giovedì 25 ottobre 2012

ELEZIONI REGIONALI: MOTIVAZIONI E PREVISIONI



Siamo ormai arrivati alle ultime battute della campagna elettorale per la elezione del presidente della Regione e dei novanta deputati che si siederanno sugli scranni di palazzo dei Normanni.
E’ stata una campagna elettorale che si è caratterizzata per la scarsa presenza nelle piazze e nei luoghi adatti per le adunate oceaniche ed ha visto prevalere un continuo uso del web a dimostrazione che i tempi cambiano. Anche gli aspetti relativi allo sfoggio economico con mangiate di pizza per comitive e pranzi per interi quartieri cittadini sono quasi spariti. Segno che i tempi sono finanziariamente ristretti anche per i candidati, forse per i maggiori controlli dei flussi finanziari o per le scarse disponibilità, non abbiamo avuto notizie di forti elargizioni economiche per organizzare la propaganda elettorale o, peggio, per convincere gli elettori ad esprimere preferenze obbligate.
Radio elezioni parla comunque di qualche candidato che ha forse dato queste dimostrazioni di ricchezza con pranzi, cene e soddisfacimento di esigenze concrete dei singoli, ma la vox populi vox dei, che spesso si basa su fatti empirici, non può trovare certezza se non dopo essere stata confermata da fatti concreti e da chi è preposto alla vigilanza.
Noi ci limitiamo a constatare che un minimo di parsimonia si è vista.
Per tornare alla campagna elettorale con risvolti politici più consoni all’importanza che essa ha nella gestione di una importante regione quale quella siciliana, dobbiamo subito dire che essa è caratterizzata verso un rifiuto del voto quale conseguenza del rifiuto di un certo modo di fare politica che ha appannato anche l’essenza importante del ruolo della politica in una società democratica.
Ne prendiamo adesso solo atto, senza il serio approfondimento che meriterebbe perché l’articolo vuole solo limitarsi a descrivere fatti e fare delle previsioni su ciò che potrebbe essere il risultato nella nostra provincia.
L’astensionismo, la protesta, il disgusto, anche se giustificato, non inciderà affatto perché forse agevolerà chi, con questi atteggiamenti, si volesse punire.
Indipendentemente dai votanti e dalle proteste i deputati da eleggere, a livello regionale, saranno sempre novanta e non saranno minimamente scalfiti.
 Il minore numero di voti validi, per il sistema dell’elezione proporzionale con quoziente, finirà per agevolare  forse quelli che si vorrebbero cambiare perché avranno la possibilità di essere eletti con meno voti di preferenza al diminuire dei voti validi.
Per quanto riguarda la provincia di Siracusa si sa che i deputati da eleggere sono sei e tali rimarranno perché vengono calcolati in base alla popolazione residente e non in base ai votanti.
Sono convinto che, fra i partiti, sia il PD che l’UDC e la PDL avranno il loro quoziente utile per ottenere un deputato. Restano tre seggi da assegnare per i quali, a mio avviso, concorreranno Forza del sud, i grillini, l’MPA in quanto sicuramente supereranno lo sbarramento del 5% a livello regionale.
Potrebbero anche entrare in competizione la lista Crocetta e la lista Musumeci, ma avranno difficoltà a superare la soglia di sbarramento.
Le altre liste, quale cantiere popolare di Pippo Gianni che avrà molti voti a Siracusa, ma non raggiungerà il 5% regionale, ed altre che  potrebbero esserci su base regionale, ma non provinciale,  non dovrebbero avere seggi.
I nomi, quasi sicuramente, potrebbero essere Marziano per il PD anche se ha una concorrenza spietata e, come DeBenedictis, un forte calo personale. Vincenzo Vinciullo per la PDL perché, essendo elettoralmente molto autosufficiente, risente molto meno degli altri della crisi elettorale dell’apparato del suo partito. Per l’UDC il candidato eletto potrebbe essere Pippo Sorbello perché è presente in modo omogeneo su tutto il territorio provinciale e perché il rivale Bastante si è incartato strada facendo e non è riuscito a decollare e Bandiera  non ha una presenza estesa e sufficiente che lo possa considerare elettoralmente competitivo.
In Forza del Sud Titti Bufardeci non ha rivali per cui sarà lui il rappresentante di Miccichè, mentre i grillini non sono catalogabili nelle persone perché i voti, essendo di protesta,  saranno quasi tutti di lista e l’eletto lo sarà con qualche centinaio di preferenze.
Nelle liste outsider legate al raggiungimento del 5%, nel caso lo raggiungessero, c’è da evidenziare la probabile competitività di Coltraro  per la lista Crocetta mentre per Musumeci è difficile individuare l’eventuale vincente perché vi è maggiore staticità ed equilibrio.
Queste previsioni non sono il frutto di riscontri all’alambicco, ma deduzioni su quanto emerge a quattro giorni dal voto e su una elaborazione intuitiva.
La cosa che non ha bisogno di profezie si concretizza nella necessità, più di ieri, che gli eletti lavorino con dedizione e serietà solo per il bene comune perché non esiste né appello né giustificazione alcuna se si continuerà lungo il declino della politica, delle istituzioni e della società civile.

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