martedì 29 dicembre 2009

IL NUOVO GOVERNO REGIONALE: SVOLTA POLITICA O ULTERIORE CASINO?


E' nato il terzo Governo regionale presieduto da Raffaele Lombardo e non si può dire che goda di ottima salute dal momento che si nutrono seri dubbi sulla sua durata e su coloro che politicamente lo assistono per farlo diventare grande.
Non vi è dubbio che, sul piano politico, esso rappresenta uno sconvolgimento importante perchè taglia fuori gran parte della maggioranza che aveva vinto le elezioni e spacca verticalmente il partito più rappresentativo che è la PDL ed immette nell'orbita del potere regionale la forza di opposizione rappresentata dal PD.
Sarebbe un bene per la Sicilia se esso nascesse effettivamente per fare le riforme di cui si ha bisogno per lo sviluppo del territorio regionale, ma queste riforme sono ancora troppo vaghe nella loro impostazione legislativa per permetterci di affermare che saranno approvate da tutti i partecipanti alla nuova avventura.
Quello che possiamo dire si rintana nella vecchia espressione che avvolge da sempre noi siciliani che sta nella parola " vedremo" che accende speranze da sempre, ma non le concretizza mai.
Personalmente ritengo che l'avventura della parte del PDL che ha scelto di stare con Lombardo sia giusta nelle motivazioni iniziali della scelta che era diretta contro gruppi politici e di potere di zavorra per un serio lavoro di riforme, ma sul piano strategico del lungo respiro politico, nutro forti dubbi che possa avere risultati utili e duraturi.
La stessa PDL nazionale, e per essa Berlusconi in persona, non sa cosa fare e rinvia ogni decisione che possa chiarire la vera strategia e la vera possibilità di riuscita di questa operazione che non è di ricerca di nuovi scenari di alleanze, ma della capacità di tenere assieme interessi e strategie diverse fra soggetti che militano nello stesso partito.
Prima o poi Berlusconi dovrà decidere e non deciderà a favore degli uni o degli altri perchè non potrà creare situazioni di disgregazione del suo gruppo politico o di precedenti da imitare per cui cercherà una linea di condotta sulla quale richiamerà tutti a raccolta pena l'estromissione dal partito e dalle varie candidature regionali e nazioanli.
A questo punto tutto ricomincerà su nuove basi che non potranno non essere stabilite che da una nuova tornata elettorale ove l'esito finale chiarirà maggioranze e strategie all'interno sopratutto del nuovo partito della PDL che ne verrà fuori.
Lombardo sarà quindi chiamato ad una nuova scelta strategica fra destra e sinistra che non lo vedrà più protagonista, ma alleato di uno schieramento che tenta di diventare maggioranza senza avventure milazziane.
Nel centro destra penso che, nell'ambito di una riconciliazione per via elettorale, avranno il sopravvento gli attuali dissidenti perchè potranno far fruttare le leve del potere del Governo regionale e la eventuale amicizia di Lombardo, sia come alleato che come nuovo patner interno del partito di Berlusconi, pur di emarginare il gruppo del duo nemico Firrarello-Castiglione.
Ma il Partito Democratico cosa ci guadagna?
Innanzitutto la possibilità di rompere la compattezza del centro destra ed avere un avversario meno forte elettoralmente e poi il rinvio di una competizione elettorale che, se si svolgesse adesso, potrebbe vederlo sconfitto in mezzo al guado.
Il PD ha bisogno di riorganizzarsi e di trovare nuove parole d'ordine sulle quali coagulare il consenso elettorale che adesso è ai minimi storici proprio perchè non ha una strategia ed obiettivi condivisibili con gli elettori.
In secondo luogo, nella disperata ricerca di alleati non riconducibili all'estremismo di Di Pietro ed Orlando, spera in un accordo con Lombardo nel caso fosse scaricato dal centro destra e quindi importante, ma non determinante nè in posizione di leader.
Chi sarà destinato ad uscire con le ossa rotte e fuori da qualsiasi alleanza sarà l'UDC regionale che è il partito che maggiormente porta il peso dell'etichetta di affossatore delle riforme e di nume tutelare di interessi non riconducibili a quelli generali.
Poichè quest'accusa viene fatta propria sia dal centro destra di Governo che dalle forze di tutto il centro sinistra se ne deduce che le possibilità di alleanze e di vittoria finale si riducono al lumicino per il partito di Cuffaro.
Siamo quindi nella fase della costruzione delle fortificazioni in attesa della chiamata alla guerra, da parte di Berlusconi, che potrebbe creare anche un beneficio indiretto alla Sicilia se questa chiamata si prorogherà ancora nel tempo e se il gruppo di Governo regionale saprà mettere in cantiere qualcosa di positivo per la Sicilia anche al solo scopo di dimostrare, in campagna elettorale, di essere migliori degli esclusi per cui tutto questo casino aveva un senso farlo altrimenti rimarrebbe solo un ultriore casino di cui non se ne avvertiva il bisogno.


venerdì 25 dicembre 2009

BUON NATALE A TUTTI VOI




sabato 19 dicembre 2009

" DIMEZZIAMO L'INDENNITA' "I costi della politica non sono determinanti nella situazione debitoria dei comuni, ne intaccano però l'aspetto morale

Ancora una volta la scure dei tagli effettuati nel nome del risparmio e della lotta agli sprechi si abbatte sulla istituzione comunale già di per sè fortemente provata dall'insufficiente capacità finanziaria che non permette risposte adeguate ai problemi dei cittadini.
Non perchè non esistono gli sprechi a livello di enti locali, anzi sono ancora molti dovuti sopratutto alla discrezionalità di spesa delle varie amministrazioni, ma perchè si punta maggiormente su aspetti ideologici e di facile impatto emotivo.
Mi riferisco all'ulteriore demagogia relativa ai tagli sul numero dei consiglieri comunali e degli assessori che vengono additati come la panacea giusta per i risparmi e per la lotta agli sprechi, ma non si mette in evidenza la vera ragione per cui esistono i consiglieri comunali che non è solo di natura economica, ma concretizzano un aspetto importante della democrazia.
Naturalmente alla vista di certi consiglieri che calcano gli scanni comunali ai nostri giorni o fanno politica non non saremmo portati ad avere grossi stimoli verso la democrazia, ma per fortuna ci dobbiamo incamminare lungo la strada della funzione che si va ad esercitare piuttosto che su coloro che temporaneamente sono chiamati ad impersonare quella funzione.
Quindi, nel nostro sistema democratico, la funzione degli eletti è importantissima ai fini di assicurare la rappresentanza istituzionale e le istanze sociali da parte di quella parte della società che li ha eletti affidando anche la gestione di quel potere che è lo strumento per una crescita sociale che si raccordi il più possibile con le istanze indicate dagli elettori.
E' per questo che la diminuizione di detta rappresentanza non fa altro che comprimere la rappresentazione istituzionale delle varie articolazioni del tessuto sociale che si espreme ai livelli primari di partecipazione qual è quello che si determina attraverso la elezione dei consiglieri comunali.
Se ne deduce che il tutto non può perciò ricondursi ad una semplice diminuizione del loro numero come se si trattasse di un consiglio di amministrazione di una società che ha univoco l'oggetto sociale e tende al raggiungimento di quel solo obiettivo condiviso ritenuto necessario e vitale per il perdurare e la crescita della società stessa.
In un sistema mono culturale e univoco nel raggiungimento degli obiettivi, il numero delle persone chiamate a raggiungerlo può variare solo in funzione dell'efficienza perchè la visione strategica è univoca.
In una società politica e di rappresentanza invece la diminuizione o l'aumento del numero di coloro che sono chiamati a contribuire al bene comune è anche indice di apertura democratica alle varie istanze o di visione totalitaria della società.
Sul piano pratico, con le tante incombenze che adesso sono nelle competenze degli enti locali, si corre il rischio di accentuare l'inefficienza dell'azione pubblica dal momento che poche persone dovrebbero occuparsi di competenze e deleghe molto complesse senza nemeno la possibilità fisica, oltre che culturale, di avere padronanza delle varie branche amministrative o di seguirne con sufficienza, anche di tempo,le incombenze.
La conseguenza di tutto ciò sarebbe un ulteriore burocratizzazione degli enti locali che verrebbero ulteriormente affidati ai dirigenti ed al personale dipendente anche nelle scelte strategiche senza alcun controllo di natura democratica e politica.
Allora, poichè esiste un problema di costi della pubblica amministrazione, si dovrebbe prioritariamente puntare alla drastica riduzione degli stessi attraverso il dimezzamento o l'annullamento dei compensi ai vari rappresentanti nella pubblica amministrazione perchè sono i " costi della politica" che, pur non contribuendo in modo determinante alla situazione debitoria dei comuni,ne intaccano però l'aspetto morale.
Ciò assieme ad una rivisitazione dei costi, diventati insostenibilmente esosi, della dirigenza ai vari livelli che incide nei bilanci degli enti e non assicura una adeguata rispondenza qualitativa alla gestione dell'ente stesso ed alle risposte ai cittadini in termini di servizi.
Una diminuzione del numero dei dirigenti ed alla pletora di vice e sostituti porterebbe, non solo ad una minore spesa, ma anche ad una maggiore efficienza per il venire meno della conflittualità che si determina all'interno dei dipendenti comunali per essere scelti dal potere politico-istituzionale per lo svolgimento di dette funzioni e per i relativi appannaggi e fra gli stessi e l'istituzione nello svolgimento del compito assegnatogli.
Sarebbe quindi necessaria una diminuzione del loro numero così come un limite temporale al loro mandato per cui non dovrebbero essere rinnovabili, dopo un certo numero di anni, nell'esercizio del mandato dirigenziale ed anche la possibilità, per quelli apicali,di una loro cessazione di funzione che li porti fuori dall'ente di appartenenza, al venir meno della funzione elettiva che li ha scelti.
Siamo consapevoli che queste proposte, sia pure limitate e numericamente esigue, necessitano di una forte volontà e capacità politica per essere attuate e, pur non avendo eccessiva fiducia nei soggeti presposti alla loro eventuale applicazione, riteniamo utile parlarne per dare un contributo verso l'esistenza di un problema che potrebbe avere soluzioni meno complesse di quanto si possa pensare.

Pippo Bufardeci

( Articolo pubblicato dal settimanale I FATTI DELLA DOMENICA attualmente in edicola n.° 43 del 2009 )

venerdì 18 dicembre 2009

IL COMUNE DI PACHINO COMPRERA' I LOCALI DELL'EX STANDA?. SPERIAMO CHE DOCET L'EX DIANA

Secondo notizie di stampa il comune di Pachino si appresta a comperare gli ex locali di via Unità che erano adibiti a Supermercati Standa a cavallo fra gli anni settanta ed ottanta e che, successivamente, hanno ospitato alcuni servizi ed aule dell'istituto industriale Bartolo.
Non conosciamo in che condizioni strutturali e funzionali si trovano questi locali in quanto non utilizzati da alcuni anni per cui non sappiamo se essi necessitano di un'ulteriore sostanziale spesa di ristrutturazione oltre ai circa ottocento mila euro che dovrebbero servire per l'acquisto.
Riteniamo che detti locali potrebbero servire solo se funzionali a permettere una sostanziale diminuzione degli affitti che paga il comune trasferendo molti uffici decentrati.
Però c'è da dire che si creerà un ulteriore ingorgo in Piazza Vittorio Emanuele e nelle strade limitrofe perchè sarà un problema gestire l'aumento del flusso veicolare che necessariamente si creerà con la messa in funzione di uffici comunali in quella zona.
Personalmente resto sempre dell'avviso che il comune di Pachino dovrebbe fare ogni sforzo affinchè si ristrutturi il vecchio edificio scolastico di via Mallia, sopratutto l'ala attualmente non utilizzata per problemi di sicurezza e di pericolo di crolli e trasferie lì molti uffici comunali.
Si potrebbe chiedere un contributo straordinario alla protezione civile regionale in considerazione del fatto che potrebbe rappresentare un pericolo per gli alunni ed il personale che opera nello stesso istituto.
Infine, se il comune procederà all'acquisto dell'immobile, speriamo che non faccia la fine del cinema Diana visto che ha in comune l'origine dell'utilizzo del suolo perchè quel sito è lo stesso dove sorgeva, negli anni cinquanta, la famosa Arena Tafuri.

mercoledì 16 dicembre 2009

INSERTO SPECIALE DEL GIORNALE DI SICILIA SULL'H.C. ORTIGIA DI PALLAMANO




DOMANI IL GIORNALE DI SICILIA DEDICHERA' ALL'HANDBALL CLUB ORTIGIA DI PALLAMANO UN INSERTO SPECIALE CON FOTO ED ARTICOLI. VI INVITO A COMPRARE IL GIORANLE COME DIMOSTRAZIONE D'AFFETTO NEI CONFRONTI DELLA SQUADRA.

sabato 12 dicembre 2009

SI A SIRACUSA GLI ASCARI PROLIFERANO

Interessante il discorso che riguarda l'autonomia politica della Sicilia. Ma fino ad oggi siamo agli enunciati,manca una strategia, un progetto, un'ipotesi

Nei giorni scorsi il Sole 24 ore ha pubblicato un sondaggio sulla volontà di voto degli italiani che dà un aumento di quattro punti alla PDL, di tre punti al PD ed una sostanziale tenuta degli altri schieramenti.Ma la cosa che maggiormente è stata evidenziata è l'alta presenza della PDL nel meridione.
Difatti, secondo il sondaggio, oltre il 50% dei voti berlusconiani sono di elettori meridionali per cui si potrebbe affermare che questo schieramento sia quello più accreditato per rappresentare gli interessi di questo territorio.
Allora la domanda che dobbiamo porci da meridionali è quella della verifica se effettivamente ciò avviene nella scelte di natura politica che vengono prese dal Governo del Paese in funzione della tutela degli interessi meridionali, della sua crescita economica, sociale e di sviluppo complessivo che possa colmare il gap negativo che lo distanzia da altre parti del suolo italico.
Se diamo uno sguardo all'azione di Governo ci accorgiamo che ciò non avviene almeno in modo sufficiente e capace di farci affermare che ci troviamo di fronte ad una inversione di tendenza rispetto alle politiche precedenti e di un' attenzione maggiore rispetto a quella riservata alle problematiche che investono la struttura sociale ed economica del nord.
Certamente non la valutiamo in modo conflittuale fra Nord e Sud, ma solamente in senso equitario di sviluppo e di condizioni paritarie delle opportunità che vengono riservati ai cittadini che vivono nell'area meridionale del Paese.
Sul piano politico è evidente l'influenza che la Lega Nord esercita sulle scelte strategiche del Governo con l'approvazione di provvedimenti che rispondono alle esigenze primarie degli elettori leghisti ed anche a gruppi dirigenti della PDL del Nord che fanno sentire forte la loro presenza nei Ministreri ed all'interno del partito di Berlusconi.
Naturalmente esercitano bene il loro mestiere di rappresentanti dei cittadini che li eleggono.
Dobbiamo, noi meridionali, verificare se anche i nostri rappresentanti esercitano bene il loro mestiere di perorare le soluzioni ai problemi che assillano questa parte d'Italia.
Molti dubbi ci vengono quando assistiamo a provvedimenti che aumentano giustamente le risorse per la cassa integrazione, per le piccole e medie imprese, per l'expo di Milano o l'ampliamento di autostrade o per la rottamazione delle auto di Torino.
Di contro non vi sono soldi a favore dei disoccupati, della creazione di nuovi posti di lavoro, per le autostrade, l'alta velocità, i servizi sanitari che sono alla base delle negatività sociali del Sud.
Manca cioè una strategia capace di dare risposte strutturali ai problemi del Mezzogiorno e di creare pari opportunità di sviluppo al territorio e possibilità di un lavoro che abbia radici locali quale presupposto di una vita dignitosa per i cittadini meridionali.
Il problema ritorna ad essere quello della rappresentanza politica che non può affidarsi a coloro che intendono sfruttare l'occasione per arricchire il loro patrimonio personale, come spesso è successo in passato e come purtroppo alcuni ancora intendono il presente,ma selezionare coloro che sono portatori di un progetto serio di impegno per lo sviluppo anche se l'assenza della preferenza rende problematica detta selezione.
Naturalmente questo vale anche per la minoranza politica che, in un sistema di alternanza, non dà garanzie superiori rispetto alla qualità politica ed alla capacità governativa.
In questa logica se la rivendicazione dell'autonomia politica che viene fatta a livello di regione Sicilia in questi giorni non risponde a visioni strumentali, di potere personale, di lotte fra gruppi interni ai partiti o di inciucio istituzionale, ma vuole essere una presa di coscienza forte ed un segnale politico importante a chi è deputato alle scelte strategiche di Governo, allora può essere visto con positività.
Però aspettiamo ancora di conoscere le strategie, i tempi di azione, gli obiettivi da raggiungere e sopratutto il coinvolgimento dei cittadini meridionali interessati al loro avvenire.
Tutto il resto, senza un'anima politica pulsante, rischia di chiudersi nella logica degli interessi di gruppi o singoli personaggi che,nel gioco delle parti, alimentano soltanto il perdurare dell'ascarismo storico.


( Questo articolo è stato pubblicato sul n°41/2009 di domenica 13 dicembre 2009; il titolo ed il sottotitolo sono del direttore del giornale )

giovedì 10 dicembre 2009

AUTOSTRADA SIRACUSA - CATANIA PRENDIAMO ATTO MA NON GIOIAMO


Finalmente stamattina è stata aperta al traffico la nuova ed ultima parte dell'autostrada Siracusa-Catania che ancora era nella disponibilità del cantiere e non dei cittadini.
Dovremmo tutti gioire, ma forse sarebbe bene riflettere sul fatto che ciò che ci è stato dato non è altro che una piccola fetta del pane che ci spetta.
Non abbiamo certamente risolto il problema relativo alla viabilità con la città di Catania e la Sicilia orientale dal momento che si tratta di una fetta di quella che autostrada non lo è ancora.
Mi riferisco al tratto restante fra Villasmundo e Siracusa che noi abbiamo sempre chiamato autostrada secondo il parametro di autostrada che intendiamo nel nostro territorio,ma che fa ridere tutti quelli che conoscono le autostrade del Nord o dell'Europa.
E' una fetta di asfalto meglio riuscita rispetto a quella che va con il nome roboante di autostrada Siracusa - Gela, ma è sempre qualcosa che non può soddisfarci.
Naturalmente noi apprezziamo coloro che a livello istituzionale si sono prodigati per questa realizzazione, ma vogliamo conoscere modalità e tempi che ci possano permettere di colmare il divario di civiltà che divide le nostre strade da quelle di altre regioni d'Italia.
Allo stesso modo apprezziamo poco coloro che arrivano all'ultimo momento per gridare la loro rabbia per fare anticipare di qualche giorno l'apertura di una strada e non dicono nulla dei decenni impiegati o dell'impegno che metteranno per fare realizzare, prodromo dell'aprire, il manto viario che necessita alle nostre esigenze di sviluppo.
Ecco perchè prendiamo solo atto dell'avvenimento, ma non gioiamo.
Ecco perchè aspettiamo fatti concreti che non siano frutto di elemosina elargita, ma riconoscimento di quello che ci spetta quali cittadini di uno stesso Stato che deve trattare in modo uguale tutti i suoi abitanti indipendentemente dalla regione o dal territorio in cui si trovano.

martedì 8 dicembre 2009

BONOMO LASCIA IL PD E VA CON RUTELLI CERCANDO COMPAGNIA

E' notizia riportata stamattina dalla stampa che, anche nella provincia di Siracusa, nasce ufficialmente il gruppo politico che si firà a Rutelli e cioè " Alleanza per l'Italia" che vede come apripista il deputato regionale del PD, Mario Bonomo.
La cosa non ci stupisce perchè Bonomo, eletto si dice quale pupillo di Gino Foti e soci, non è stato mai organico al PD ed ha interpetrato in modo personale la sua azione politica.
Adesso, aprendosi lo spazio Rutelli, dopo voci di avvicinamento anche all'UDC, ha fatto la sua scelta e ci fa anche capire che potrebbe essere seguita da altri deputati provenienti sia dall'UDC che dal PD, che permetterebbero la nascita del gruppo ufficiale di "Alleanza per l'Italia"in seno all'assemblea regionale siciliana.
Vi è anche un gruppo di ex deputati che potrebbero supportare questa nuova formazione politica compresi, si dice, Fausto Spagna e Antonio Borrometi.
Tutta questa manovra politica si dovrebbe inquadrare nel contesto dello sforzo che sta operando il presidente della Regione Lombardo per avere una maggioranza utile al suo governo e continuare a gestire le sorti della Sicilia.
I promotori di questo nuovo schieramento non fanno mistero sulla loro intenzione di essere funzionali al progetto lombardiano.
Mentre non ci scandalizziamo se si porta acqua al mulino della nuova maggioranza che si vuole formare a livello di regione siciliana, non possiamo non porci l'interrogativo che sfocia nella domanda: ma come faranno a rimangiarsi tutto quello che di negativo hanno detto, anche nei giorni scorsi, contro Lombardo ed il suo Governo?.
In particolare, Spagna e Borrometi, che cercano casa stabile politica da un po' di tempo, come faranno a giustificare le impropelie contro Lombardo e la sua azione di Governo dispensate anche attraverso la Home Page di facebbok oltre che in molti convegni e dichiarazioni stampa sotto l'egida dei Popolari per la Sicilia.
Staremo a vedere e, forse, anche a sentire.

sabato 5 dicembre 2009

LA FUGA DALL'UDC E' SOLO ZAVORRA?


L'impressione è che ci sia una fuga emorragica preoccupante dall'UDC provinciale di Siracusa dopo gli ultimi abbandoni di consiglieri comunali e di quartiere che hanno caratterizzato gli ultimi giorni.
Se a queste aggiungiamo quelle verificatesi nel corso dell'anno che sta per concludersi, senza andare a vedere più in là, se ne deduce che questo partito, nella nostra provincia, dovrebbe essere dimezzato nella sua classe dirigente.
Ciò non vuol dire che lo sarà necessariamente sul piano elettorale, ma il giro di consensi che ruota attorno ai fuorusciti non può lasciare indifferenti.
Ed è quello che deve evitare il laider provinciale Pippo Gianni nella sua valutazione di ricerca delle conseguenze elettorali e delle motivazioni per cui, periodicamente, questo partito subisce abbandoni che non sono sempre dovuti alla mancanza di soddisfacimento delle ambizioni dei singoli.
Nel tempo, ciascuno che abbandona, mette in evidenza la scarsa democrazia interna, il nepotismo, la mancanza di ricambio del gruppo dirigente e l'impossibilità di esprimere all'interno posizioni diverse da chi detiene le leve del partito.
Pippo Gianni è politico navigato furbo ed intelligente per non capire che chi se ne va non sempre può essere additato come zavorra da liberarsene per cui ci auguriamo che faccia una seria riflessione che lo possa portare ad eventuali cambiamenti di rotta per assicurare una forte presenza dell'UDC nella nostra provincia perchè è un dato obiettivo che può solo fare bene alla politica.

LE ASTENSIONI CONSILIARI NON SONO CRISI A PACHINO MA E' BENE CERCARE SOLUZIONI CONDIVISE


La stampa riporta stamattina, con una certa enfasi, la caduta della maggioranza consiliare a Pachino a causa di un certo numero di astensioni sull'approvazione di un debito fuori bilancio contratto dal comune.
Innanzituto dobbiamo capire di cosa stiamo parlando.
Trattasi di un debito fuori bilancio quando questo non è prevedibile all'atto dell'approvazione del bilancio di previsione e non è quindi inserito fra le voci del bilancio stesso.
Esso si produce a causa di una sentenza dell'autorità giudiziaria che ne intima il pagamento o per eventi calamitosi e non prevedibili o per essere stato prodotto da funzionari od amministratori comunali nell'esercizio delle loro funzioni sia per dolo o per necessità.
Esso è regolato da apposita normativa che restringe i campi di applicazione ed indica i passaggi amministrativi per il proprio riconoscimento e quindi per il pagamento.
Fuori da questi canoni non può essere riconosciuto e pagato.
Al Consiglio comunale è demandato l'ultimo atto del processo di riconoscimento dopo che i vari uffici hanno adempiuto al loro compito.
L'istruzione della pratica prevede, la verifica del soggetto che ha provocato il debito perchè potrebbe essere responsabile anche personale del pagamento, l'accertarsi che esistono i presupposti giuridici del riconoscimento, in quanto debito fuori bilancio e proporlo agli organismi elettivi.
Addirittura vi è un filone interpetrativo che assegna ai funzionari, come spesso avviene, il riconoscimento ed il pagamento del debito prima ancora della pronuncia del Consiglio comunale perchè quest'ultimo esercita solo una funzione di ratifica.
Ciò perchè non ha la competenza giuridica e di istruttoria che lo possa portare ad una decisone di riconoscimento che possa prescindere dalla decisione dirigenziale.
E' chiaro che, per questo motivo, nessuna amministrazione può chiedere al semlpice consigliere comunale, anche se di maggioranza, di votare a favore di un adempimento che lo rende responsabile di un atto che non conosce o di cui ha dubbi dovendone poi rispondere eventualmente all'autorità giudiziaria od alla Corte dei conti.
Quindi personalmente ritengo che il consigliere comunale che non agisce dolosamente nel tentativo di recare danno al soggetto interessato al debito fuori bilancio, ma in autotutela rispetto alla carenza documentale e di supporto al riconoscimento, ha tutto il diritto dovere di non votare, o di astenersi.
Ciò senza essere tacciato di venire meno al vincolo politico di maggioranza.
Detto questo è anche vero che diventa difficile gestire un gruppo di manggioranza molto articolato e disomogeneo come quello che ha alle spalle l'attuale amministrazione comunale.
Bene ha fatto quindi il Sindaco a dire che provvederà a limare le eventuali discrasie in seno alla maggioranza.
Ma lo deve fare tenendo conto della natura del fatto che può essere d'ordine tecnico giuridico o semplicemente politico.
Sul primo bisogna rimuovere le eventuali discrasie di natura amministrativa perchè non vi può essere altro metodo che possa richiamare i consiglieri comunali ad un utopistico dovere di maggioranza.
Sull'aspetto politico bisogna trovare soluzioni condivise, chiare e partecipative senza arroganza nè convinzione che l'intelligenza e la capacità politica sia appannaggio di pochi soggetti perchè questo modo di intendere i rapporti politici non porta da nessuna parte che non sia la fine affrettata dell'esperienza amministrativa.
Poichè ciò, al pari della ingovernabilità, sarebbe una ulteriore sciagura per il comune di Pachino, è necessario che tutti i soggetti, sia politici che istituzionali, si rendano conto che la vecchia politica dell'imposizione o dello " sfruculiamiento", non risponde positivamente alla stabilità dei rapporti politici ed al perdurare della gestione della cosa pubblica nell'interesse dei cittadini