QUALE
TURISMO PER PACHINO
Bozza
del mio intervento al Convegno del 5/5/2022
Ex Cinema Diana Pachino
Da molti anni ci siamo chiesti quale tipo di turismo
si poteva sviluppare a Pachino.
Il risultato è stato che mentre la classe politica e
dirigente se lo chiedeva il contenitore vuoto di turismo si è riempito da solo
con effetti positivi, ma anche con altri negativi.
Il tutto lasciato alla buona volontà dei singoli, ma
soprattutto agli interessi dei molti che privilegiavano il lato economico a
scapito di un progetto complessivo di sviluppo turistico obiettivo e rapportato
ai veri interessi della comunità.
È mancata l’iniziativa pubblica capace di indirizzare
lo sviluppo e la classe politica locale, come spesso è nelle abitudini di molti
pachinesi, è andata a rimorchio delle iniziative degli altri comuni e spesso
cercando di scimmiottare modalità ed iniziative che non gli si addicevano.
(Vedasi il rapporto con il comune di
Noto che non ha dimostrato seriamente alcun interesse a cooperare con il comune
di Pachino per lo sviluppo del proprio territorio che, nella parte nord e fino
dentro Marzamemi, rappresenta la vera anima, purtroppo negativa, di qualsiasi
processo di sviluppo. Basti pensare all’atteggiamento di Noto quando si è
cercato di stipulare un accordo per la gestione del territorio che ha visto
questo comune solo interessato agli introiti delle tasse che agli investimenti
strutturali)
Sarebbe necessario che il comune, attraverso tutte le
forze e le realtà interessate al turismo del nostro paese e coloro che sono
interpreti del nostro sviluppo locale, elaborasse una specie di piano
regolatore del turismo nel territorio pachinese individuando le diverse
potenzialità e le idonee soluzioni operative.
Tutto quest’impegno deve essere indirizzato alla
valorizzazione del territorio pachinese.
VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO
Per valorizzazione del territorio intendo puntare a
creare condizioni di sviluppo del territorio comunale di Pachino, possibilmente
in sinergia con il comune di Portopalo, perché è ciò che ci appartiene, che va
valorizzato come impegno primario e non rimorchiati nelle indicazioni che altri
comuni, come Noto, possono fare senza la necessità dell’apporto di Pachino in
quanto non soggetto abilitato a decidere su problematiche e territori che non
sono le sue. (Vedi Vendicari, San Lorenzo, Reitani, Spinazza e la stessa
gestione della nuova destinazione della ferrovia.)
Quindi una responsabilità diretta di Pachino
nell’appropriarsi di ciò che gli appartiene e prendersi la responsabilità di
lavorare per cercare soluzioni capaci di coordinare lo sviluppo territoriale
del turismo assumendosi tutte le sue responsabilità di classe dirigente
politica, istituzionale, economica e culturale.
Ma che cosa ha Pachino che, a mio avviso, può valorizzare
lavorando seriamente per uno sviluppo armonico e rispondente alle esigenze
della sua comunità in sinergia con tutte le categorie interessate?
Secondo me sono almeno quattro le vie maestre da percorrere
nell’immediato per dare corpo, creatività e serietà ad un progetto di sviluppo
turistico del nostro territorio.
AMBIENTE – PRESENZE STORICHE – AGRICOLTURA – TRADIZIONI.
AMBIENTE:
Non vi è dubbio che il nostro territorio presenta
importanti aspetti paesaggistici da valorizzare e salvaguardare, ma soprattutto
rendere fruibili a coloro che intendono svolgere percorsi culturali e turistici
a contatto con la Natura e con tutto ciò che noi possiamo offrire.
Il sole, il mare, le paludi, la fauna, le saline, le
caratteristiche morfologie della nostra costa, vedasi la zona delle Concerie
che racchiude anche valenze storiche importanti, da cui prende il nome, come
l’antica grotta della concia delle pelli.
Determinare le condizioni per l’accesso al mare da
parte di tutti attraverso una idonea viabilità che si possa sposare con
l’ambiente naturale sarebbe importante soprattutto se si controllassero con
maggiore efficienza gli obbrobri dovuti all’abusivismo e all’utilizzo di molti
tratti della costa per usi impropri per il settore agricolo (leggasi plastica
delle serre interrata), per terrapieni fino al bagnasciuga a protezione di
costruzioni che spesso deturpano le nostre coste ed ogni altro intervento
illegale spesso sotto gli occhi di tutti.
(Personalmente sono stato favorevolmente
colpito ed appoggio l’iniziativa di molti cittadini che, liberatesi
dall’atavico torpore misto ad indifferenza per la cosa pubblica, stanno
portando avanti il problema della protezione delle nostre coste e delle nostre
paludi.
Così come altri gruppi si stanno spendendo in positivo
per altre iniziative importanti per la collettività e che stanno
sensibilizzando l’opinione pubblica verso il concetto che ciò che è pubblico è
responsabilità di tutti noi e non qualcosa che non ci appartiene).
Spero anche i politici e gli amministratori pachinesi capiscano ciò e lottino, da subito, per la istituzione di una riserva naturale a protezione delle nostre paludi e di tutto quello che rappresentano in modo notevole per il nostro territorio, per l’ambiente, per il turismo e lo sviluppo economico.
PRESENZE STORICHE
Negli ultimi anni, grazie al lavoro di ricerca storica
di alcuni volenterosi studiosi locali del nostro passato e della nostra storia,
l’ignoranza della nostra storia locale dovuta alla non conoscenza sta lasciando
il posto ad un interesse sempre più marcato e consapevole del grande patrimonio
storico che nasconde il nostro territorio.
Esso va approfondito e valorizzato per la conoscenza
dei cittadini di Pachino, ma soprattutto per renderlo fruibile ai flussi
turistici e capace di generare iniziative e riscontri economici per i nostri
giovani e coloro che intendono investire su una proposta turistica che si
fregia anche di un passato storico importante.
Mi riferisco, ad esempio, alla zona archeologica di
contrada Cugni, alla grotta di Calafarina, alle torri di avvistamento, alla
zona delle Concerie, del Cavittuni, alla Senia dei Corsari, alle Latomia,
all’Isola delle Correnti ed altri luoghi, magari meno conosciuti come la zona
Burgio, che potrebbero suscitare un vasto interesse.
Marzamemi
Naturalmente non dimentico la parte pachinese di
Marzamemi che è diventata, negli ultimi anni, la locomotiva turistica non solo
del nostro territorio, ma dell’intera zona sud della nostra provincia per
notorietà non secondaria alla stessa Noto o Siracusa.
Ma Marzamemi ha dei problemi che vanno affrontati
subito con serietà e saggezza per evitare che la locomotiva diventi obsoleta e
i suoi vagoni solo luoghi mangerecci e di sballo per un’utenza incontrollata e
spesso violenta che non vogliamo e non possiamo accettare perché incancrenisce
lo sviluppo prima ancora che esso possa prendere il volo.
Tutta questa proposta culturale, se sviluppata in
sinergia con il comune di Portopalo mettendo in rete tutto il grande patrimonio
culturale, paesaggistico, storico ed ambientale che esso rappresenta, può determinare
una proposta turistica importante, caratteristica, affascinante.
AGRICOLTURA
Potrebbe sembrare strano, ma la nostra storia agricola
e la sua presenza attuale nel contesto economico nazionale potrebbe dare un
forte contributo allo sviluppo turistico del nostro territorio ed avere anche
un riscontro in termini di conoscenza e valorizzazione della propria produzione
e quindi anche in termini economici.
Anche per questo settore ci vorrebbe un convegno a sé
stante e la brevità del tempo concessomi non mi permette di essere esaustivo.
I nostri pilastri agricoli sono:
Da una parte la nostra tradizione vinicola e,
dall’altra, la nuova caratteristica importante per l’agricoltura pachinese e
cioè il pomodoro ciliegino che con grande impegno e sacrifici portano avanti
molti agricoltori locali, anche e soprattutto, attraverso le strutture delle
cooperative agricole e il Consorzio IGP del pomodorino di Pachino.
Bisogna fare sinergia fra questi due importanti filoni
agricoli pachinesi e la proposta turistica quale nuovo ed importante volano
economico di prospettiva.
Ciò perché lo sviluppo di un territorio non può
basarsi su una sola direttrice, ma su diverse e sinergiche linee di sviluppo
che siano complementari e solidali nel senso che possono assieme determinare
sviluppo e, nel contempo, difendere il tessuto economico territoriale anche nei
momenti di difficoltà di un comparto che può essere, economicamente, integrato
da un altro non in crisi.
Nel contesto turistico l’agricoltura può dare un
grosso contributo di natura storica e di evidenza del territorio attraverso i
suoi prodotti.
Natura storica.
Personalmente seguo da anni e continuo ad apprezzare
l’importante lavoro che svolge l’associazione Vivivimum Pachino presieduta da
Walter Guarrasi sia dal punto di vista storico che per la ripresa della
proposta commerciale del Vino di Pachino.
Dal punto di vista storico sta agendo su due
direttive.
La prima riguarda la riscoperta e la valorizzazione
delle presenze storiche che ancora esistono numerose nel nostro territorio.
Mi riferisco, in particolare, al censimento in atto
dei palmenti ancora integri che esistono nel nostro territorio, sia all’interno
del perimetro urbano che fuori per poterli mettere in rete al servizio
turistico ed enogastronomico.
Si parla di circa 30 palmenti di cui quasi la metà nel
centro urbano.
In questo contesto, mettiamo da parte il palmento Di
Rudinì, che necessita di un discorso a sé stante e che va subito recuperato
come contenitore culturale e vanno ricercati i finanziamenti per la fruibilità
delle parti ancora non resi disponibili che riguardano la produzione e lo
stoccaggio del vino, così come abbiamo fatto nel passato con il progetto
europeo denominato Ecomuseo del Mediterraneo.
Non possiamo però non parlare dell’abnegazione con cui
l’amico Nele Nobile ha portato avanti, da solo e senza l’aiuto delle
istituzioni, la meritoria iniziativa del museo del vino dove la storia del
lavoro pachinese si fonde con l’unica ed importante risorsa della terra che per
molti anni ha rappresentato il simbolo sociale ed economico di Pachino e cioè
il Nero Pachino ed il Rosso Pachino.
Etichette che lo stesso Nobile, assieme all’Associazione
ViviVinum Pachino di Walter Guarrasi ed altri produttori stanno riportando nel
contesto vinicolo nazionale anche come rivalutazione storica di una
primogenitura vinicola che, altre realtà territoriali non a vocazione vinicola,
cercano di fare propria.
Anche dal punto di vista pubblicitario, come proposto qualche decennio fa, le confezioni del ciliegino per il mondo potrebbero contenere riferimenti al vino e quelle del vino al ciliegino e, tutti e due, alle bellezze del territorio di origine per la valorizzazione turistica.
TRADIZIONI
L’ultima strada da percorrere, ma ultima solo in via
esplicativa del progetto di sviluppo turistico del nostro territorio, è
rappresentata dalle nostre tradizioni.
Tradizioni che sono importanti non solo per i
cittadini di Pachino, ma lo possono essere per tutti coloro che, come turisti,
studiosi o curiosi, intendono conoscerle e capirle.
Anche in questo comparto culturale pachinese, vi è stato,
in questi ultimissimi anni, un interesse sempre maggiore ed approfondito da
parte di alcuni studiosi pachinesi che, con conferenze e pubblicazioni varie,
hanno permesso di ampliare l’offerta culturale delle tradizioni pachinesi e
orientali lungo la strada dell’utilizzo ai fini culturali e turistici.
C’è quindi una riscoperta di ciò che siamo stati nel
tempo e di ciò che possiamo ancora offrire, ma non c’è un’offerta fruibile sia
per le nostre giovani generazioni che per i turisti.
Bisogna quindi concretizzare come offerta turistica
ciò che le nostre tradizioni religiose, agricole, culinarie ed artigiane
possono offrire ed essere volano di sviluppo e di arricchimento economico.
Anche qui, per ciò che ci ha unito nei secoli e che
ancora ci unisce, non si può non lavorare in sinergia con il comune di
Portopalo e con le associazioni ed i gruppi che studiano, approfondiscono ed
offrono il nostro essere stati ed il nostro modo di rapportarci che ci ha
permesso di svilupparci come comunità.
Quindi
per concludere:
Quindi, in conclusione, finiamola col detto del
passato che abbiamo le spiagge più belle del mondo, intendendo per mondo le
quattro contrade che conosciamo noi, o abbiamo il vino migliore del mondo e poi
lo mettiamo nelle botti piene di tartaro e lo facciamo diventare aceto, che la
nostra agricoltura ha i prodotti migliori del mondo, ma poi non li facciamo
conoscere e restano nelle nostre campagne.
Che siamo un paese pulito ed accogliente, ma abbiamo
la spazzatura in ogni angolo e l’acqua non arriva nei nostri rubinetti.
DOBBIAMO AFFRONTARE IL NUOVO CON COMPETENZA, SERIETA’
E CON UN PROGETTO CONCRETO, SERIO E CREDIBILE
PERCIO’
1) Lavoriamo
prima sul nostro territorio che è l’unico in cui siamo deputati a decidere e
poi diventiamo interlocutori con gli altri
2) Iniziamo
a concretizzare dei rapporti sinergici con il comune di Portopalo quale
interlocutore privilegiato e riferimento naturale per qualsiasi piano di
sviluppo della zona cui insieme ci riferiamo
3) Valorizziamo
i luoghi del sapere e del vedere (Cultura ed Ambiente)
4) Favoriamo
il coinvolgimento delle varie associazioni per la elaborazione, la conoscenza e
la diffusione di un progetto condiviso disviluppo
5) Iniziamo
una vera e seria sinergia fra pubblico e privato
6) Mettiamo
in atto tutto ciò che riguarda i Servizi ed i Trasporti nel nostro territorio e
quelli provinciali e regionali perché non si può avere alcuno sviluppo se non
arrivano autobus a sufficienza, se le corse domenicali dei pullman regionali,
quindi pubblici e pagati anche con i nostri soldi, arrivano tardi e partono
presto rispondendo ad esigenze di spesa e non di apporto allo sviluppo di un
territorio.
7) Gli
amministratori non fate la politica del cortile, ma pensate e lavorate tenendo
presente che fuori dalle beghe, dal nostro cortiletto, dalla nostra piazza
esiste un mondo vario ed articolato che ci appartiene e va affrontato con
serietà, competenza, capacità di relazionarsi, studio e proposte credibili e
non con beghe puerili che fanno solo danno al nostro paese ed ai suoi
cittadini.
Pippo
Bufardeci
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