sabato 2 ottobre 2021

 


GLI ARTIGLI DELLA LEGA SUL PROGETTO INTEL IN SICILIA

IL LAVORO VA SEMPRE AL NORD? TACCIONO I SICULI-LEGHISTI

 





Il progetto della multinazionale Intel di posizionare un proprio stabilimento di microelettronica in Italia, nell’ambito della strategia europea per lo sviluppo, l’occupazione e la competitività della propria economia, ha già evidenziato gli artigli leghisti che, per bocca del ministro leghista allo sviluppo economico Giorgetti, assegnano prioritariamente al Piemonte questa opportunità di ulteriore sviluppo.

Si fanno quindi benedire tutti i proclami leghisti a favore del Sud e della Sicilia e dimostrano la falsità di un’azione politica che, puntando sulla consolidata storica disponibilità servile degli ascari locali, mira solamente a raccogliere quanti più consensi possibili al Sud per utilizzarli a favore degli interessi esclusivi del Nord.

Eppure questa volta non possono dirci che vogliamo costruire cattedrali nel deserto. Non possono dirci che non abbiamo pronti i siti necessari per l’insediamento. Non possono dirci che non abbiamo le esperienze, le competenze, i centri di ricerca idonei, le professionalità, le competenze universitarie e persino il capitale umano ai vari livelli da utilizzare.

Il sito dell’Etna Valley, dove già opera da molti anni la STMicroelectronis ed altre aziende già impegnate nel settore strategico della nanotecnologia e della microelettronica, così come la zona industriale del siracusano, come ha proposta il sindaco di Priolo Pippo Gianni, con le sue strutture ed i suoi capannoni già disponibili, potrebbero in sinergia, rappresentare le condizioni più idonee per l’allocazione del sito della INTEL.

Potrebbe essere questa una concreta e fattibile soluzione per determinare le migliori condizioni di sviluppo per il Sud e la Sicilia basato sull’innovazione tecnologica e sulla produzione di elementi fondanti per l’economia del futuro.

Eppure c’è chi, come la Lega, lavora sempre per depredare il Sud e la Sicilia a favore degli interessi del Nord lasciando lo sviluppo economico del nostro territorio all’elemosina del reddito di cittadinanza anche se, a parole, ne chiede la soppressione, ma nei fatti ci impedisce di superarlo con lo sviluppo serio, vero e concreto e con la conseguente occupazione frutto di lavoro stabile e prospettico.

Su tutto questo la pseudo classe politica meridionale, passata velocemente al servizio degli interessi elettorali della Lega, tace senza ritegno.

Questo treno importante non può passare con la passività complice dei meridionali, ma deve essere difeso con le unghie ed i denti perché potrebbe essere definitivamente l’ultimo.

Basta con le logiche dei partiti e con gli interessi di bottega, ma necessita una strategia d’insieme per impedire ulteriore arretratezza del meridione e depauperamento del suo tessuto umano.

Sr 02/10/2021                                                                  PIPPO BUFARDECI