sabato 9 luglio 2016

L’ODIERNA DEMOCRAZIA FRA STRUMENTI FORMALI E INTERESSI SOSTANZIALI

Certamente il sistema democratico si basa sulla partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica che può avvenire sia in modo indiretto che diretto.
Il modo indiretto si manifesta attraverso l’affidamento del mandato di gestione della cosa pubblica a rappresentanti del popolo mentre quello diretto si basa sulla partecipazione diretta dei cittadini attraverso l’agorà della polis greca o il referendum delle moderne democrazie.
Nei due tipi di democrazia è importante che i soggetti interessati, rappresentanti e popolo, sia informati correttamente per discernere le motivazioni vere del pronunciamento rispetto alle falsità.
Purtroppo negli ultimi tempi, pur essendo entrati nell’era della grande comunicazione globale, siamo anche in presenza della disinformazione globale che porta a decisioni paradossalmente legati ai particolari e settari interessi degli imbonitori politici o mass-mediali e dei singoli cittadini che hanno il potere di voto e di decisione.
Lo scopo e la sostanza di un referendum vengono esclusi dal dibattito generale e vengono immesse una serie di motivazioni, anche contraddittorie, che non permettono una scelta responsabile da parte dei cittadini a vantaggio di una impostazione di disinteresse dal metodo partecipativo o di scelte diverse rispetto a quelle che un cittadino farebbe se seriamente e obiettivamente informato.
Nel mese di ottobre dovrebbe, per noi italiani, svolgersi un referendum costituzionale importante, anche se non esaustivo delle problematiche istituzionali, ma pur tuttavia capace di mettere in moto alcune modifiche che potrebbero dare un serio contributo all’adattamento del nostro sistema costituzionale alle necessità dei tempi moderni.
Però già, da tutte le parte politiche, il motivo referendario è stato coperto dagli interessi contingenti di partiti, di forze economiche e sociali nonchè di singoli personaggi che perseguono interessi limitati e di parte.
In queste condizioni i cittadini non riusciranno a recepire le giuste motivazioni per una scelta seria a ponderata e finiranno per votare in base alle loro valutazioni contingenti e personali e agli interessi di bottega di chi ritiene che, dal caos politico, possa trarre vantaggi per se e per i suoi adepti.
Ancora una volta si corre il rischio che una proposta sottoposta al voto della volontà popolare si accetta o si respinge senza pensare ad una visione d’’insieme della proposta e all’interesse della collettività rispetto a quella dei singoli o delle forze, di maggioranza o di opposizione, che perseguono obiettivi che spesso nulla hanno a che fare con la collettività.
Il problema della informazione e della disinformazione in una democrazia diretta e partecipata, soprattutto nel momento storico che attraversiamo, sta nella cultura sociale e politica delle classi dirigenti.
Di questi tempi, purtroppo, l’improvvisazione della proposta politica è tale che si basa sul contingente rispetto alla lungimiranza e sulla emotività rispetto alla razionalità.
L’assenza della cultura della classe dirigente offusca la valenza democratica della partecipazione attiva e responsabile ed annebbia la democrazia se i cittadini elettori esprimono solo giudizi emotivi e irrazionali nello scegliere le maggioranze e le opposizioni.
Cerchiamo, come nei referendum, di dare i migliori strumenti per agevolare la democrazia, ma nel frattempo tarpiamo le ali alle scelte serie, ponderate e responsabili dei cittadini e consegniamo la vita democratica delle nazioni agli sciamani e agli imbonitori di turno che fanno solo i loro interessi costringendo i cittadini a vivere una democrazia formale che copre gli interessi sostanziali dei pochi rispetto ai più.  
  Pippo Bufardeci  ( Pubblicato sul giornale Timeout  di Siracusa)


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