martedì 23 febbraio 2010

SOLDI NON RECUPERATI A PACHINO


Secondo uno studio elaborato sulla evasione ed elusione dell'ICI sugli immobili e le aree fabbricabili il comune di Pachino non ha incassato, negli ultimi 5 anni, circa 2.740.000,00 Euro.

Mentre la tarsu è stata evasa/elusa per 665.000,00 Euro.

Il totale è di Euro:3.405.00,00.

Quante cose potrebbe fare il comune di Pachino con questi soldi che non recupera?.

Anche fare pagare di meno a chi già paga per se e gli altri.

lunedì 22 febbraio 2010

INTERVISTA AL SETTIMANALE " I FATTI DELLA DOMENICA"


Parla Pippo Bufardeci: Roberto Visentin sta svolgendo un ruolo importante in una situazione difficile. L’escaletion di Fabio Granata? Meditata, cercata e meritata


Pippo Bufardeci sei un politico di lungo corso, alcune domande. Intanto la vicenda dell’università, una rapida impressione

Sull’università la mia impressione è che i politici siracusani si sono perduti sulle chiacchiere e sulla pretesa che la storia stia sempre dalla loro parte. Invece altri politici, vedi Enna, concretizzavano con maggiore rapidità ed efficienza. E’ sempre la vecchia storia che la nostra classe dirigente è costretta ad inseguire i problemi e mai ad individuarli in tempo per cui il discorso sull’Università rimane sempre a rimorchio degli interessi degli altri, in questo caso dei Catanesi. E’ un sogno che, per i Siracusani, è destinato a svanire nel chiacchiericcio. Purtroppo.

Da ex sindaco di Pachino come spieghi il fenomeno Gennuso?

Il fenomeno Gennuso nella zona sud, così come altri nel recente passato, si spiega con il vuoto politico e con l’assenza di una classe dirigente che continua a caratterizzare questa fascia della nostra provincia. Non si generano rappresentanti capaci di indicare un progetto complessivo di sviluppo, ma soggetti che interpretano esigenze anche psicologiche legate a problemi contingenti e che pensano di potere risolvere tutto da soli. Magari riescono a soddisfare esigenze momentanee, ma non incidono e non sono portatori di nessun progetto di sviluppo complessivo.

L’escalation di Fabio Granata. Meritata o fortunata?

Fabio Granata ha saputo capire e quindi interpretare l’esigenza di un vuoto politicoculturale nell’attuale fase politica ed ha scelto di spendersi su temi simbolici che possono portarlo all’attenzione mediatica indicando strategie che spetta agli altri poi realizzare. Quindi una escalation meditata e meritata che se trova riscontro nell’azione propositiva e pragmatica degli altri soggetti politici può dare i suoi frutti pratici nell’interesse generale. Altrimenti resterà una indicazione strategica che, male che vada, lo indicherà come la propria fonte. Credo che questo sia un caso in cui la fortuna, anche se meritata, sia stata cercata.

Qual è il deputato siracusano che fa meno il suo dovere?

Non saprei dirti chi sia il deputato regionale che possa fare meno il suo dovere anche perchè dovremmo metterci d’accordo sul concetto di dovere e degli interessi che si rappresentano. Ritengo che, come sempre, vi sia in giro parecchia mediocrità assieme a rappresentanti istituzionali che si sforzano di essere utili all’interesse generale. La speranza di noi cittadini è che gli uni e gli altri diano il massimo possibile e nell’interesse esclusivo della nostra provincia.

Nicita e Foti padroni del Pd. E’ così o c’è altro?

Devo dire che personalmente non ho condiviso la scelta di sinistra che hanno fatto questi due amici democristiani perchè il loro impegno politico-istituzionale li aveva sempre visto portatori di concetti strategici diversi da quanto professato da questo schieramento.Si tratta comunque di due intelligenze della politica siracusana che non si fanno ingabbiare negli schemi degli altri, ma propongono i loro. In questa logica, anche se non sono i padroni, non possono non svolgere un ruolo di attrazione e di guida rispetto agli altri.

Gianni farà squadra con Lombardo?

Può darsi che Gianni, per motivi tattici, possa fare squadra con Lombardo soprat¬tutto in questo momento di rimescolamento delle carte e delle difficoltà, tutte siciliane, dell’UDC. Però si tratta di due politici che professano l’individualità come perno della loro azione politica per cui il loro rapporto sarà sempre conflittuale anche se il prag¬matismo potrebbe. vederli nella stessa barca. Se succederà questa convivenza speriamo che abbia frutti positivi per la nostra provincia.

Bufardeci Titti tornerà a fare il sindaco?

Non penso che Titti Bufardeci tornerà a fare il Sindaco di Siracusa perchè, non solo bisognerebbe evitare di tornare sulle cose già fatte quando si ritiene di avere bene operato e quando si possono avere altre prospettive, ma anche perchè è giusto dare spazio agli altri. Secondo me Titti Bufardeci, che appartiene a quella categoria di elet¬ti che si cercano il consenso e non sono indicati dai capi, può ancora spendersi a livello regionale.

Visentin?

Visentin sta svolgendo un compito importante in una situazione difficile ed avrebbe bisogno di collaboratori con maggiore personalità politica e conoscenza della macchina amministrativa, ma come tutti i sindaci è vittima delle imposizioni dei gruppi politici. Dovrebbe ritagliarsi maggiore spazio nelle scelte degli assessori e nell’impostazione di alcuni interventi amministrativi che non possono aspettare i tempi degli equilibri politici che gli altri si arrogano il diritto di dettare. In fondo non deve dimenticare che sulla graticola vi è lui e ne risponderà personalmente agli elettori.

Bono?

La mia impressione su Bono Presidente della provincia è quella di un nobile decaduto che si è arroccato nel proprio palazzetto e riceve solo visite su appuntamento. Questo non gli permette di far conoscere le eventuali cose positive che genera la sua amministrazione. Anche per motivi non direttamente riconducibili alla sua persona la gente ha l’impressione che l’Ente provincia sia alquanto distante.

La provincia di Siracusa?

La provincia di Siracusa, nella sua accezione territoriale e politica, sembra in attesa che qualcuno gli risolva i gravi problemi che porta in grembo. Non mi sembra che ci sia una progettualità ed una unità politica ed istituzionale che affronti i problemi indicandone soluzioni rapide e concrete. Siamo immersi in un grande letargo che non può che aggravare ancora di più l’involuzione socio-economica, la disoccupazione, la mancanza di lavoro e la perdita progressiva di tutti i poli dello sviluppo che, nel passato, hanno generato ricchezza e prospettiva. Si smantella l’esistente, ma non nasce nessuna alternativa credibile.

( INTERVISTA PUBBLICATA SUL SETTIMANALE " I FATTI " del 21/02/2010 )

domenica 21 febbraio 2010

STAMATTINA DEMENZIALE GESTIONE DEL TRAFFICO A SIRACUSA

Questa mattina a Siracusa una demenziale gestione del traffico. Da piazzale Marconi per andare in via Arsenale ci sono voluti circa novanta minuti di fila e traffico intenso di automobili accatastate l'una sull'altra. Sarebbe bello sapere a chi è venuta l'idea di fare effettuare la maratona cittadina chiudendo completamente al traffico corso Umberto e tutte le strade ad esso collegate con numerose transenne e schieramento di vigili urbani.Il risultato è stato che chi, imboccando via Malta, avesse voluto dirigersi in via Arsenale è stato costretto a percorrere tutta via Malta, corso Matteotti , Piazza Archimede e fare il giro di Ortigia per riimmettersi sul ponte dei calafatari. Il risultato è stato il caos più completo perchè, causa anche il caldo , si era in pieno mezzogiorno ed il traffico veicolare con relativa emissione di gas tossici, il clima si era anche fatto insopportabile all'interno delle macchine con problemi per gli anziani ed i bambini.
Chiaramente non si contesta la maratona, ma corso Umberto poteva essere chiuso a metà e permettere il parziale passaggio delle macchine così come non si capisce il grande spiegamento di risorse in mezzi ed uomini da parte del comune e quindi in soldi spesi per la maratone e nessuna sensibilità verso i cittadini. A meno che qualche dirigente comunale non ritiene che novanta minuti di fila nelle condizioni caotiche, in mezzo al traffico, con tutte quelle macchine accese costrette a fare il giro di Ortigia, non rientri nella normalità di una città civile.

mercoledì 17 febbraio 2010

MANIFESTAZIONE PER IL VENTENNALE DELLA MORTE DI SALVATORE DI PIETRO

l Presidente dell'Associazione Pachinesi nel mondo, Pippo Bufardeci ed il vice Presidente Corrado Di Pietro, si sono incontrati ieri con il dirigente del settore cultura e con la dirigente della biblioteca comunale di Pachino per organizzare la manifestazione in onore del poeta pachinese Salvatore Di Pietro. E' stato deciso di spostare il tutto al prossimo mese di Aprile per permettere di inserire la manifestazione nell'ambito delle iniziative previste per la celebraszioen del 250° Anniversario della fondazioen di Pachino.

martedì 16 febbraio 2010

LA LUMINARIA DI SAN GIUSEPPE




Gli ultimi tizzoni cercavano ancora di sopravvivere alla loro lenta agonia e le cipolle coperte dalla calda cenere arrivavano lentamente al loro punto di cottura e noi, bambini presi dal fuoco della luminaria e dalla esaltazione di una giornata diversa, continuavamo a goderci la lenta fine di quel fuoco di festa che aveva arso ardentemente fraschi, toppi e legna e cianfrusaglie per tutta la serata.
I preparativi erano già iniziati una settimana prima del grande evento che portava l'attesa data del diciannove marzo e la gioia della luminaria di San Giuseppe che, come ogni anno, si organizzava in ogni angolo del paese dentro i grandi cortili o negli incroci delle strade più larghe.
Così come nei terreni non edificati o nelle Aie delle campagne al cospetto di qualche casa rurale abitata da quei pochi pachinesi che preferivano, od erano costretti per motivi di lavoro, a vivere in campagna piuttosto che godere del ritorno serale alla propria abitazione.
Gli "strazzainzola pachinisi", come venivano chiamati dagli abitanti degli altri paesi vicini per la loro tendenza a non coricarsi in campagna, così egoisti ed auto referenziali, avevano pochi momenti di condivisione della loro vita sociale con gli altri compaesani.
Fra questi momenti, quello della festa del Patriarca San Giuseppe, era uno dei più sentiti e si materializzava nella condivisione di quella massa di fasci di fraschi e di toppi accatastati che tutti chiamano Luminaria.
Ma questa condivisione non andava al di là del proprio cortile od, al massimo, del proprio quartiere Era conflittuale con tutti gli altri perchè bisognava dimostrare che la propria Luminaria era la più alta di tutte, che bruciava con fiamme più vive di tutte, che durava più a lungo di tutte.
Per giorni, sopratutto i bambini, avevano girato di casa in casa per prenotarsi l'assenso a consegnare la legna per la luminaria da parte degli abitanti del quartiere che tenevano accatastato il loro carburante naturale davanti l'uscio di casa od all'interno della carrittaria che evitava, nel periodo invernale, di assupparisi d'acqua e non essere subito pronto per cucinare o riscaldarsi nell'ampia tannura o nel forno del pane.
Molta della vita dei pachinesi degli anni cinquanta ruotava attorno ai magghiola ed ai toppi ed a loro era condizionata gran parte della sopravvivenza del nucleo familiare che, in caso contrario, aveva la sola via d'uscita dalla fame attraverso l'emigrazione in Europa od in America con speciale preferenza per il Venezuela, l'Argentina, gli Stati Uniti oppure, la più gettonata, il Canada.
Quando l'alberello della vite che in dialetto chiamavano i toppi o i tralci detti magghiola vedevano spuntare i primi grappoli d'uva, i contadini quasi accompagnavano giornalmente il crescere dell'infiorescenza e poi degli acini cercando di capire la quantità di mosto che avrebbe potuto produrre e la consistenza dell'unico reddito della famiglia che avrebbe permesso il pagamento dei debiti accumulati durante l'anno e di farne di nuovi per un altro anno di sopravvivenza familiare.
Il tutto se non arrivava una nottata di peronospora o di liata prodotta dal freddo improvviso che avrebbe bruciato la speranza del nuovo raccolto e mandato sul lastrico l'intera famiglia.
Nel caso di malannata dovuta alle malattie della vite ne godeva la Luminaria di San Giuseppe perchè erano di più i toppi estirpati per la sostituzione del vigneto ed i tralci che potevano finire bruciati assieme alle speranze di vita migliore da parte dei contadini sopratutto se erano semplici affittuari nel feudo del Barone o Marchese o Cavaliere di turno che possedeva le strisce di terra che i contadini chiamavano Lenza dal nome della lunga cordicella che serviva per delimitare i confini o sestare il terreno per stabilire dove piantare le nuove viti.
Quando tutto procedeva regolarmente ed il Signore era stato benevolo con i contadini, i magghiola venivano accatastati in fasci durante la potatura della vite che, di solito, avveniva nel mese di gennaio.
I contadini tagliavano le liane legnose fin quasi l'alberello e lasciavano, a secondo del tipo di vitigno, un certo numero di spuntoni di tralci che venivano imbevuti di una soluzione di solfato di rame per proteggerlo dalle intemperie e dai parassiti e permettere, attorno ad essi, il nuovo germogliare della vite e, con essa,delle nuove speranze.
Finalmente il giorno prima della festa si andava, con carretti improvvisati,a recuperare il maggior numero di fasci di fraschi e legna godendo nel vedere crescere sempre più alta la luminaria del proprio quartiere.
Così come non si trascurava una sortita nelle luminarie degli altri per rendersi conto della quantità e dell'altezza della catasta avversaria.
Se nel quartiere si erano esaurite le disponibilità di legna per la luminaria ed essa sfigurava o non era all'altezza delle altre, allora si ricorreva all'estremo rimedio del furto.
Si escogitavano i trucchi più impensabili per fregare i fasci di frasche accatastate a ridosso dei muri delle case o quelli ancora sui carri in transito o, rimedio estremo, si organizzavano scorribande nelle campagne vicine.
Spesso finiva a corsa sfrenata per evitare l'inseguimento con bastoni branditi ed improperi da parte dei proprietari.
Ma alla fine mitigava tutto il giorno di festa e l'inizio dello scorrere della processione, facendoti sentire materialmente più vicini al Patriarca san Giuseppe e ti auto assolveva dagli eventuali peccati commessi nel nome della parte pagana di una devozione veramente sentita nei confronti del padre putativo di Gesù.
Questa devozione era anche suffragata dai numerosi compaesani, grandi e piccoli, che quel giorno festeggiavano il loro onomastico con il vestito della festa e con una tavola imbandita con maggiore accuratezza del solito.
Anche i meno abbienti potevano godere di un momento di pausa del loro stato di povertà alleviando la fame con il panuzzo di San Giuseppe che le famiglie più facoltose cocevano e regalavano direttamente nelle proprie case o attraverso ceste di vimini piene di pane che veniva distribuito all'interno della Chiesa.
Terminata la processione e la festa con l'ingresso del simulacro del Santo all'interno della sua nicchia di riposo per un altro anno ancora, si dava inizio al fuoco della luminaria attorno a cui si raccoglieva tutto il vicinato per parlare, riscaldarsi e mangiare.
Era festa lo scoppiettio della legna ardente che spesso durava per alcune ore fino a quando, diventando tizzoni accesi, non si utilizzava, attraverso lunghe canne o bastoni appuntiti, per scarfare ( bruciacchiare ) il pane duro ed essere mangiato caldo con l'aggiunta di olio, aglio , peperoncino ed abbondanti bicchieri di vino.
Si diffondeva un dolce odore di pane che veniva poi seguito da quello dei peperoni, olive o melanzane che venivano arrostiti da tutte le famiglie in una sorta di Tannura collettiva anche se ciascuno provvedeva a segnare e delimitare un proprio spazio per cucinare la roba da mangiare la sera o l'indomani in campagna od a casa.
Infine facevano la loro apparizione grosse teste di cipolle che venivano coperte dalla cenere calda per cuocere lentamente qualche volta assieme a qualche caddozzu di salsiccia.
Spesso, nonostante l'approssimarsi della primavera arrivava una sottile pioggerellina che i contadini chiamano " assuppa viddani " ( Inzuppa contadini ) perchè troppo leggera per aprire l'ombrello, ma troppo assidua per non assorbirla quasi a fior di pelle.
Allora si raccoglieva tutto di corsa per infilarsi dentro le case senza però dimenticare di prendere il mangiare sotto la cenere assieme ad una porzione di essa che, messa all'interno di ampi recipienti di terracotta dette conche, avrebbe continuato a scaldare durante la serata per coloro che avrebbero festeggiato in casa la festa con olive, salsiccia, pane arrostito e bicchieri divino per finire poi l’indomani dentro una cesta di vimini piena di biancheria lavata per renderla più pulita e bianca sotto sciacquii di acqua calda.

( Questo " RICORDO" è stato pubblicato sul numero di Febbraio della rivista ARCHE' )


venerdì 12 febbraio 2010

MENO TASSE AI CITTADINI E MAGGIORE ORGANIZZAZIONE DELLE STRUTTURE COMUNALI

Non vi è dubbio che il problema economico della quadratura dei bilanci è la preoccupazione massima di ogni amministrazione comunale che non riesce spesso nemmeno a pagare gli stipendi ai propri dipendenti.

Lo dimostrano fatti recenti come lo sciopero indetto dai dipendenti del comune di Pachino così come le difficoltà di altri comuni a far fronte alle più elementari spese per il funzionamento della macchina comunale.

La risposta che si da a questa situazione è quasi sempre la stessa perchè, sia gli amministratori comunali che i sindaci e la dirigenza, si basano sulle situazioni esistenti e difficilmente riescono ad elaborare risposte più moderne e consone alla soluzione del problema che superi la fase del tamponamento immediato per proiettarsi verso interventi strutturali e di lunga durata.

La strada più facile che molti sindaci intraprendono è quella del sollecito di interventi finanziari straordinari da parte della Regione o dello Stato o di sollecito di somme residue di eventuale credito.

Allo stesso modo si cerca, sia nella parte della tesoreria bancaria che nel gestore delle riscossioni, di farsi anticipare delle somme sugli eventuali futuri versamenti delle imposte pagate dai cittadini.

Naturalmente con interessi da pagare e mettendo i comuni in una condizione di sudditanza sia nei confronti degli istituti bancari che dei soggetti preposti alla riscossione.

Ciò anche se gli uni e gli altri non fanno altro che anticipare eventualmente somme che sono state pagate dai cittadini e di cui spesso ne sono in possesso perchè non ancora versati, per termini contrattuali, ai comuni stessi I comuni che chiedono le anticipazioni si trovano spesso nella condizione di dover pagare interessi sui propri soldi versati attraverso la tassazione o la compartecipazione della spesa dei servizi, dai propri cittadini.

Si capisce che questa non è una visione strategica di gestione delle finanze comunali, ma si affida a soluzioni che risolvono momentaneamente il problema della mancanza di liquidità delle casse comunali, ma ne aggravano ulteriormente la loro incidenza nel tempo.

Spesso si ricorre ad una maggiore tassazione dei cittadini utilizzando ruoli redatti con sistemi insufficienti a ricercare tutti i soggetti destinati al pagamento delle tasse comunali per cui non si fa altro che tassare ulteriormente coloro che già pagano le tasse perchè inseriti già nei ruoli.

Alcuni comuni però stanno, con grande difficoltà, iniziando un discorso di riordino strutturale delle loro finanze e del sistema di tassazione dei cittadini basandosi sul concetto più volte decantato, ma mai attuato dell'allargamento della base imponibile che non solo evita l'aumento della tassazione a chi già paga, ma permette anche di creare le condizioni per una diminuzione del totale della tassazione ai singoli cittadini.

Un esempio di questi comuni che stanno mettendo in atto l'inversione di tendenza è rappresentato dal comune di Ispica che ha approvato una delibera di Giunta con la quale ha messo in atto gli strumenti di gara necessari per la costituzione di una banca dati comunale che sia in condizione di monitorare tutto il patrimonio immobiliare che insiste nel territorio comunale così come la rispondenza dello stesso con i dati catastali, urbanistici, aerofotogrammetrici e delle indicazioni del piano regolatore comunale, dei servizi idrici, elettrici, del gas e di ogni ulteriore dato necessario al raggiungimento di un alto target di qualità e di utilizzo della banca dati.

Già il comune di Noto, disponendo da alcuni anni, di una banca dati impostata su questi criteri, non solo ha una gestione ottimale del proprio territorio e dei tributi ICI e Tarsu, ma il recupero dell’evasione come conseguenza dell’organizzazione ed utilizzo del dato immobiliare, gli hanno permesso non solo di non aumentare il peso della tassazione comunale, ma addirittura di diminuire il livello impositivo sui propri cittadini.

Allora è quindi necessario che ogni comune faccia una capatina oltre il proprio naso ed oltre i propri interessi personali o politici ed affronti il problema della riorganizzazione strutturale del proprio territorio per rispondere alla logica degli interessi della collettività che si identifica con una maggiore e seria gestione delle risorse ed una equa distribuzione del carico fiscale fra tutti i cittadini senza premiare i più furbi e tartassare sempre i più onesti.

Eppure, inspiegabilmente, ancora molti comuni preferiscono campare alla giornata o peggio, privilegiare gli interessi personali rispetto alle esigenze reali dei cittadini.

lunedì 8 febbraio 2010

L'ORTIGIA PALLAMANO DI CORSA VERSO L'A2


Con una gara quasi perfetta i ragazzi dell'H.C. Ortigia di Palamano hanno espugnato l'ostico campo dell'Aetna di Mascalucia ed hanno allungato il passo al comando della classifica della serie B maschile.
Con sei punti di vantaggio sulla seconda difficilmente gli ortigiani potranno essere raggiunti nelle sei gare che mancano alla fine del campionato per cui si può già pensare che il prossimo anno sarà l'A2 il campionato cui parteciperanno i siracusani.
Certamente sarà un campionato impegnativo, non tanto per motivi tecnici o per il parco giocatori all'altezza del campionato maggiore, ma sicuramente per la parte finanziaria.
Speriamo che altri sponsor si afffiancheranno a quelli già impegnati con l'Ortigia pallamano e che le istituzioni, Comune di Siracusa e Provincia Regionale, ci riservino la stessa attenzione riservata ad altre squadre visto che ne ignoriamo qualsiasi apporto.
Da parte nostra, come dirigenti, non possiamo che confermare lo stesso impegno che, in meno di due anni, ha portato i colori dell'Ortigia e della Pallamano siracusana dalla serie C alla serie A2 senza perdere, fino ad oggi, nessuna gara ufficiale.
Da non sottovalutare che la nostra squadra dell'Ortigia è composta da giocatori tutti siracusani e della provincia e da tecnici locali.
Un vanto che riaccende la fiamma della tradizione, basta vedere i numerosi spettatori che sono presenti sugli spalti del tensostatico, della Pallamano siracusana nel contesto delle squadre che contano.

venerdì 5 febbraio 2010

IL MIO ARTICOLO" IL CICLONE CANOSSIANI A PACHINO " PUBBLICATO SUL GIORNALE UFFICIALE DELLA CONGREGAZIONE


Devo confessare di avere avuto immenso piacere misto ad un brivido di commozione leggere il mio articolo " Il ciclone Canossiani a Pachino ", già pubblicato sulla rivista Archè e sul mio Blog, sul numero 4 del trimestrale " Il Foglietto " dell'Istituto dei Canossiani che viene stampato a Verona.
Ma sopratutto perchè è diretto da Padre Modesto Giacon, primo parroco dei Canossiani della parrocchia San Corrado di Pachino ed ex Padre Generale della Congregazione. E' stata la conferma che, questo semplice articolo che ha esternato ricordi in me indelebili di quel periodo storico e spirituale di Pachino è stato ampiamente condiviso ed apprezzato da coloro che hanno vissuto quelle stesse emozioni. Sopratutto l'apprezzamento è stato evidenziato dai sacerdoti della parrocchia e dal nostro ormai vecchio, ma sempre amato parroco Padre Modesto.
Grazie. Non potevo chiedere di più.

giovedì 4 febbraio 2010

RICHIESTA AL COMUNE DI PACHINO L'INTITOLAZIONE DI UNA VIA A SALVATORE DI PIETRO

Questa mattina ho presentato, anche a firma del vice presidente dell'Associazione Pachinesi nel mondo, Corrado Di Pietro, una richiesta al comune di Pachino per la intitolazione di una via o piazza al poeta pachinese Salvatore Di Pietro.
Questa richiesta formale fa seguito a quanto da me chiesto, quale presidente dell'Associazione, al Sindaco di Pachino in occasione dell'incontro conviviale che abbiamo tenuto a Siracusa a fine mese di gennaio.
In quell'occasione il Sindaco, assieme all'assessore Corrado Bufardeci, ha dichiarato la propria disponibilità ad esaudire la richiesta.
Assieme alla richiesta abbiamo allegato una relazione sulla vita e le opere di Salvatore di Pietro che abbiamo già pubblicato in questo blog che gli interessati possono leggere..

lunedì 1 febbraio 2010

L' ORTIGIA PALLAMANO SOLA AL COMANDO


L' Ortigia Pallamano vince per 27 a 19 la gara con la pallamano Mascalucia e balza in testa alla classifica del campionato di serie B in solitario togliendosi il fiato dell'Aetna Mascalucia che, pareggiando proprio a Siracusa, era rimasta in testa assieme agli ortigiani per tutto il girone.
Però, mentre l'Ortigia vinceva a Mascalucia, l'Aetna usciva sconfitta dal confronto con il Caltanissetta ed il sorpasso era cosa fatta.
Adesso gli arestusei devono solo continuare il loro campionato come hanno fatto fino adesso e cioè senza perdere nessun incontro per ritrovarsi promossi in serie A2.
Non è un'impresa difficile visto che l'Ortigia non ha mai perso una partita di campionato sia in serie c che in B. Visto anche che basterà non perdere contro l'Aetna Mascalucia per non avere più rivali fino alla promozione in serie A2.