sabato 2 aprile 2011

APPROVATA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE

In un precedente articolo abbiamo trattato la proposta di legge del governo regionale relativa all’accordo in seno alla maggioranza per apportare alcune modifiche alla legge elettorale.

Avevamo espresso dubbi sulla rapidità dell’approvazione ma questa volta l'Assemblea Regionale ha smentito tutti.

Ebbene, con una rapidità sconosciuta ai nostri legislatori, le modifiche alla legge elettorale per la elezione dei sindaci e dei consigli comunali nonché dei Presidenti delle province e dei rispettivi consigli, è stata approvato da un ampio schieramento compresa parte dell’opposizione.

Naturalmente le norme approvate sono il frutto di un compromesso e di uno scambio di favori politici fra maggioranza ed opposizione, ma adesso possiamo valutare la portata delle modifiche su basi più concrete essendo diventate leggi della Regione.

Fra le conferme di quanto inserito nella proposta di legge vi è quella della scissione fra il voto assegnato al consigliere prescelto e quello assegnato al candidato Sindaco o Presidente della provincia.

Con la normativa precedente se si votava un consigliere di una lista collegata al candidato Sindaco o Presidente, il voto, anche se non espresso, andava automaticamente a questi due.

Vi era cioè l’effetto trainamento per cui erano le liste che determinavano l’elezione del Sindaco o del Presidente di provincia.

Adesso è obbligatorio esprimere, nella stessa scheda, anche la preferenza per il Sindaco o il Presidente che potrà essere scelto indipendentemente dallo schieramento di appartenenza del candidato consigliere cui si è data la preferenza.

Questo porterà il Sindaco o il Presidente ad avere un loro quoziente elettorale diretto e diverso rispetto alle liste.

La lotta diventa più diretta fra i vari candidati e ci sarà meno imposizione da parte dei gruppi politici che non potranno più determinare la scelta di un candidato anche se non gradito agli elettori.

Un’altra importante conferma è quella relativa alla possibilità che i consiglieri comunali e provinciali possano essere nominati assessori senza doversi dimettere dalla loro carica come avviene attualmente con relativo mercato e colpi bassi di rivalsa partitica e correntizia.

Difatti spesso succede che si promuove un consigliere assessore per poterlo poi subito sostituire e farlo fuori dai giuochi della politica.

Vi è però una limitazione che pensiamo sia giusta ed importante e cioè che le Giunte possono avere solo la metà di assessori consiglieri e metà di esterni.

Sul piano strettamente elettorale vi è un’importante modifica relativa ai comuni con popolazione compresa fra i dieci ed i quindicimila abitanti che, a mio parere, bisognava estendere almeno fino ai venticinquemila abitanti e cioè l’elezione del Sindaco in un unico turno senza il ballottaggio.

Il candidato Sindaco che prende più voti al primo turno viene eletto senza andare al ballottaggio evitando il relativo mercato delle vacche ed i condizionamenti vari che si determinano in questa fase.

Nella provincia di Siracusa i comuni interessati a questa modifica, dal turno elettorale del prossimo anno, sono quelli di Francofonte, Melilli, Priolo, Palazzolo, Sortino, Canicattini e Solarino.

Questa nuova norma farà in modo che i partiti scelgano persone che abbiano una loro capacità di imporsi agli elettori ed obbligherà tutti a fare una scelta di schieramento subito senza aspettare di vendere dopo i propri voti.

Fra le norme approvate vi è quella relativa alla sfiducia al Sindaco o Presidente di provincia ed ai Presidenti dei rispettivi consigli.

Riteniamo giusto che si possa sfiduciare il presidente del consiglio in quanto era diventato l’unico incarico elettivo inamovibile per tutta la durata del mandato anche se fossero sopraggiunti validi motivi politici per la sostituzione e constatazione obiettiva di incapacità a svolgere il ruolo.

La sfiducia al Sindaco ed al Presidente di Provincia, già esistente, la si voleva rendere più difficile e meno soggetta al capriccio dei partiti e dei consiglieri reintroducendo la sfiducia tramite referendum fra tutti gli elettori.

Non è stato possibile e si sono alzati gli argini politici di salvaguardia dell’incarico prevedendo una sfiducia proposta dai due terzi dei consiglieri, ma non prima dei due anni di attività e non negli ultimi sei mesi.

Queste limitazioni permettono di dare il tempo, nei due anni, di dimostrare qualcosa ai cittadini che ne possa o meno giustificare la sfiducia ed evitare le furbate di qualcuno negli ultimi sei mesi.

Anche nella nostra provincia qualche sindaco si è fatto sfiduciare negli ultimi mesi per dimostrare di non avere terminato regolarmente il mandato e potersi ricandidare per il terzo mandato altrimenti escluso per legge.

Infine non possiamo non parlare della cosiddetta preferenza di genere che vuol dire che l’elettore avrebbe potuto esprimere una preferenza sia per il candidato maschio che per il candidato donna separatamente per permettere la presenza femminile nei vari consigli.

Questa proposta non è stata approvata per cui si potrà esprimere una sola preferenza indipendentemente dal sesso.

Questo della preferenza di genere è un argomento che accende il dibattito fra i pro ed i contro con argomenti convincenti da tutti e due le parti.

Personalmente sono stato sempre scettico sulla istituzione di una specie di riserva indiana per le donne in quanto ritengo che vada premiata ed incentivata la possibilità di essere scelti, uomini e donne, in base alle capacità ed ai consensi elettorali piuttosto che alla bellezza od al sesso.

Quindi una serie di norme che, pur essendo insufficienti e non complete per una buona funzionalità degli enti locali, sono destinate a rivedere una serie di consolidate prassi sia all’interno dei partiti che nelle stesse istituzioni.

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