Siamo diventati l’Italia dei no.
Una serie di veti incrociati rischiano di paralizzare la nostra società creando le condizioni di un regresso economico e sociale da cui non si salverà nessuno.
Ciò indipendentemente dal colore politico o dall’appartenenza partitica perchè le cause stanno nella debolezza complessiva della politica che vive questo momento storico.
Abbiamo detto No alla TAV, ai termovalorizzatori, ai rigassificatori, alle discariche, al ponte sullo Stretto, all’alta velocità ferroviaria, al nucleare, ai pali eolici per l’energia alternativa e chi più ne ha più ne metta.
In linea di principio non è detto che tutti questi No dovevano essere necessariamente dei Si.
Il fatto però che li rende inaccettabili è che spesso sono il frutto solo dell’emotività o peggio della speculazione politica.
Diciamo no senza avere un minimo di cognizione di causa su ciò di cui parliamo, sui suoi effetti positivi o negativi o sulla reale possibilità di conseguenze che possano incidere sulla salute dei cittadini.
Diciamo no per rimarcare spesso la nostra diversa appartenenza politica rispetto ai proponenti o per consolidare un ruolo politico con relative prebende che abbiamo acquisito solo grazie all’essere diventati dei professionisti del No.
Lo stesso professionismo che ci impedisce anche di capire se vi sono dei No che abbiano una base di seria valutazione tecnica e scientifica capace di farci porre la giusta attenzione.
Ci troviamo difatti spesso nelle condizioni del famoso ..al lupo al lupo.
Tutto ciò perchè l’Italia è diventata l’ultima pattumiera ideologica dell’Europa.
La tragicità di questa affermazione è confermata dal fatto che, complice la debolezza della politica, questa pattumiera ideologica sta minando le basi stesse della convivenza civile.
I no della politica sulle varie proposte di modifica alla legge elettorale paralizzano i veri concetti di rappresentanza democratica e della condivisione delle regole.
I no occulti all’introduzione delle preferenze degradano il rapporto cittadini elettori ed eletto sganciando quest’ultimo dal normale controllo del proprio operato se non in termini di sudditanza rispetto al referente che lo ha indicato.
Il no alla solidarietà fra zone diverse del territorio nazionale degradano la convivenza nazionale ed esasperano le differenziazioni economiche aumentando la già galoppante povertà.
Come se tutto ciò non bastasse per essere foriero di guai alla nostra democrazia è arrivato anche il no e la contestazione al Papa per la partecipazione all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università La Sapienza.
Adducendo, come motivazione principale, il rapporto delle Chiesa con Galileo.
Ci potremmo fermare quì e non fare commenti perchè il degrado culturale che si rappresenta si commenta da solo e valorizza l’integralismo di quei mussulmani che giustificano il loro terrorismo con il fatto che combattono i crociati occidentali.
Se la politica nel senso nobile del termine non raddrizzerà la schiena il nostro futuro sociale sarà pieno di nuvole nere.
Siracusa 16.01.2008 Pippo Bufardeci La Domenica
Una serie di veti incrociati rischiano di paralizzare la nostra società creando le condizioni di un regresso economico e sociale da cui non si salverà nessuno.
Ciò indipendentemente dal colore politico o dall’appartenenza partitica perchè le cause stanno nella debolezza complessiva della politica che vive questo momento storico.
Abbiamo detto No alla TAV, ai termovalorizzatori, ai rigassificatori, alle discariche, al ponte sullo Stretto, all’alta velocità ferroviaria, al nucleare, ai pali eolici per l’energia alternativa e chi più ne ha più ne metta.
In linea di principio non è detto che tutti questi No dovevano essere necessariamente dei Si.
Il fatto però che li rende inaccettabili è che spesso sono il frutto solo dell’emotività o peggio della speculazione politica.
Diciamo no senza avere un minimo di cognizione di causa su ciò di cui parliamo, sui suoi effetti positivi o negativi o sulla reale possibilità di conseguenze che possano incidere sulla salute dei cittadini.
Diciamo no per rimarcare spesso la nostra diversa appartenenza politica rispetto ai proponenti o per consolidare un ruolo politico con relative prebende che abbiamo acquisito solo grazie all’essere diventati dei professionisti del No.
Lo stesso professionismo che ci impedisce anche di capire se vi sono dei No che abbiano una base di seria valutazione tecnica e scientifica capace di farci porre la giusta attenzione.
Ci troviamo difatti spesso nelle condizioni del famoso ..al lupo al lupo.
Tutto ciò perchè l’Italia è diventata l’ultima pattumiera ideologica dell’Europa.
La tragicità di questa affermazione è confermata dal fatto che, complice la debolezza della politica, questa pattumiera ideologica sta minando le basi stesse della convivenza civile.
I no della politica sulle varie proposte di modifica alla legge elettorale paralizzano i veri concetti di rappresentanza democratica e della condivisione delle regole.
I no occulti all’introduzione delle preferenze degradano il rapporto cittadini elettori ed eletto sganciando quest’ultimo dal normale controllo del proprio operato se non in termini di sudditanza rispetto al referente che lo ha indicato.
Il no alla solidarietà fra zone diverse del territorio nazionale degradano la convivenza nazionale ed esasperano le differenziazioni economiche aumentando la già galoppante povertà.
Come se tutto ciò non bastasse per essere foriero di guai alla nostra democrazia è arrivato anche il no e la contestazione al Papa per la partecipazione all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università La Sapienza.
Adducendo, come motivazione principale, il rapporto delle Chiesa con Galileo.
Ci potremmo fermare quì e non fare commenti perchè il degrado culturale che si rappresenta si commenta da solo e valorizza l’integralismo di quei mussulmani che giustificano il loro terrorismo con il fatto che combattono i crociati occidentali.
Se la politica nel senso nobile del termine non raddrizzerà la schiena il nostro futuro sociale sarà pieno di nuvole nere.
Siracusa 16.01.2008 Pippo Bufardeci La Domenica
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