Siamo ormai arrivati alle ultime battute della campagna
elettorale per la elezione del presidente della Regione e dei novanta deputati
che si siederanno sugli scranni di palazzo dei Normanni.
E’ stata una campagna elettorale che si è caratterizzata per
la scarsa presenza nelle piazze e nei luoghi adatti per le adunate oceaniche ed
ha visto prevalere un continuo uso del web a dimostrazione che i tempi
cambiano. Anche gli aspetti relativi allo sfoggio economico con mangiate di
pizza per comitive e pranzi per interi quartieri cittadini sono quasi spariti.
Segno che i tempi sono finanziariamente ristretti anche per i candidati, forse
per i maggiori controlli dei flussi finanziari o per le scarse disponibilità,
non abbiamo avuto notizie di forti elargizioni economiche per organizzare la
propaganda elettorale o, peggio, per convincere gli elettori ad esprimere
preferenze obbligate.
Radio elezioni parla comunque di qualche candidato che ha
forse dato queste dimostrazioni di ricchezza con pranzi, cene e soddisfacimento
di esigenze concrete dei singoli, ma la vox populi vox dei, che spesso si basa
su fatti empirici, non può trovare certezza se non dopo essere stata confermata
da fatti concreti e da chi è preposto alla vigilanza.
Noi ci limitiamo a constatare che un minimo di parsimonia si
è vista.
Per tornare alla campagna elettorale con risvolti politici
più consoni all’importanza che essa ha nella gestione di una importante regione
quale quella siciliana, dobbiamo subito dire che essa è caratterizzata verso un
rifiuto del voto quale conseguenza del rifiuto di un certo modo di fare
politica che ha appannato anche l’essenza importante del ruolo della politica
in una società democratica.
Ne prendiamo adesso solo atto, senza il serio approfondimento
che meriterebbe perché l’articolo vuole solo limitarsi a descrivere fatti e
fare delle previsioni su ciò che potrebbe essere il risultato nella nostra
provincia.
L’astensionismo, la protesta, il disgusto, anche se
giustificato, non inciderà affatto perché forse agevolerà chi, con questi
atteggiamenti, si volesse punire.
Indipendentemente dai votanti e dalle proteste i deputati da
eleggere, a livello regionale, saranno sempre novanta e non saranno minimamente
scalfiti.
Il minore numero di
voti validi, per il sistema dell’elezione proporzionale con quoziente, finirà
per agevolare forse quelli che si
vorrebbero cambiare perché avranno la possibilità di essere eletti con meno
voti di preferenza al diminuire dei voti validi.
Per quanto riguarda la provincia di Siracusa si sa che i
deputati da eleggere sono sei e tali rimarranno perché vengono calcolati in
base alla popolazione residente e non in base ai votanti.
Sono convinto che, fra i partiti, sia il PD che l’UDC e la
PDL avranno il loro quoziente utile per ottenere un deputato. Restano tre seggi
da assegnare per i quali, a mio avviso, concorreranno Forza del sud, i
grillini, l’MPA in quanto sicuramente supereranno lo sbarramento del 5% a
livello regionale.
Potrebbero anche entrare in competizione la lista Crocetta e
la lista Musumeci, ma avranno difficoltà a superare la soglia di sbarramento.
Le altre liste, quale cantiere popolare di Pippo Gianni che
avrà molti voti a Siracusa, ma non raggiungerà il 5% regionale, ed altre
che potrebbero esserci su base
regionale, ma non provinciale, non
dovrebbero avere seggi.
I nomi, quasi sicuramente, potrebbero essere Marziano per il
PD anche se ha una concorrenza spietata e, come DeBenedictis, un forte calo
personale. Vincenzo Vinciullo per la PDL perché, essendo elettoralmente molto
autosufficiente, risente molto meno degli altri della crisi elettorale
dell’apparato del suo partito. Per l’UDC il candidato eletto potrebbe essere
Pippo Sorbello perché è presente in modo omogeneo su tutto il territorio
provinciale e perché il rivale Bastante si è incartato strada facendo e non è
riuscito a decollare e Bandiera non ha
una presenza estesa e sufficiente che lo possa considerare elettoralmente
competitivo.
In Forza del Sud Titti Bufardeci non ha rivali per cui sarà
lui il rappresentante di Miccichè, mentre i grillini non sono catalogabili
nelle persone perché i voti, essendo di protesta, saranno quasi tutti di lista e l’eletto lo
sarà con qualche centinaio di preferenze.
Nelle liste outsider legate al raggiungimento del 5%, nel
caso lo raggiungessero, c’è da evidenziare la probabile competitività di
Coltraro per la lista Crocetta mentre
per Musumeci è difficile individuare l’eventuale vincente perché vi è maggiore
staticità ed equilibrio.
Queste previsioni non sono il frutto di riscontri
all’alambicco, ma deduzioni su quanto emerge a quattro giorni dal voto e su una
elaborazione intuitiva.
La cosa che non ha bisogno di profezie si concretizza nella
necessità, più di ieri, che gli eletti lavorino con dedizione e serietà solo
per il bene comune perché non esiste né appello né giustificazione alcuna se si
continuerà lungo il declino della politica, delle istituzioni e della società
civile.
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