i tifosi sulle gradinate del tensostatico.
" Credo che abbiamo un po' tutti sottovalutato l'impegno ed abbiamo subito così la maggiore voglia di vincere degli avversari, che ci serva d'insegnamento per il futuro " queste le parole del tecnico biancoverde subito dopo il fischio finale.

BRAVI RAGAZZI !!!

lo score : Magni, Abela, Minarda 7, Dell'Albani, Attardo M. 1, Giannone 8, Lorefice 3, Interlandi, Castagnino, Attardo A. 6, Zanir, Antonuccio.

venerdì 20 novembre 2009

ALLA GALLERIA ROMA INTERESSANTE INCONTRO DEDICATO AL POETA PACHINESE SALVATORE DI PIETRO


Presso la Galleria Roma di Siracusa si è svolto un interessante incontro dedicato al poeta pachinese Salvatore di Pietro difronte ad una platea numerosa e competente. Ad illustrare la vita e le opere del poeta nonchè a leggere alcune significative poesie del suo percorso poetico è stato il nipote Corrado di Pietro anch'egli poeta, scrittore ed esperto di tradizioni e cultura popolare.
E' stata una scoperta significativa di un personaggio importante del novecento per la ricchezza delle sue opere, la profondità dei suoi versi, l'impegno culturale e sociale che ha trasmesso nella poesia e nel vivere il suo tempo.
E' stata purtroppo anche la constatazione della poca riconoscenza che abbiamo spesso nei confronti dei filgi della nostra terra che con molta superficialità dimentichiamo e non apprezziamo il loro ingegno.
In particolare si è fatta una riflessione relativa alla indifferenza, che sfiora la dimenticanza, da parte dei cittadini e delle istituzioni del suo paese d'origine e cioè Pachino.
Nessuna iniziativa che ne riscopra e valorizzi un figlio che ha dato lustro al suo paese e che può rappresentare, assieme all'altro figlio dimenticato, Vitaliano Brancati, il fulcro per impostare una politica culturale per le nuove generazioni con influssi positivi anche per il turismo locale.
Come associazione dei Pachinesi nel mondo abbiamo deciso di farci carico di sensibilizzare l'Amministrazione comuanle di Pachino affinchè possa provvedere alla ristampa dei suoi libri di poesia e ad individuare iniziative utili per la valorizzazione culturale che merita.

lunedì 16 novembre 2009

ORTIGIA VINCE LA PRIMA

Comincia nel migliore dei modi il cammino dell'Ortigia nel campionato di serie B maschile. Infatti, dando prova di grande maturità, gli ortigiani non si sono fatti sorprendere dall'aggressività dei nisseni ed hanno conquistato tre punti pesanti. Partita sempre tirata che ha visto i ragazzi di Di Vincenzo bravi a respingere qualsiasi tentativo di reazione degli avversari che hanno cercato in tutti i modi ( a volte con molta irruenza ) di mettere in difficoltà Beto e compagni. L'inizio dell'incontro non è stato dei migliori lo dimostra il fatto che il punteggio si è sbloccato solo dopo 12', complice la tensione della prima e , soprattutto, le ridotte dimensioni del terreno di gioco che facilitavano il gioco difensivo.

Ora gli ortigiani prova decisamente maiuscola del capitano Marco Magni migliore in campo e capace di respingere innumerevoli tentativi dei nisseni ( praticamente un muro davanti agli avversari ) e di mantenere così costante il vantaggio di reti per la propria squadra.

In attacco buona la prova di Giannone ( miglior realizzatore con 9 reti ) che dalla distanza ha trafitto più volte la porta avversaria diventando il bersaglio delle "attenzioni" dei difensori. Buona anche la prova del neo-acquisto Lorefice che, in particolare nella seconda frazione di gioco, ha concretizzato i vari contropiedi imbastiti da Magni.

I complimenti vanno comunque a tutti i bianco-verdi che hanno saputo amministrare la gara, soprattutto dal punto di vista nervoso, concedendo alla fine ben poco agli avversari non mettendo mai in discussione il risultato finale.

Lo score Ortigia : Magni, Abela, Attardo M. 1, Giannone 9, Troia 3, Triolo 1, Castagnino 1, Calafiore 1, Lorefice 6, Minarda 2, Zanir, Antonuccio.

domenica 15 novembre 2009

IL MANIFESTO DEI DS DI PACHINO HA PIU' IDEOLOGIA CHE PROPOSTE


La polemica innescata dal gruppo dei Democratici di sinistra di Pachino nei confronti dei presunti sprechi in seno al comune di Pachino, ha trovato eco in un manifesto fatto affiggere in città.
Ritengo giusto che si evidenzino le cose che non vanno o che si ritengono non possano essere utili per la città sia che esse vengano messe in atto da chi amministra o da chi svolge il proprio ruolo di opposizione. Penso di essere fra coloro che svolgono un ruolo di evedenziazione di queste cose anche quando ad amministrare possano essere forze politiche a me più affine. Ma penso anche che bisogna focalizzare bene i problemi individuando anche le eventuali soluzioni e non limitandosi ad elaborare una serie di accuse ove entra tutto ed il contrario di tutto.
A mio avviso il manifesto dei DS risponde a questa logica dello scontento a tutto campo che non individua alcuna linea di proposta sulla quale aprire un confronto serio e conducente.
Accanto a problemi recenti e reali, su cui è giusto chiedere conto all'attuale Amministrazione, ne sono stati aggiunti altri che hanno una valenza strutturale e non sono addebitabili ai pochi mesi di governo di questa Amministrazione comunale.
Allora sarebbe opportuno che si abbandonasse la visione ideologica e retrò della politica e si inaugurasse una stagione" della critica e della proposta" che individui e focalizzi problemi e soluzioni che siano nell'esclusivo interesse del paese di Pachino.
In questa logica avevo interpetrato la proposta dellacostituzione di una Fondazione per gestire i locali del'ex Palmento Rudinì formulata dal commissario dei DS Bruno. Penso che questa sia la soluzione giusta e la strada da seguire da chi ha a cuore le sorti di Pachino che, nell'avversare ed evidenziare le storture che si potrebbero commettere nella gestione della cosa pubblica, si impegna a cercale le soluzioni giuste ai problemi della collettività.
Tutte le altre cose sono solo propaganda a volte inutile e dannosa.

venerdì 13 novembre 2009

ORTIGIA PALLAMANO DI SERIE "B" SI RIPARTE


Domenica pomeriggio si comincia.
Dopo vari cambiamenti, per i motivi che già si conoscono, l'H.C. Ortigia si appresta ad aprire la stagione ufficiale con la prima partita del campionato nazionale di serie B. I ragazzi del presidente Bufardeci saranno di scena al palasport di Caltanissetta dove, con inizio alle ore 17.00, affronteranno la temibile Nuova Audax, squadra esperta che cercherà di battere i biancoverdi per inviare immediatamente un forte segnale alle altre avversarie del girone.
Il tecnico Di Vincenzo dovrà fare i conti con qualche assenza pesante, Garofalo resterà a casa per problemi muscolari e Manuele sarà fuori per quasi tutta la stagione per impegni lavorativi.
Mancheranno delle pedine importanti - le parole del tecnico biancoverde - ma per fortuna ho a disposizione una rosa importante dove non mancano i buoni giocatori. I vari Attardo, Giannone e Triolo sono in gran forma ed i nostri avversari dovranno sudare parecchio per batterci.
Dunque, dopo un ottimo precampionato, si fa sul serio per gli ortigiani che partono come una delle compagini favorite per l'approdo in serie A/2 . Infatti, è opinione di molti addetti ai lavori che l'H.C. Ortigia sia già attrezzata per il campionato di categoria superiore e che possa quindi essere considerata la squadra da battere.

Non ci resta che augurare BUON CAMPIONATO ai nostri ragazzi !!!

giovedì 12 novembre 2009

LA POLITICA A PACHINO FRA SERIE VALUTAZIONI ED IGNORANZA CONSOLIDATA

Dopo le mie riflessioni sulla situazione politica nel comune di Pachino si sono impennate le visite di coloro che consultano il mio sito. Indubbiamente mi fa molto piacere perchè, considerate anche le lettere pervenute attraverso la posta di Facebook e le telefonate ricevute si può dedurre che ancora, a Pachino, vi sono persone che ritengono giusto che si facciano libere valutazioni di natura politica e sociale con l'obiettività di chi non è abituato a portare il cervello all'ammasso.
Ciò fuori dagli schemi di appartenenza perchè pensare secondo gli schemi della cordata o degli interessi di piccolo cabotaggio non rendono nè libertà nè obiettività, ma solo servilismo ed accattonaggio politico.
La politica è cosa diversa perchè deve portare ad un confronto serio, disinteressato e teso solamente al raggiungimento del bene comune.
Certamente è il pensare e l'agire con obiettività tenendo conto degli interessi della gente che può fare crescere una comunità come Pachino che necessita, oltre che di azione seria e concreta, anche di una cultura politica della cosa pubblica che, in questi hanni, sia la maggioranza di turno che l'opposizione, ha smarrito il senso vero e profondo del suo significato.
Anche per questo ho deciso di pubblicare un commento che mi è pervenuto in forma anonima per ribadire ancora una volta che ciò di cui non ha bisogno il paese di Pachino è, assieme alla mala politica, la deficienza di molti anonimi che non hanno il coraggio del confronto perchè non hanno idee da sostituire al loro volgare interesse personale ed alla loro consolidata ignoranza.

FORUM A PALERMO DELLE ASSOCIAZIONI CATTOLICHE


Stamattina ho partecipato a Palermo al forum delle persone e delle Associazioni di ispirazione Cattolica nel mondo del lavoro. Il tema del forum è stato: LA PERSONA AL CENTRO DELLO SVILUPPO: Lavoro, sussidarietà, famiglia.
Il tutto inquadrato nell'ottica della dottrina sociale della chiesa ed in particolare dell'Enciclica di Benedetto VI°, CARITAS IN VERITATE.
La relazione principale del forum è stata svolta da padre Bartolomeo Sorge che ha approfondito gli aspetti del lavoro, della politica, della carità, della sussidarietà e dei valori alla luce della nuova Enciclica papale e nell'ambito della dottrian Sociale della Chiesa.Ne è seguito un approfondito contributo da parte dei rappresentanti delle Associazioni facenti aprted el Forum ( CISL Sicilia, Confcooperative, ACLI, Movimento Cristiano Lavoratori, Confartigianato, CDO di CL ). I lavori sono stati conclusi dal'intervento del segretario nazioanle della CISL Raffaele Bonanni.

domenica 8 novembre 2009

IL CORVO ANONIMO SI RIAFFACCIA A PACHINO

Il " corvo" di Pachino torna nuovamente a colpire con l'immancabile lettera anonima contro i politici locali.
Da anni Pachino è famosa per la quantità di lettere anonime che hanno invaso la politica locale con le nefandezze più fantasiose contro tutti e contro tutto. E' un malcostume che ha avuto parecchi scrittori di lettere anonime, anche se il vociare del sottobosco dichiarava di conoscere nomi e cognomi, che hanno avvelenito il clima sociale del paese ed hanno contribuito a schiacciare il paese nel sottosviluppo politico, culturale e sociale in cui si trova ancora.
Forse in questa situazione hanno trovato attuazione gli interessi economici e personali dei corvi di turno che dal fango con cui hanno imbrattato gli altri, hanno tratto lauti guadagni. Noi non sappiamo se il Corvo di quest'ultima lettera anonima sia collegato a quelli del passato o sia esso stesso un membro di quella cricca, ma riteniamo di considerarlo un verme così come abbiamo sempre considerato quelli che nel passato hanno svolto questo ruolo.
Sono semplice fogna della società e vermi striscianti perchè, se hanno qualcosa da dire ai vari consiglieri comunali od a qualsiasi cittadino, si rivolgano palesamente alla magistratura e non si nascondano dietro uno scritto anonimo vegognoso e da rifiuto della società.

C'E' CONFUSIONE AL COMUNE DI PACHINO


La mia impressione è che al comune di Pachino regni una marcata confusione politica ed amministrativa.
Sul piano politico abbiamo assistito ad un valzer di passaggi dallo schieramento di opposizione a quello di maggioranza da rimanere allibiti sopratutto per la rapidità e la quantità di soggetti eletti che hanno abiurato alla loro battaglia elettorale per sposare la causa dell'avversario che avevano veemente ostacolato fino ad alcuni giorni prima.
Anche alcune nomine di soggetti politici alla guida di schieramenti locali lasciano scie di perplessità che non chiariscono il quadro entro cui si vuole costruire una identità politica al comune di Pachino.
Sul piano più strettamente amministrativo si ha la sensazione che non vi sia un progetto che possa definire le linee guida e le priorità di un'azione tendente a fare uscire il comune dalle secche in cui si trova anche per colpa di una politica economica forsennata che ha caratterizzato almeno gli ultimi sei- sette anni di amministrazione.
Oggi il problema prioritario è quello di intervenire drasticamente per mettere ordine nel bilancio comunale e di porre un freno all'indebitamento pubblico.
Ciò può avvenire attraverso una drastica diminuizione delle spese inutili ed una seria ed immediata azione che riduca drasticamente l'evasione e l'elusione fiscale e faccia pagare i tributi a tutti i cittadini e non ai soliti iscritti nei ruoli comunali che già pagano onerosamente.
Non mi risulta che le spese inutili siano state debellate dal momento che assistiamo ad erogazioni di somme di denaro a soggetti, più o meno esperti, che non lasciano capire l'utilità che possono apportare all'amministrazione comunale ed in quale quadro strategico si collocano.
Non abbiamo ancora capito quali direttive stia seguendo la politica fiscale del comune di Pachino dal momento che nessuno ha ancora indicato gli obiettivi e gli strumenti per raggiungerli.
A questa confusione se ne aggiunge un'altra di natura strutturale e riguarda i trasferimenti su larga scala che si stanno operando fra il personale comunale da un ufficio all'altro che, se giusto per determinate situazioni, per l'ampiezza del provvedimento stesso e nel coinvolgimento contemporaneo di un numero elevato di soggetti, può portare al caos .
Possiamo portare ancora pazienza ed aspettare di verificare se le nostre perplessità siano dovute al fatto che ignoriamo i provvedimenti che il comune ha messo in atto o che i tempi delle amministrazioni comunali sono lunghi per vedere i primi frutti, ma dopo quasi sei mesi possiamo dire che quello che abbiamo capito dalle prime luci del mattino ci lascia perplessi per il prosiego della giornata.

mercoledì 4 novembre 2009

IL CICLONE CANOSSIANI A PACHINO




Cinquant’anni fa i Padri Canossiani arrivarono come un ciclone ed, in breve tempo, avvolsero tutta Pachino.
Avevo da poco superato i sette anni, era il 1954, quando assistetti al tripudio di folla che lungo la via Nunzio Costa accolse i primi sacerdoti, “ quelli del continente” che erano arrivati per prendere possesso della parrocchia di San Corrado alla periferia del paese,nei pressi dell’abbeveratoio, lungo la strada per Spaccaforno.
Fu un’insieme di festa, di curiosità e di fede.
Nessuno avrebbe mai pensato che assistevamo all’inizio di una grande ripresa spirituale e di un forte rapporto di stima e partecipazione fra pochi sacerdoti ed un intero paese.
I nomi di Padre Modesto Giacon, il primo allampanato parroco dalla travolgente oratoria, dalla forte cultura e dall’irresistibile carisma.
Padre Filippo Martissa, taciturno e grande organizzatore sempre disponibile ed affezionato a noi ragazzi.
Padre Lucinao, buono e sempre disponibile.
Il tuttofare Padre Tarcisio dall’aspetto burbero, ma dal cuore d’oro, che ci insegnò i giusti comportamenti per essere dei bravi chierichetti e ci faceva provare il piacere di suonare le campane anche se ci arrossivano le mani nel tirare le lunghe funi.
In un Paese provato dalla miseria , dal faticoso lavoro dei campi, dall’analfabetismo e da una accentuata visione egoistica della vita, i padri Canossiani non aspettarono il proprio gregge, ma lo andarono a cercare.
Portarono la chiesa fra la gente anche più riottosa e ribelle che, alla fine, dovette cedere.
La mattina, quando ancora non si vedeva la luce dell’alba e la sera tardi quando i contadini partivano o ritornavano dai campi, si fermavano a parlare con loro della famiglia, del raccolto, della salute, instaurando un personale rapporto comunicativo che li portò ad essere considerati degni di rispetto.
Era anche un periodo di forte contrapposizione politica e, soprattutto la parte del paese di competenza della parrocchia di San Corrado pullulava, di militanti comunisti e di atei.
Questi sacerdoti, senza mai fare politica, seppero andare di casa in casa per capire i bisogni della gente, per offrire i servizi parrocchiali a tutti, per cercare di allontanare i bambini dalla strada e condurli dentro l’oratorio.
Al loro carisma si arrese anche la povera, proletaria, rissosa e comunistissima strada del Basalato.
I ragazzi frequentavamo a flotte l’oratorio parrocchiale ove apprendevamo i giuochi di società, le partite al bigliardino,le ottime letture dei giornalini, “Il Corriere dei Piccoli” ed “Il Vittorioso”, in particolare ed iniziavamo il nostro cammino di fede ed il primo impegno sociale.
Siamo passati dalla legge della sopraffazione della strada al confronto ed alla emulazione dell’oratorio.
I nostri premi erano un bicchiere di latta pieno di ghiaccio tritato con l’aggiunta di sciroppo di menta o di ciliegia oppure, nelle occasioni più significative, la partecipazione al pranzo con i sacerdoti della parrocchia davanti ad un bel piatto di pasta asciutta o la mangiata serale delle castagne.
L’aspetto ricreativo, propedeutico al percorso di fede, era molto importante nell’offerta formativa dei canossiani.
Con loro si diede vita ad un campo di calcio ed a tornei fra ragazzi con i preti che facevano gli arbitri, ma spesso anche i giocatori.
Si incominciarono le prime gite parrocchiali che, sopratutto per le famiglie, si concludevano spesso a Noto, presso l’eremo di “San Corrado di fuori “o nella chiesa della Madonna Scala che venivano immortalate dalle prime macchine fotografiche munite di autoscatto..
Lasciati i vecchi pulman lungo la strada provinciale ci recavamo a piedi nella vallata ove bivaccavamo fra la rigogliosa vegetazione solcata da un fiumiciattolo.
Visitavamo anche le grotte dove, secondo la tradizione, l’eremita Corrado aveva ricevuto i banditi che l’avevano costretto ad allargare la grotta con la forza delle spalle, o le piccole grotte nella parte alta del costone dove egli abitava, così come ci inginocchiavamo ai piedi della grata che, all’interno del Santuario, delimitava lo spazio ove erano visibili le impronte delle ginocchia del Santo lasciate sul terreno dopo le lunghe preghiere.
Con le gite dei Canossiani, guidati da padre Giorgio, i ragazzi allora lupetti o esploratori, scoprimmo il nostro territorio.
Conoscemmo e visitammo la grotta preistorica di Calafarina con le sue stalattiti ed i suoi cunicoli abitati dai pipistrelli, la grotta dei “Quarrugghi” e le piccole grotte della necropoli del “ Cavittuni “.
Ricordo ancora l’odore che emanava la terra di quelle zone colpita da una fitta pioggerella durante una nostra visita in bici bruscamente interrotta dalle cattive condizioni atmosferiche.
Allo stesso modo una passeggiata di pochi chilometri in bicicletta si trasformò in un viaggio fino al Convento dei frati cappuccini di Ispica situato sul poco accessibile costone roccioso che domina il panorama fino al mare della Marza e di Pachino.
Per la prima volta apprezzai, senza mai più dimenticarlo, il sapore di una tazza di pasta con broccoletti che i frati cappuccini ci offrirono per alleviare la nostra fame e la nostra stanchezza.
Ma la gioia di vivere queste esperienze con i canossiani superava ogni nostra spossatezza.
A Pachino i contadini facevano a gara nel regalare alla parrocchia i frutti della loro terra così come gli artigiani si offrivano per prestare gratuitamente i loro servigi per organizzare l’oratorio, sistemare a campo sportivo l’attiguo terreno o a realizzare i giuochi per i ragazzi.
Fu tutto un fiorire di chierichetti, di lupetti, di esploratori, di coccinelle e di guide e molti fedeli giunsero anche dalle altre parrocchie.
Il vecchio scantinato non bastò più per la celebrazione delle messe e si pensò alla nuova attigua chiesa.
Nel periodo di maggiore intensità liturgica, quale il Natale e la Pasqua, molte volte padre Modesto fu chiamato, anche a furor di popolo, a predicare, per tutte le parrocchie, presso la Chiesa Madre.
Arrivarono anche le suore canossiane che ci aiutavano nel catechismo e ci vigilavano nel corso della messa domenicale dedicata solo ai ragazzi o nei lunghi incontri pomeridiani del catechismo che padre Modesto trasformava in una rappresentazione teatrale raccontando la vita dei Santi, degli apostoli e le parabole di Gesù con una tale passione che ci coinvolgeva interamente.
Grande fu il dolore quando, per le regole dell’Ordine, i primi sacerdoti furono destinati ad altri luoghi e dovettero lasciare la parrocchia così come nel tempo toccò a tutti gli altri, ma anche grande la gioia nel sapere che, dopo alcuni anni, il nostro parroco era diventato il padre Generale della congregazione canossiana.
Gli altri sacerdoti hanno continuato e continuano ad operare nello spirito di Santa Maria Maddalena di Canossa ed i giovani continuano a frequentare l’oratorio e la parrocchia di San Corrado.
Spero che possano trarre, a distanza di cinquant’anni, gli stessi frutti che la nostra generazione ha avuto dal momento pionieristico della presenza canossiana a Pachino e, assieme all’intero paese, possano come noi ringraziarli per sempre per quello che ci hanno dato e ci hanno insegnato.

( Questo articolo è stato pubblicato sul numero di ottobre della rivista ARCHE' )


lunedì 2 novembre 2009

LE TASSE ( IN ) GIUSTE: Spesso il dato catastale sugli immobili non risponde al vero. Il "metodo" Noto

Il “ Quotidiano di Sicilia”, nei giorni scorsi ha posto l’accento sulla difficoltà finanziaria in cui versano i comuni e sulla loro incapacità di provvedere ad incrementare le entrate comunali.
I giornalisti che hanno redatto i servizi si sono preoccupati sopratutto di evidenziare come le entrate dell’ICI siano quelle che vengono meno attenzionate da parte degli Enti Locali, sopratutto siciliani, che non si dotano degli strumenti necessari per aumentare il gettito fiscale proveniente da questa fonte.
La risposta che però davano ed il suggerimento ai comuni non era all’altezza dell’analisi dal momento che, suggerendo con apposite interviste, di stipulare convenzioni con l’Agenzia delle Entrate e del Territorio, si suggeriva uno spaccato limitato e non esaustivo rispetto alla soluzione del problema.
Dette convenzioni, difatti, affrontano il dato della rispondenza finanziaria del dato catastale ed immobiliare secondo una visione che può agevolare la burocrazia comunale del settore, ma non affrontano il problema in modo strutturale e definitivo attraverso una riorganizzazione del sistema di lavoro degli uffici e della stabilità supporti tecnici.
Intendiamo dire che se il comune, nella formulazione della sua politica fiscale si pone l’obiettivo dell’incremento delle entrate, non può limitarsi ad aggiustare ad esempio i dati catastali degli immobili secondo ciò che risulta all’Agenzia del Territorio senza un’opera di pulizia del dato stesso che possa rispondere alla reale situazione di fatto dell’immobile che spessissimo è diversa da quanto riportato al catasto.
Ciò si verifica sia per quanto attiene la categoria di accatastamento, sia sulla veridicità della consistenza che sul valore immobiliare.
A questa inesattezza del dato catastale si aggiunge l’impossibilità di verificare gli immobili che sfuggono totalmente al controllo del Catasto dal momento che non sono censiti completamente o dichiarati in modo parziale.
La regolarità del dato su cui impiantare la politica finanziaria del pagamento delle tasse dei cittadini risulta estremamente importante per togliere le sperequazioni che esistono fra cittadini onesti e cittadini che sfuggono al loro dovere in merito alla tassazione comunale. Ciò riguarda sia l’IC, anche per il recupero ancora possibile degli anni arretrati per la prima casa, sia per il pagamento della Tassa sulla spazzatura che continua a pesare sempre più su coloro che fanno il loro dovere di cittadini e viene elusa da molti altri.
Ecco perchè molti comuni si stanno dotando di un’anagrafe immobiliare che non si limita semplicemente a raffrontare i dati catastali, ma effettuano un controllo di rispondenza reale fra l’imposta pagata e la consistenza immobiliare.
Ciò può solo assicurarla una sinergia di diverse banche dati ( Anagrafe comunale, catasto, piano regolatore, aereofotogrammetria, piano regolatore licenze edilizie ed altro ) che vengono elaborate attraverso sistemi informatici capaci di dare alle strutture comunali un dato reale degli immobili del territorio e dei terreni sottoposti a tassazione senza la paura delle cartelle pazze che hanno.
Difatti le veridicità e la rispondenza del dato su cui il comune esercita il diritto di tassazione elimina anche il contenzioso tributario perchè la contestabilità da parte dell’utente risulta essere quasi zero dal momento che esso risponde all’effettiva consistenza patrimoniale del cittadino.
Dal punto di vista politico gli amministratori, oltre a recuperare ingenti somme per il bilancio comunale, effettuano una politica di equità fiscale fra i cittadini non tartassando sempre gli stessi.
In provincia di Siracusa il comune che ha messo in atto, da alcuni anni, questo circolo virtuoso è quello di Noto ottenendo risultati eccellenti per la finanza comunale e per la organizzazione dei servizi interni e di quelli resi direttamente ai cittadini attraverso anche l’accesso on-line ai vari servizi.
Adesso molti comuni che non si vogliono accontentare di un mero restailing del metodo di imposizione fiscale, ma vogliono porre mano ad una moderna ristrutturazione dei dati e dei servizi effettuando una sinergia fra le diverse strutture comunali ed i cittadini si stanno adeguando al “metodo Noto “ e stanno mettendo in atto gli opportuni strumenti per adattare ai tempi moderni della informatizzazione globale le proprie strutture che sono ancora ferme ad anacronistiche visioni settoriali senza alcuna azione di organizzazione totale della struttura comunale.

( Questo articolo è stato pubblicato sul settimanale : I FATTI " di domenica 1 novembre 2009 )