GLI ARTIGLI DELLA LEGA SUL PROGETTO INTEL IN SICILIA
IL LAVORO VA SEMPRE AL NORD? TACCIONO I SICULI-LEGHISTI
Il
progetto della multinazionale Intel di posizionare un proprio stabilimento di
microelettronica in Italia, nell’ambito della strategia europea per lo
sviluppo, l’occupazione e la competitività della propria economia, ha già
evidenziato gli artigli leghisti che, per bocca del ministro leghista allo
sviluppo economico Giorgetti, assegnano prioritariamente al Piemonte questa
opportunità di ulteriore sviluppo.
Si
fanno quindi benedire tutti i proclami leghisti a favore del Sud e della
Sicilia e dimostrano la falsità di un’azione politica che, puntando sulla
consolidata storica disponibilità servile degli ascari locali, mira solamente a
raccogliere quanti più consensi possibili al Sud per utilizzarli a favore degli
interessi esclusivi del Nord.
Eppure
questa volta non possono dirci che vogliamo costruire cattedrali nel deserto.
Non possono dirci che non abbiamo pronti i siti necessari per l’insediamento.
Non possono dirci che non abbiamo le esperienze, le competenze, i centri di
ricerca idonei, le professionalità, le competenze universitarie e persino il
capitale umano ai vari livelli da utilizzare.
Il
sito dell’Etna Valley, dove già opera da molti anni la STMicroelectronis ed
altre aziende già impegnate nel settore strategico della nanotecnologia e della
microelettronica, così come la zona industriale del siracusano, come ha
proposta il sindaco di Priolo Pippo Gianni, con le sue strutture ed i suoi
capannoni già disponibili, potrebbero in sinergia, rappresentare le condizioni
più idonee per l’allocazione del sito della INTEL.
Potrebbe
essere questa una concreta e fattibile soluzione per determinare le migliori
condizioni di sviluppo per il Sud e la Sicilia basato sull’innovazione
tecnologica e sulla produzione di elementi fondanti per l’economia del futuro.
Eppure
c’è chi, come la Lega, lavora sempre per depredare il Sud e la Sicilia a favore
degli interessi del Nord lasciando lo sviluppo economico del nostro territorio
all’elemosina del reddito di cittadinanza anche se, a parole, ne chiede la
soppressione, ma nei fatti ci impedisce di superarlo con lo sviluppo serio,
vero e concreto e con la conseguente occupazione frutto di lavoro stabile e
prospettico.
Su
tutto questo la pseudo classe politica meridionale, passata velocemente al
servizio degli interessi elettorali della Lega, tace senza ritegno.
Questo
treno importante non può passare con la passività complice dei meridionali, ma
deve essere difeso con le unghie ed i denti perché potrebbe essere
definitivamente l’ultimo.
Basta
con le logiche dei partiti e con gli interessi di bottega, ma necessita una
strategia d’insieme per impedire ulteriore arretratezza del meridione e
depauperamento del suo tessuto umano.
Sr
02/10/2021
PIPPO BUFARDECI
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