sabato 15 agosto 2015



A SETTEMBRE LA POLITICA NECESSITA DI CHIARIMENTI


Alla fine penso che Renzi dovrà per forza cedere qualcosa sulla nuova legge elettorale in quanto, continuando a sfidare tutti, non potrebbe evitare la convergenza contro di lui solo determinando uno schieramento di alleati capaci di farlo governare senza eccessive difficoltà.

Allo stato attuale la così detta minoranza interna rischia di logorarlo nella sua esposizione mediatica in quanto da l’impressione che, di volta in volta, il Governo cerchi la maggioranza più raccogliticcia possibile per fare approvare le varie leggi.

Genera così una situazione di instabilità per cui gli elettori credono che vi sia una situazione di confusione e di trasformismo che genera sentimenti di repulsione verso la politica e verso colui che, attualmente, ne rappresenta la maggiore espressione.

Tutto questo nasconde un fatto inoppugnabile e cioè che  la minoranza interna, comportandosi come un partito diverso ed opposto allo stesso Pd, determina le condizioni per l’inefficienza del Governo stesso.

Vi è in questo atteggiamento la vecchia concezione della politica della sinistra autoreferenziale, incapace di gestire direttamente i flussi economici e sociali del nostro paese, chiusa e ostaggio delle politiche contraddittorie e settarie dei vari gruppuscoli interni.

Questi gruppi vedono la politica di ricerca del consenso di Renzi, oltre lo steccato dell’ovile tradizionale che non fa vincere, come una sconfessione del loro atavico credo e come la fine della loro funzione di intercettazione e contrattazione di qualsiasi azione e qualsiasi decisione dell’esecutivo  e come rischio della loro stessa esistenza.

Sanno anche che una eventuale uscita di massa dall’attuale partito democratico, al di la della propaganda di facciata, determinerebbe la creazione di un asfittico soggetto politico incapace di incidere e di assicurare la loro permanenza nel contesto decisionale della politica e del governo del Paese.

Ma Renzi non può permettersi, salvo la fine per logoramento, questa situazione di attiva ambiguità che lo mette nelle condizioni di limare ed affievolire sempre più i suoi rapporti con il cittadino elettore.

Sull’altra sponda i suoi alleati attuali o quelli che potrebbero presentarsi lungo l’attuazione della sua strategia di sfondamento verso il centro nell’acquisizione dei consensi, potrebbero non seguirlo nel suo disegno di polo catalizzatore delle dinamiche politiche nazionali in quanto, vedendo la possibilità di una loro inconsistenza elettorale, potrebbero virare verso forme di alleanze di centro destra alternative alla politica renziana.

Il tutto può rimettersi in discussione con riflessi positivi sull’attuale politica renziana se si modifica l’attuale legge elettorale, magari diminuendo la quantità del premio di maggioranza, ma soprattutto assegnandolo alla coalizione e non al singolo partito.

Questo anche perché la vischiosità dell’elettorato italiano, che è caratterizzato da flussi rapidi e dinamici che non assicurano più il coagulo stabile e duraturo attorno a consolidate idee guida, potrebbe determinare effetti umorali e condizioni elettorali che porterebbero ingovernabilità al sistema politico ed istituzionale.

Ecco perché ritengo che, nell’interesse collettivo, Renzi debba prendere atto che non potrà egemonizzare i consensi dell’area centrista, ma potrà, raccogliendone una parte, avere un beneficio indiretto agevolando i suoi attuali alleati di Governo, ad essere credibili difronte ai loro elettori assicurando una prospettiva di continuità di governo del Paese.

Questo può avvenire concorrendo, come coalizione, all’assegnazione del premio di maggioranza ed alla eventuale vittoria finale.


!5/08/2015 Pippo Bufardeci

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