TUTTI IN FERMENTO PER
LE COMUNALI DI SIRACUSA
FRA INTERESSI
ECONOMICI E NUOVA NORMATIVA
Mentre siamo in fase di
celebrazione delle elezioni comunali in alcuni comuni della nostra provincia
fra cui spicca quello di Avola, le attenzioni dei vertici di molti partiti e
movimenti sono polarizzate sulla città di Siracusa che vedrà la contesa
elettorale sicuramente nella primavera del 2018.
Indubbiamente Siracusa sarà la
madre di tutte le battaglie politiche e personali che si svolgeranno nella
nostra provincia perché molti sono i fatti politici che hanno caratterizzato la
sindacatura che sta per finire e le motivazioni di rivalsa che impregneranno la
prossima lotta amministrativa. Innanzitutto sarà il PD il partito maggiormente
interessato alle lotte intestine che saranno i prodromi del riassetto dei nuovi
equilibri sia all’interno del partito che in seno alla nuova amministrazione
comunale. La lotta di supremazia delle correnti per la gestione interna del
partito si trasformerà in lotta per la gestione degli interessi legati a
importanti problemi che saranno affrontati nella prossima sindacatura e che
avranno anche grande importanza per gli assetti di natura economica nel
contesto dell’economia personale dei soggetti interessati e dell’intera
provincia in base alle decisioni che si porteranno a concretizzazione.
Non scevri da questi risultati mi
sembrano essere vari raggruppamenti anche di liste civiche che fomentano la
loro discesa in campo, ma che potrebbero sciogliersi o continuare nella
battaglia comunale in base alla soddisfazione delle loro richieste o meno.
Quindi siamo già in presenza di
una lotta intestina al Pd e in una esposizione mediatica di apparati elettorali
nuovi o consolidati che intendono sbarrare la strada ad una ripetizione di
gestione della cosa pubblica rapportata a soggetti più o meno legati
all’attuale contesto. Sono desiderosi di partecipare essi stessi o di gestire
in modo diretto tutte le problematiche di natura economica e di indirizzo
politico che sono ancora senza soluzione o che potrebbero trovare attuazione nei
prossimi anni.
Fatto questo ragionamento che non
è per niente ipotetico anche alla luce di quanto successo in questi anni ed
alla luce di quanto emerso nelle lotte politiche e nei connubi palesati anche
con strascichi giudiziari, ci soffermiamo ad analizzare le conseguenze che
potranno avere le nuove norme approvate dalla regione siciliana in merito alla
elezione dei sindaci e dei consigli comunali.
Dobbiamo subito dire che queste
norme non permettono di soddisfare le curiosità di quanti sono affascinati
dalle previsioni elettorali e dalla prematura indicazione dei risultati. Esse
non entrano in questa sfera previsionale, ma possono determinare le condizioni
per riflessioni e posizionamenti nelle fasi che precedono la competizione
elettorale.
La modifica legislativa che può
maggiormente portare ad una accurata riflessione strategica alle varie forze in
campo è rappresentata da quella che prevede la proclamazione della elezione del
nuovo sindaco non al raggiungimento del cinquanta per cento più uno dei voti
validi, bensì al superamento del quaranta per cento di detti voti.
Raggiungere questa quota
elettorale, non solo può diventare più facile per la elezione del candidato
sindaco più accreditato, ma impedisce il potere contrattuale dei vari gruppi
che aspettano di essere determinanti in fase di ballottaggio in quanto potrebbero
rischiare di essere tagliati fuori dal raggiungimento al primo turno della
diminuita quota di elezione del sindaco.
Questa situazione interessa molti
gruppi civici, ma anche le lotte interne ai partiti e soprattutto al PD.
Difatti giocherà molto la scelta
che farà il partito a livello nazionale nell’assegnare il simbolo e quindi
l’ufficialità della rappresentanza del partito stesso nella competizione elettorale.
Per essere chiari, se il
prescelto dovesse essere l’attuale sindaco Garozzo, ci sarebbe poco spazio per
i contestatori interni nel fare il gioco dei riluttanti in quanto le alleanze
con partiti e movimenti esterni nella prima fase, potrebbero portare Garozzo a
superare il quaranta per cento e sarebbero tagliati fuori dai giochi futuri.
Il rovescio della medaglia
sarebbe l’alleanza dei contestatori interni con concorrenti di Garozzo e
cercare di raggiungere loro il quaranta per cento.
Anche in questo caso la vittoria
potrebbe essere effimera perché potrebbe definitivamente espellerli dal PD in
quanto traditori della linea ufficiale.
Naturalmente bisogna sempre
tenere presente che sia una destra riorganizzata su un candidato credibile o il
movimento cinque stelle sull’onda della contestazione in quanto tale potrebbero
raggiungere il quorum necessario e espropriare il partito democratico
siracusano di una possibile vittoria. Paradossalmente il partito democratico
potrebbe avere possibilità di successo ritornando unito attorno al proprio
candidato che non potrebbe non essere Garozzo anche alla luce della sua
dichiarazione di ricandidatura. In ogni caso il PD non può spaccarsi e perdere
competitività.
Ecco perché mi sono sembrati
inappropriati i segnali forti lanciati da alcune frange del partito democratico
contro Garozzo palesando una posizione di distinguo e di contrarietà alla ricandidatura.
Secondo me hanno solo la remota e difficile possibilità di evitare che il
partito ricandidi il sindaco uscente per potere riaprire i giuochi altrimenti
le conseguenze potrebbero essere abbastanza pesanti.
Il quaranta per cento da
raggiungere per essere eletti sindaci diventa quindi la modifica della legge
elettorale che maggiormente inciderà nella fase della strategia e del
posizionamento elettorale.
A questa bisogna aggiungere anche
la reintroduzione della norma che permette di trasferire automaticamente al
candidato sindaco il voto assegnato ad una qualsiasi lista collegata al
candidato stesso.
Esiste anche la possibilità del
voto disgiunto, voto ad una lista e al sindaco di altro schieramento, ma la
storia elettorale recente ci dimostra che esso è poco esercitato e, se lo è,
viene esercitato da una ristretta schiera di elettori interessati alla cerchia
dei giochi politici e non dalla massa dei cittadini elettori.
Vi è da ricordare che il primo
dei non eletti dei candidati sindaci, purchè superi il venti per cento dei voti
validi, entrerà di diritto a far parte del consiglio comunale togliendo il
seggio da quelli assegnati alla minoranza.
Esiste naturalmente la
possibilità di esprimere la preferenza per il candidato o candidata consigliere
comunale prescelta. Si possono dare due preferenze purché di genere diverso,
una maschile ed una femminile. Se si esprimono due preferenze solo maschili o
due solo femminili verrà ritenuta nulla la seconda espressa.
Infine mi preme segnalare che è
prevista la non facile quota da raggiungere del sessanta per cento dei
consiglieri comunali per presentare la mozione di sfiducia al sindaco che sarà
votata con voto palese.
Se il sindaco cesserà dalla
carica per decadenza,
dimissioni, rimozione, morte o impedimento permanente comporterà anche la
decadenza dell’intero consiglio comunale.
Questa norma rafforza la posizione del sindaco che, in
una sua eventuale sconfitta, potrà portare con se anche il consiglio comunale
nella disfatta totale.
Molti consiglieri ci penseranno parecchio prima di
presentare una mozione di sfiducia contro il sindaco.
Ritorniamo quindi al punto di partenza.
La tattica può avere una valenza insufficiente perché
il posto di primo piano, a partire dalla fase della preparazione delle liste e
delle alleanze, viene delegato alla strategia di lungo respiro. Purtroppo,
nella politica attuale, non sono in molti ad attrezzati per concepirla ed
attuarla.
Ne vedremo sicuramente delle
belle.
Pippo Bufardeci ( Articolo per il giornale: TIMEOUT )
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