La campagna elettorale è entrata nel vivo e la ricerca del
voto di preferenza sta diventando sempre più spasmodica da parte del folto
gruppo di candidati che aspira a sedersi in uno dei novanta scranni di Sala
d’Ercole che è deputata ad ospitare l’Assemblea regionale siciliana.
Si può subito dire che non vi è niente di nuovo sul piano
della proposta politica perché la vecchia
rappresentanza è tutta schierata nelle varie liste e perché le novità
che presenta l’offerta politica dei candidati si limita a pochissimi
personaggi.
Questa impalpabilità della proposta candidature nella
provincia di Siracusa si nota ancora di più rispetto alle altre competizioni
passate perché, con maggiore evidenza, abbiamo assistito ad un penoso
affaticamento degli aspiranti candidati nel cercare una casa dove collocarsi
rispetto ai programmi personali ed alla proposta politica che intendono
rappresentare.
Ecco che subito, prima ancora di conoscere in quale lista
presentarsi, abbiamo notato faccioni più o meno accattivanti sui tabelloni
pubblicitari perché la cosa più importante è farsi riconoscere formalmente e
non farsi conoscere sostanzialmente.
L’altro aspetto penoso è stato rappresentato dai candidati
che nel giro di pochi giorni, mentre i loro volti facevano bella mostra di se
sui tabelloni pubblicitari, cambiavano casacca politica da una lista all’altra
in cerca di un posto al sole ed il loro credo politico diventava un optional
dall’etichetta intercambiabile.
Vi sono stati dei candidati che, nel loro travagliato lavoro
teso alla ricerca di una lista che facesse un po’ di spazio per la candidatura,
hanno stampato più volte i primi volantini con simboli diversi.
Senza parlare poi di quelli che agli elettori di sinistra
assicuravano che una volta eletti a destra avrebbero cambiato casacca
indossando subito quella di sinistra e viceversa.
Non possiamo andare certamente orgogliosi di molti soggetti
politici che esprimiamo e che offuscano anche quel poco di buono che tutto
sommato esiste ancora.
La cosa che ci addolora ancora di più è constatare
amaramente che i più avvezzi al trasformismo sono molti di coloro che
dovrebbero rappresentare il nuovo.
Eppure c’è molta attesa da parte degli elettori ,ancora non
del tutto delusi, che si aspettano qualcosa di nuovo e di più sostanziale da
questa fase politica perché i problemi della provincia e della regione non si
possono giocare al tavolo verde dell’opportunismo, ma necessitano capacità e
serietà da parte di coloro che intendono assumersi la responsabilità
della gestione della cosa pubblica.
SR. 23/09/2012
( Pubblicato sul settimanale TIMOUT )