L’ODIERNA DEMOCRAZIA FRA STRUMENTI
FORMALI E INTERESSI SOSTANZIALI
Certamente il sistema democratico si basa sulla
partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica che può avvenire
sia in modo indiretto che diretto.
Il modo indiretto si manifesta attraverso l’affidamento del
mandato di gestione della cosa pubblica a rappresentanti del popolo mentre
quello diretto si basa sulla partecipazione diretta dei cittadini attraverso
l’agorà della polis greca o il referendum delle moderne democrazie.
Nei due tipi di democrazia è importante che i soggetti
interessati, rappresentanti e popolo, sia informati correttamente per
discernere le motivazioni vere del pronunciamento rispetto alle falsità.
Purtroppo negli ultimi tempi, pur essendo entrati nell’era
della grande comunicazione globale, siamo anche in presenza della
disinformazione globale che porta a decisioni paradossalmente legati ai
particolari e settari interessi degli imbonitori politici o mass-mediali e dei
singoli cittadini che hanno il potere di voto e di decisione.
Lo scopo e la sostanza di un referendum vengono esclusi dal
dibattito generale e vengono immesse una serie di motivazioni, anche
contraddittorie, che non permettono una scelta responsabile da parte dei
cittadini a vantaggio di una impostazione di disinteresse dal metodo
partecipativo o di scelte diverse rispetto a quelle che un cittadino farebbe se
seriamente e obiettivamente informato.
Nel mese di ottobre dovrebbe, per noi italiani, svolgersi un
referendum costituzionale importante, anche se non esaustivo delle
problematiche istituzionali, ma pur tuttavia capace di mettere in moto alcune
modifiche che potrebbero dare un serio contributo all’adattamento del nostro
sistema costituzionale alle necessità dei tempi moderni.
Però già, da tutte le parte politiche, il motivo referendario
è stato coperto dagli interessi contingenti di partiti, di forze economiche e
sociali nonchè di singoli personaggi che perseguono interessi limitati e di
parte.
In queste condizioni i cittadini non riusciranno a recepire
le giuste motivazioni per una scelta seria a ponderata e finiranno per votare
in base alle loro valutazioni contingenti e personali e agli interessi di
bottega di chi ritiene che, dal caos politico, possa trarre vantaggi per se e
per i suoi adepti.
Ancora una volta si corre il rischio che una proposta
sottoposta al voto della volontà popolare si accetta o si respinge senza
pensare ad una visione d’’insieme della proposta e all’interesse della
collettività rispetto a quella dei singoli o delle forze, di maggioranza o di
opposizione, che perseguono obiettivi che spesso nulla hanno a che fare con la
collettività.
Il problema della informazione e della disinformazione in una
democrazia diretta e partecipata, soprattutto nel momento storico che attraversiamo,
sta nella cultura sociale e politica delle classi dirigenti.
Di questi tempi, purtroppo, l’improvvisazione della proposta
politica è tale che si basa sul contingente rispetto alla lungimiranza e sulla
emotività rispetto alla razionalità.
L’assenza della cultura della classe dirigente offusca la
valenza democratica della partecipazione attiva e responsabile ed annebbia la
democrazia se i cittadini elettori esprimono solo giudizi emotivi e irrazionali
nello scegliere le maggioranze e le opposizioni.
Cerchiamo, come nei referendum, di dare i migliori strumenti
per agevolare la democrazia, ma nel frattempo tarpiamo le ali alle scelte
serie, ponderate e responsabili dei cittadini e consegniamo la vita democratica
delle nazioni agli sciamani e agli imbonitori di turno che fanno solo i loro
interessi costringendo i
cittadini a vivere una democrazia formale che copre gli interessi sostanziali
dei pochi rispetto ai più.
Pippo
Bufardeci ( Pubblicato sul giornale Timeout di Siracusa)
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