domenica 31 maggio 2009

GUERRA ALLA REGIONE SICILIA CON RIDICOLE SOSPENSIONI POLITICHE


La guerra che si prevedeva nella maggioranza politica regionale, con la nomina dell'On. Castiglione a Coordinatore della PDL e con la sua non celata contrapposizione al presidente della Regione on. Raffaele Lombardo, è puntualmente arrivata con largo anticipo.
Essa ha letteralmente spaccato, non solo la vecchia maggioranza di centro destra, ma sopratutto il partito di Berlusconi ove la non abitudine alle discussioni interne ed alle relative correnti, ha prodotto effetti traumatici sia per la PDL che per le prospettive della gestione degli interessi della Sicilia.
Avevamo già visto che alcuni provvedimenti regionali, quali quelli sulla sanità, che andavano ad intaccare consolidati interessi politici e di potere avevano avuto un iter travagliato ed aperto le contrapposizioni così come l'azione spesso irruenta del Presidente ed il venir meno di solidarietà elettorali quale quella fra il duo Cuffaro-Lombardo prima e dopo le elezioni regionali.
I siciliani si erano fatti un'idea abbastanza chiara su chi era dedito a frenare e chi spingeva invece per cambiare.
Però, mentre tutti ci aspettavamo una presa di posizione unitaria dei berlusconiani che, forti del loro peso politico ed elettorale, avrebbero potuto dettare l'agenda regionale dell'attività amministrativa e politica, abbiamo assistito ad un asse fra pezzi della PDL ed i cuffariani, che lavoravano per rimescolare le carte e fare finire la legislatura.
Per questa azione non si intravedono motivazioni d'ordine politico, visti anche i ruoli diversi e contrapposti che svolgono nel Parlamento l'UDC e la PDL, ma solo gruppi di potere a difesa di interessi specifici.
Può darsi che anche il presidente Lombardo, che ha giocato d'anticipo e l'altra metà del PDL che lo sostiene, abbiano loro interessi da difendere.
Però dalla loro parte hanno il vantaggio di avere creato la spaccatura sulla base delel tematiche regioanli e sulla difesa degli interessi della Sicilia rispetto a chi non contrappone altre tematiche politiche, ma accentra la propria contrapposizione sui rapporti personali difficili con il Presidente senza nemmeno indicare quali ed il perchè.
Anche la reazione di sospensione dei deputati che hanno accettato di entrare nella nuova Giunta Lombardo ci è sembrata frutto dell'arroganza delle persone che partecipano alle spartizioni regionali piuttosto che ancorata a motivazioni d'ordine politico o programmatico.
Si può ribattere ricordando che lo statuto del PDL prevede la sostensione di coloro che non seguono le direttive del partito.
Ma, in questo caso, le direttive del partito coincidevano solo con la volontà di rivalsa del Coordinatore regionale e dei suoi amici nei confronti di un assetto politico regionale che non piaceva loro piuttosto che su direttive sulle cose da fare.
Ma se così non fosse perchè nessuno ha mai convocato il partito o il gruppo parlamentare per trovare assieme le soluzioni da proporre e da portare avanti?.
Quindi la sospensione è ridicola, antidemocratica e repressiva rispetto a chi, eletto con i voti di preferenza, deve essere anche libero di lavorare nell'interesse del territorio che rappresenta e non burattino nelle mani del coordinatore di turno nominato dai vertici.
Per questo riteniamo di esprimere la nostra vera e sincera solidarietà, nella nostra provincia, all'on. Titti Bufardeci, che si è assunto l'onere di continuare il proprio impegno amministrativo a favore della regione Sicilia, subendo l'ira funesta del capetto di turno.
Siamo sicuri che, quando prevarrà il buon senso, questo provvisorio strappo avrà la giusta valutazione.

lunedì 25 maggio 2009

LOMBARDO ANTICIPA TUTTI ED AZZERA LA GIUNTA REGIONALE


Con una mossa inusuale, durante una campagna elettorale, il Presidente della Regione Raffaele Lombardo, ha azzerato la sua Giunta regionale di governo e rimesso tutto in discussione.
Il Presidente non è impazzito di colpo, ma ha anticipato quella che sarebbe stata sicuramente una mossa dei suoi alleati-avversari subito dopo il risultato elettorale per metterlo in difficoltà ed anche per creare le condizioni per mandarlo a casa.
E' a tutti nota la guerra che si sta combattendo all'interno della maggioranza di Governo regionale, che non ha eguali nella seconda Repubblica, fra pezzi di partiti, accordi trasversali e astio personale e, cosa riprovevole, fra alti rappresentanti delle istituzioni.
Molte prime donne, alcune anche cariatide, hanno iniziato una guerra di sopraffazione e di accaparramento di posizioni di potere personale ed amicale che nulla ha a che vedere con i reali problemi dei siciliani, ma perpetua solamente l'arretratezza culturale e politica della Sicilia e dei siciliani.
Non possiamo permetterci ancora di assistere a guerre fra bande politiche di qualsiasi colore e di qualsiasi appartenenza personale perchè i siciliani sono stufi di aspettare che si soddisfino solo le esigenze di cerchie di potere ristrette ed opprimenti dello sviluppo e della loro dignità.
Quindi ben venga l'azione atipica di Lombardo se essa servirà a fare chiarezza ed innesterà una nuova tendenza politica che privilegi la collettività rispetto agli affari dei pochi.
Ma Lombardo ed i suoi alleati-avversari devono anche sapere che il disprezzo dei siciliani si farà sentire con grande violenza se il tutto ripeterà, ancora una volta, le farse del passato.

L'ON. BURGARETTA LASCIA L'UDC ED ABBRACCIA RAFFAELE LOMBARDO


La notizia è di quelle che sono destinate ad incidere nel contesto politico-elettorale della nostra provincia.
L'on. Iano Burgaretta ha lasciato l'UDC per approdare nell' MPA di Raffaele Lombardo assieme ad un cospicuo gruppetto di suoi sostenitori che ricoprono anche incarichi istituzionali in alcuni comuni della provincia di Siracusa.
Dal punto di vista elettorale si tratta di un duro colpo per l'assessore regionale Pippo Gianni che vede la possibilità di un ridimensionamento del proprio partito in termini di voti anche se non avrebbe sicuramente ottenuto voti di preferenza da parte dell'ex deputato avolese in quanto i rapporti fra i due, negli ultimi mesi, erano abbastanza tesi.
A noi non interessano le motivazioni ufficiali o nascoste che hanno generato l'abbandono di Burgaretta del partito di Casini, ma non possiamo non sottovalutare che esse, così come i precedenti abbandoni da parte di altri esponenti del partito centrista, hanno una matrice comune.
Si tratta della gestione padronale di questo partito operata dal segretario provinciale Turi Magro con l'avallo dell'on. Pippo Gianni che tende a privilegiare elementi accondiscendenti piuttosto che aprire il partito ad una realtà plurale di idee e di uomini.
E' questa mancanza di spazio politico che non ha mai permesso la presenza di una classe dirigente ancorata alle tematiche politiche piuttosto che all'appartenenza familiare, amicale e della cerchia ristretta della corte.
Queste motivazioni politiche che hanno portato all'abbandono dell'UDC da parte di molti esponenti provinciali, compresi gli ultimi che sono confluiti nell'MPA di Lombardo, non necessariamente danno un'aureola all'on. Burgaretta per la scelta fatta in quanto egli stesso non ha saputo svolgere un'azione politica seria di contrasto difronte al potere esercitato dal duo Magro- Gianni, ma ha sempre preferito fare il sornione quasi accondiscendente.
Solo quando è stato toccato nel suo feudo elettorale di Avola ha lentamente reagito fino alla decisione dell'abbandono.
Solo dopo le elezioni europee sapremo se Burgaretta avrà prodotto un danno elettorale all'UDC siracusano capace di innestare una riflessione politica seria oppure varrà ancora la logica che il partito può anche perdere in termini elettorali purchè il potere decisionale rimanga sempre nelle mani delle stesse persone.

mercoledì 20 maggio 2009

LOMBARDO & C. DATEVI UNA CALMATA O TOGLIETEVI DAI........

In questi giorni, sui giornali, scorre a fiumi la polemica fra il Presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo e numerosi esponenti della sua stessa coalizione politica, della compagine di governo e delle stesse istituzioni.
Non è uno spettacolo molto decoroso perchè non approda a niente sul piano politico e non è foriero di vantaggi per la regione sicilaina.
Si da solamente l'ennesima dimostrazione di una classe dirigente ed istituzionale chiusa nelle beghe personali o di limitati gruppi piuttosto che di chi ha il dovere di ricercare soluzioni serie ed obiettive per la soluzione dei problemi della nostra isola che sta sempre più sprofondando nell'arretratezza culturale e sociale.
Certamente certe prese di posizione di collaudati esponenti politici regionali hanno rappresentato, agli occhi dei cittadini, l'immagine di coloro che sono ancorati nella difesa degli interessi di parte e personali rispetto alle obiettive esigenze dei siciliani.
E questo, purtroppo, è vero.
Però devono rendersi conto che, come siciliani, non abbiamo più nè il tempo nè la pazienza di rincorrere i capricci, i bizantinismi, gli interessi ed i comodi di questi signori a qualsiasi schieramento appartengano.
Abbiamo bisogno di politici ed amministratori della cosa pubblica, ma sopratutto di uomini veri che dimostrino, in questa fase difficile, di avere gli attributi.
Perciò smettetela di litigare e rimboccatevi le maniche altrimenti andatevene a casa e toglietevi dai......

ELEZIONI A PACHINO: LE POLEMICHE SONO GIA' DI CASA

Siamo ancora alle prime battute della campagna elettorale e già le polemiche hanno fatto il loro ingresso trionfale con punte rasenti l'insulto.
Non è di questo che ha bisogno il comune di Pachino, ma di un gruppo dirigente forte e solidale che possa affrontare i gravi problemi che caratterizzano questo comune e lo possa fare uscire dal ghetto politico-culturale in cui si è cacciato.
Per questo, anche da alleati dello schieramento di cui fa parte la lista civica di Rinascita, chiediamo a questi amici di viaggio di non fomentare ulteriormente la polemica politica e personale.
Sopratutto se essa viene fatta con rappresentanti istituzionali che si rifanno alla stessa logica politica e con i quali bisognerà comunque colloquiare per il bene del comune di Pachino che si vuole amministrare.
Ci rendiamo conto che la logica della ricerca del voto, in questa fase elettorale, porta ad individuare le responsabilità amministrative con i gruppi locali, fra cui Rinascita, che hanno amministrato per maggrior tempo le sorti comunali, ma questo direi che è quasi fisiologico.
Non lo sarebbe il perseverare, da entrambe le parti, in questa corsa al massacro politico che non può giovare a nessuno.
Confrontiamoci sulle soluzioni ai problemi ed impegniamoci per un cambiamento che possa avere i suoi effetti positivi

sabato 16 maggio 2009

LA LISTA DELLA " DEMOCRAZIA CRISTIANA PER LE AUTONOMIE" PRESENTATA A PACHINO


Ecco la lista completa dei candidati che sotto l'emblema della " DEMOCRAZIA CRISTIANA PER LE AUTONOMIE " si contenderanno i posti di consigliere comunale che questa lista conquisterà:

DRAGO VALERIA - ASTA JESSICA - AZZARELLI MARIA TERESA - LENTINI ROBERTA - SENA LORENZA - FERMO ROBERTO - TIRALONGO SALVATORE - QUARTARONE GIUSEPPE - AGRICOLA MASSIMO - MEILACH PIERO - FERRARA FRANCESCO - DI PIETRO SALVATORE - CORINDIA ROSARIO - ROSA SEBASTIANO - GIANNI' ORAZIO - ROCCASALVA GIUSEPPE - BOTTONE CARMELO - LA PORTA TIZIANO - SPATARO ANGELO

giovedì 14 maggio 2009

TURI MAGRO DELL'UDC PRESENTA RICORSI CONTRO LISTE DI PACHINO

Il segretario provinciale dell'UDC di Siracusa, Turi Magro, ha presentato, alla commissione elettorale, due ricorsi contro altrettante liste in lizza per le prossime amministrative di Pachino.
Un ricorso contro il simbolo della PDL perchè porta la scritta " Berlusconi per Bonaiuto" ed un'altro contro l'utilizzo del simbolo della Democrazia Cristiana.
Per entrambi i casi si tratta di due madornali pacchiani errori dell'anziano segretario provinciale dell'UDC.
Per il primo caso non vi è alcuna anomalia perchè i presentatori della lista della PDL avevano l'autorizzazione ad usare il simbolo presentato perchè legalmente ineccepibile.
Il secondo caso potrebbe essere un esempio di schizofrenia politica dal momento che si è presentato un ricorso contro una lista ed un simbolo che a Pachino non esistono fra quelli partecipanti alla prossima competizione elettorale.
Un'azione donchisciottesca contro i mulini a vento.
Difatti l'anziano Turi Magro ha chiesto l'eliminazione della lista " Nuova Democrazia Cristiana" perchè una recente sentenza della corte d'appello di Roma ha detto che solo l'UDC può continuare ad usare il simbolo dello scudo crociato.
Peccato che Turi Magro abbia scambiato lucciole per lanterne e fatto confusione fra Democrazia Cristiana per le Autonomie che ha presentato una propria lista, ma non ha alcun scudo crociato nel proprio simbolo e, come si diceva, la Nuova Democrazia Cristiana dell'on. Pizza che ha lo scudo crociato nel proprio simbolo, ma non ha presentato alcuna lista a Pachino.
Un errore pacchiano da parte di chi svolge un ruolo di primo piano nel contesto politico provinciale, ma che dimostra di non conoscere la geografia politica nazionale e locale.
Forse comunque l'anziano Turi Magro ha delle attenuanti ed è anche giusto riconoscergliele che non riguardano solo l'età.
Difatti l'UDC, a Pachino, è rimasto in bilico fino all'ultimo momento nello scegliere la propria collocazione politica, gli alleati, la composizione della lista e nel constatare l'abbandono di suoi esponenti locali.
La confusione locale e la conseguente stanchezza del segretario nel rincorrere le verie strategie sono state aggravate anche dallo stress che lo stesso ha accumulato nei mesi precedenti.
Difatti, sul piano politico e personale, Turi Magro è stato stressato dal non raggiungimento dell'obbiettivo primario di diventare presidente dell'Autorità portuale di Augusta.
Allo stesso modo lo stress gli deriva anche dal lungo lavoro svolto per diventare l'unico custode delle chiavi del partito, del lavorare per mandare a casa i sindaci dell'UDC od alleati, del lavorare per una sua corrente all'interno del partito e del fare la guerra a destra e manca per destabilizzare e regnare.
Tutte queste cose logorano anche chi è nel fiore della sua prestanza fisica figuriamoci chi dovrebbe centellinare la propria attività.
Auguriamoci comunque che Turi Magro possa godere di un periodo di vacanza che lo possa rigenerare sul piano fisico e mentale impedendogli di commettere errori che non erano da lui.

ALLE COMUNALI DI PACHINO SOLO 41 DONNE


Solo 41 donne su 343 candidati in corsa per i 20 posti di consigliere comunale per il comune di Pachino.
Una percentuale molto bassa che la dice lunga su un certo modo di fare politica a Pachino che dimostra l'impossibilità di accesso a dei soggetti che potrebbero dare un contributo significativo per uscire dalla bolgia in cui trovasi questo comune.
La presenza delle donne è anche molto differenziata nelle varie liste: due non ne presentano alcuna, cinque solo una, quattro due, due solo tre, altre tre ne presentano tre ed infine solo due ne presentano cinque.
Di queste ultime due liste a maggiore presenza femminile, con cinque candidate, solo la lista Democrazia Cristiana per le Autonomie sembra dare maggiore peso alla loro presenza.
Difatti risulta essere la prima in percentuale per numero di donne e la sola che le abbia indicate ai primi posti della lista evidenziando la loro presenza agli occhi degli elettori e delle elettrici che potrebbero votarle, ma sopratutto un modo nuovo e diverso di affrontare la politica e la partecipazione a Pachino.

4 SINDACI - 18 LISTE - 434 CANDIDATI: UN ESERCITO PER PACHINO

Se qualcuno poco informato o di altro Stato leggesse i numeri relativi alle prossime elezioni comunali che si svolgeranno a Pachino, penserebbe che trattasi di una metropoli visti i candidati e le liste in corsa per eleggere il Sindaco e 20 consiglieri di un comune di quasi 22 mila abitanti.
Di questi 22 mila i votanti sono quasi sempre inferiori a 13 mila.
Se ne deduce che, tutte le liste, per superare lo sbarramento del 5% previsto dalla legge regionale per accedere alla spartizione dei consiglieri comunali, dovrebbero avere all'incirca 722 voti ciascuna.
E' chiaro che poichè vi saranno liste che prenderanno molto di più, parecchie altre non arriveranno al quorum perchè il totale dei voti validi è immutabile.
Quindi troppa confusione nella fase eletttorale con un numero di liste spropositato e con moltissimi candidati qualitativamente scadenti.
Difatti più persone necesssitano per completare le liste e più conta il numero rispetto alla qualità delle persone proposte.
Ma Pachino, oggi come non mai, ha invece disogno di qualità.
Speriamo che i frastornati elettori -cittadini sappiano scegliere nell'interesse obiettivo del paese.

martedì 12 maggio 2009

ELEZIONI A PACHINO QUASI PRONTI AL VIA

Entro domani a mezzogiorno si devono presentare le liste per partecipare alle elezioni amministrative che si terranno anche nel comune di Pachino.
Finalmente la lunga telenovela chiuderà la prima puntata per immergersi nella ricerca dei voti sia per gli aspiranti consiglieri comunali che per il nuovo Sindaco della città.
Gli ultimi giorni sono stati un susseguirsi di riunioni, incontri, decisioni e ammiccamenti ove si è discusso di tutto e del contrario di tutto con decisioni prese e subito rimangiate.
A meno di venti quattro ore dalla chiusura delle liste sembra intravedersi un barlume di chiarezza almeno sulle candidature a Sindaco.
Innanzitutto vi saranno al massimo quattro-cinque candidati e non nove-dieci come annunciato nei giorni scorsi.
Sono usciti di scena Mandalà, DiFede, Giuliano e Mizzi per il centro destra e sono rimasti solo Bonaiuto e Rotta con un' appendice che sarebbe rappresentata da un eventuale candidato dell'UDC se questo partito perseverà nel suo isolamento.
Stabili le due candidature nel centro sinistra e cioè Preziosi e LaCorte che non rappresentano candidati in grado di competere per la vittoria finale.
Quindi la lotta per la sindacatura è limitata solo ai due candidati del centro destra Paolo Bonaiuto ed Emanuele Rotta.
Il primo parte avvantaggiato rispetto al secondo perchè annovera, fra i suoi sostenitori, quasi tutti i partiti del centro destra ed alcune liste civiche, mentre il secondo dovrebbe avere collegata la sola lista di " Progetto Pachino" .
A questo punto potrebbe non verificarsi nememno il ballottaggio, ma le elezioni, sopratutto se comunali, sono come le partite di calcio che non hanno mai un esito scontato.
La parola passerà quindi ai poveri martoriati elettori che riceveranno pressioni da ogni parte.

mercoledì 6 maggio 2009

ELEZIONI A PACHINO: TELENOVELA SENZA FINE




Continua a Pachino la telenovela relativa alla scelta del candidato Sindaco che dovrà rappresentare la compagine di centro destra nella prossima campagna elettorale per le elezioni amministrative.
Ognuno sta recitando la propria parte a soggetto senza considerare nè il palcoscenico, nè gli attori e, sopratutto, nemmeno il pubblico presente in sala.
Tutti cercano di tirare acqua al proprio mulino e non si accorgono che la sorgente si sta esaurendo perchè siamo a pochi giorni dalla scadenza per la presentazione delle liste ed i giochi sono già quasi fatti.
In questa logica, ma anche in quella complessiva della situazione politica e dei rapporti personali fra i soggetti interessati, sembra calare dalle nuvole la posizione dell'UDC espressa in un recente incontro a Pachino.
Si tratta della richiesta di ritirare le due candidature che raccolgono maggiori consensi, quella di Bonaiuto e Rotta, per trovare una terza candidatura più unificante.
Ma questa candidatura non esiste perchè non c'è un mome capace di avere il rispetto, le capacità, la preparazione ed il carisma politico e persoanle che possa indurre gli altri due a ritirarsi o possa far convergere le varie liste sulla sua candidatura.
Non c'è anche perchè, per quello che passa il convento a Pachino, Bonaiuto e Rotta non sono inferirori a qualsiasi altro.
Quindi la proposta appare strumentale e solo capace di perdere ulteriore tempo per fini interni all'UDC ove divampa ancora la guerra fra le varie anime del partito locale.
Allora chi ha responsabilità deve prendere atto dello stato delle cose ed andare avanti anche con diverse candidature, aggregando il possibile ed eventualmente rinviando al ballottaggio le alleanze e le convergenze.
Ogni discorso diverso non è altro che un tentativo ulteriore di pescare nel torbito e turlupinare i citttadini elettori.

lunedì 4 maggio 2009

LA PROMOZIONE IN B ATTRAVERSO LE FOTO




E' SERIE B PER L'HANDBALL ORTIGIA


Grazie ad una grandissima prestazione, soprattutto difensiva, l'HC Ortigia fa sua la finale battendo per 23 - 16 la SS Regalbuto, approdando così alla tanto attesa serie B.
L'incontro, che per lunghi tratti è stato veramente spettacolare ed esaltante con alcune giocate di buona pallamano, si è messo subito bene per gli ortigiani che hanno mostrato una difesa imperforabile, con un Marco Magni vero "muro" insuperabile ( 36 anni ed ancora pronto per grossi palcoscenici ), ed un contropiede micidiale dove Luca Greco si è mostrato cecchino infallibile ( alla fine saranno ben 8 le sue marcature) ben supportato da Andrea Attardo. La buona vena di Giannone e Manuele in attacco ha supplito alle precarie condizioni fisiche del bomber "BETO" alle prese con un'infiammazione alla spalla destra.
" Con una difesa così possiamo lottare bene anche in serie B. Il nostro capitano è stato veramente entusiasmante con le sue parate, ben aiutato dai nostri centrali difensivi Moscuzza ( PUFFO ) e Troia ( BETO ) sui quali sono andati letteralmente a sbattere gli avversari, stoppandone qualsiasi velleità offensiva. Bravi tutti i miei ragazzi che hanno dimostrato di essere giocatori di categoria decisamente superiore. Vorrei ringraziare anche gli avversari che con la loro buona pallamano hanno permesso di giocare una splendida finale dove il bel gioco ed il fair-play hanno fatto da padroni" - queste le prime impressioni del mister a fine gara.

lo score Ortigia: Magni, Sardo, Giannone 5, Leone 1, Manuele 2, Zanir, Moscuzza, Troia, Dell'Albani, Castagnino 2, Attardo 4, Greco 8, Calafiore, Garofalo 1.