POLITICA A SIRACUSA,
MILLE DISTRAZIONI POCA EFFICIENZA
La situazione politica ed
amministrativa della città di Siracusa non si può certamente annoverare fra
quelle i cui politici pensano solamente a lavorare sui problemi della città e
dei cittadini senza essere distratti da altre cose.
Anzi possiamo affermare che sono
più le distrazioni cui bisogna far fronte che le problematiche complesse e
dalle difficili soluzioni che investono la comunità siracusana.
Queste distrazioni riguardano sia
l’attività politica vera e propria sia l’attività amministrativa che risulta
poco incisiva e sempre più distante dai cittadini.
Le poche energie disponibili di
intelligenza e capacità sono offuscate da fatti e personaggi che riescono a
coprire più le pagine giornalistiche della cronaca, anche giudiziaria, che
della attività in difesa degli interessi dei cittadini elettori.
Sul piano politico abbiamo il
partito maggiormente rappresentato in seno al consiglio comunale e cioè il
Partito Democratico, che non riesce a trovare il bandolo della matassa che lo
possa portare a elaborare un minimo di strategia ed essere un interlocutore
valido per trovare soluzioni ai problemi della città e dei cittadini.
La lotta di sopravvivenza di
molti suoi dirigenti e la brama di affermazione di altri rende ingovernabile
questo partito provinciale perché è anche privo di dirigenti, capaci di essere
catalizzatori di proposte e con carisma riconosciuto da tutti, quali qualità da
mettere al servizio del bene del partito e della comunità.
E’ una lotta fra nani politici
che vorrebbero giocare a fare i grandi incapaci di capire le vere ragioni del
nanismo politico congenito che pulsa da molto tempo nell’azione interna ed
esterna al partito.
Il risultato è una lotta di
trincea e di difesa di posizioni acquisite senza rendersi conto dell’effimera
valenza di un gioco che finirà per bruciare tutti.
Ciò perché vige la vecchia
mentalità che il partito e le sue mura siano l’ombelico del mondo ed ogni
mattone va difeso dalle profanazioni degli esterni e dai miscredenti.
Un partito chiuso mentalmente, operativamente
ed autoreferenziale è un partito destinato a fallire nel confronto con il mondo
esterno e con le potenzialità che esso esprime.
Di riflesso, questo tipo di
partito, governando importanti amministrazioni locali con la città di Siracusa
in primo piano, determina le condizioni di sfacelo in cui si è ridotta la vita
amministrativa di una città che avrebbe bisogno di intelligenze capaci,
preparate e fuori dai giochi della difesa delle poltrone partitiche.
In assenza di un impegno di
cultura politica ed amministrativa si fa strada, in modo preponderante,
l’azione di piccolo cabotaggio, degli interessi personali e del malaffare che
sta sempre in agguato nel contesto di svolgimento di un compito difficile quale
quello di essere i gestori degli interessi complessi di una comunità importante
e vasta.
Le lotte in seno al consiglio
comunale, i presunti interessi di singoli consiglieri spiattellati alla
pubblica opinione, i contrattacchi più o meno di stampo intimidatorio sono il
sintomo che la politica ha smarrito la via maestra del suo essere o si è
affidata a messaggeri incompetenti ed incapaci.
Non voglio entrare nell’esame dei
singoli fatti perché già molto analiticamente divulgati e resi accessibili alla
pubblica opinione e perché sono anche oggetto di interessamento da parte
dell’autorità giudiziaria, ma non si può non prendere atto di uno stato di
degenerazione del fare politica ed amministrazione che necessita di seri
interventi sia giudiziari che politici.
Nè possiamo dire che gli altri attori non
legati al Partito Democratico o alla gestione diretta della cosa pubblica siano
immuni del tasso di deficienza di vera politica o di capacità amministrativa,
perché la qualità complessiva di tutti i soggetti non è certo da libri di
storia.
In questo difficile e, per certi
versi, drammatico contesto, non possiamo che augurarci un rinsavimento dei
pochi che ancora sono nelle condizioni di pensare ed agire in modo sensato
affinchè venga rielaborata una strategia di disimpegno dall’inettitudine e si prospettino
soluzioni nell’interesse della collettività emarginando gli incapaci ed i
traffichini assoldabili sotto diverse bandiere.
Pippo Bufardeci
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