sabato 10 giugno 2017

TUTTI IN FERMENTO PER LE COMUNALI DI SIRACUSA
FRA INTERESSI ECONOMICI E NUOVA NORMATIVA

Mentre siamo in fase di celebrazione delle elezioni comunali in alcuni comuni della nostra provincia fra cui spicca quello di Avola, le attenzioni dei vertici di molti partiti e movimenti sono polarizzate sulla città di Siracusa che vedrà la contesa elettorale sicuramente nella primavera del 2018.
Indubbiamente Siracusa sarà la madre di tutte le battaglie politiche e personali che si svolgeranno nella nostra provincia perché molti sono i fatti politici che hanno caratterizzato la sindacatura che sta per finire e le motivazioni di rivalsa che impregneranno la prossima lotta amministrativa. Innanzitutto sarà il PD il partito maggiormente interessato alle lotte intestine che saranno i prodromi del riassetto dei nuovi equilibri sia all’interno del partito che in seno alla nuova amministrazione comunale. La lotta di supremazia delle correnti per la gestione interna del partito si trasformerà in lotta per la gestione degli interessi legati a importanti problemi che saranno affrontati nella prossima sindacatura e che avranno anche grande importanza per gli assetti di natura economica nel contesto dell’economia personale dei soggetti interessati e dell’intera provincia in base alle decisioni che si porteranno a concretizzazione.
Non scevri da questi risultati mi sembrano essere vari raggruppamenti anche di liste civiche che fomentano la loro discesa in campo, ma che potrebbero sciogliersi o continuare nella battaglia comunale in base alla soddisfazione delle loro richieste o meno.
Quindi siamo già in presenza di una lotta intestina al Pd e in una esposizione mediatica di apparati elettorali nuovi o consolidati che intendono sbarrare la strada ad una ripetizione di gestione della cosa pubblica rapportata a soggetti più o meno legati all’attuale contesto. Sono desiderosi di partecipare essi stessi o di gestire in modo diretto tutte le problematiche di natura economica e di indirizzo politico che sono ancora senza soluzione o che potrebbero trovare attuazione nei prossimi anni.
Fatto questo ragionamento che non è per niente ipotetico anche alla luce di quanto successo in questi anni ed alla luce di quanto emerso nelle lotte politiche e nei connubi palesati anche con strascichi giudiziari, ci soffermiamo ad analizzare le conseguenze che potranno avere le nuove norme approvate dalla regione siciliana in merito alla elezione dei sindaci e dei consigli comunali.
Dobbiamo subito dire che queste norme non permettono di soddisfare le curiosità di quanti sono affascinati dalle previsioni elettorali e dalla prematura indicazione dei risultati. Esse non entrano in questa sfera previsionale, ma possono determinare le condizioni per riflessioni e posizionamenti nelle fasi che precedono la competizione elettorale.
La modifica legislativa che può maggiormente portare ad una accurata riflessione strategica alle varie forze in campo è rappresentata da quella che prevede la proclamazione della elezione del nuovo sindaco non al raggiungimento del cinquanta per cento più uno dei voti validi, bensì al superamento del quaranta per cento di detti voti.
Raggiungere questa quota elettorale, non solo può diventare più facile per la elezione del candidato sindaco più accreditato, ma impedisce il potere contrattuale dei vari gruppi che aspettano di essere determinanti in fase di ballottaggio in quanto potrebbero rischiare di essere tagliati fuori dal raggiungimento al primo turno della diminuita quota di elezione del sindaco.
Questa situazione interessa molti gruppi civici, ma anche le lotte interne ai partiti e soprattutto al PD.
Difatti giocherà molto la scelta che farà il partito a livello nazionale nell’assegnare il simbolo e quindi l’ufficialità della rappresentanza del partito stesso nella competizione elettorale.
Per essere chiari, se il prescelto dovesse essere l’attuale sindaco Garozzo, ci sarebbe poco spazio per i contestatori interni nel fare il gioco dei riluttanti in quanto le alleanze con partiti e movimenti esterni nella prima fase, potrebbero portare Garozzo a superare il quaranta per cento e sarebbero tagliati fuori dai giochi futuri.
Il rovescio della medaglia sarebbe l’alleanza dei contestatori interni con concorrenti di Garozzo e cercare di raggiungere loro il quaranta per cento.
Anche in questo caso la vittoria potrebbe essere effimera perché potrebbe definitivamente espellerli dal PD in quanto traditori della linea ufficiale.
Naturalmente bisogna sempre tenere presente che sia una destra riorganizzata su un candidato credibile o il movimento cinque stelle sull’onda della contestazione in quanto tale potrebbero raggiungere il quorum necessario e espropriare il partito democratico siracusano di una possibile vittoria. Paradossalmente il partito democratico potrebbe avere possibilità di successo ritornando unito attorno al proprio candidato che non potrebbe non essere Garozzo anche alla luce della sua dichiarazione di ricandidatura. In ogni caso il PD non può spaccarsi e perdere competitività.
Ecco perché mi sono sembrati inappropriati i segnali forti lanciati da alcune frange del partito democratico contro Garozzo palesando una posizione di distinguo e di contrarietà alla ricandidatura. Secondo me hanno solo la remota e difficile possibilità di evitare che il partito ricandidi il sindaco uscente per potere riaprire i giuochi altrimenti le conseguenze potrebbero essere abbastanza pesanti.
Il quaranta per cento da raggiungere per essere eletti sindaci diventa quindi la modifica della legge elettorale che maggiormente inciderà nella fase della strategia e del posizionamento elettorale.
A questa bisogna aggiungere anche la reintroduzione della norma che permette di trasferire automaticamente al candidato sindaco il voto assegnato ad una qualsiasi lista collegata al candidato stesso.
Esiste anche la possibilità del voto disgiunto, voto ad una lista e al sindaco di altro schieramento, ma la storia elettorale recente ci dimostra che esso è poco esercitato e, se lo è, viene esercitato da una ristretta schiera di elettori interessati alla cerchia dei giochi politici e non dalla massa dei cittadini elettori.
Vi è da ricordare che il primo dei non eletti dei candidati sindaci, purchè superi il venti per cento dei voti validi, entrerà di diritto a far parte del consiglio comunale togliendo il seggio da quelli assegnati alla minoranza.
Esiste naturalmente la possibilità di esprimere la preferenza per il candidato o candidata consigliere comunale prescelta. Si possono dare due preferenze purché di genere diverso, una maschile ed una femminile. Se si esprimono due preferenze solo maschili o due solo femminili verrà ritenuta nulla la seconda espressa.
Infine mi preme segnalare che è prevista la non facile quota da raggiungere del sessanta per cento dei consiglieri comunali per presentare la mozione di sfiducia al sindaco che sarà votata con voto palese.
Se il sindaco cesserà dalla carica per decadenza, dimissioni, rimozione, morte o impedimento permanente comporterà anche la decadenza dell’intero consiglio comunale.
Questa norma rafforza la posizione del sindaco che, in una sua eventuale sconfitta, potrà portare con se anche il consiglio comunale nella disfatta totale.
Molti consiglieri ci penseranno parecchio prima di presentare una mozione di sfiducia contro il sindaco.
Ritorniamo quindi al punto di partenza.
La tattica può avere una valenza insufficiente perché il posto di primo piano, a partire dalla fase della preparazione delle liste e delle alleanze, viene delegato alla strategia di lungo respiro. Purtroppo, nella politica attuale, non sono in molti ad attrezzati per concepirla ed attuarla.
Ne vedremo sicuramente delle belle.
Pippo Bufardeci ( Articolo per il giornale: TIMEOUT )