SCUOLA SUPERIORE A
QUATTRO ANNI: PROPOSTA PER ALTRI MILLE LICEI E ISTITUTI TECNICI
MA L’AZIONE A PUNTATE
CREA DISPARITA’ FRA STUDENTI. MEGLIO TUTTI SUBITO.
Nel 2017 il Ministro Fedeli introdusse la sperimentazione del
“Liceo Breve” al fine di permettere l’adeguamento delle scuole superiori
italiane alla stragrande maggioranza dei paesi europei che anticipano di un
anno l’iscrizione universitaria e quindi l’immissione dei giovani nel mondo del
lavoro.
Ciò è possibile passando dagli attuali cinque anni a quattro
senza diminuzione dei programmi.
Nell’anno scolastico 2018-2019le classi interessate erano
circa 100 che si sono raddoppiate nell’anno successivo permettendo a migliaia
di studenti italiani di accedere all’università con un anno di anticipo
rispetto ad altri studenti e quindi anche con la possibilità di entrare nel
mondo del lavoro con un anno di anticipo rispetto agli altri soggetti del
percorso ordinario.
L’attuale ministro della pubblica istruzione, Patrizio
Bianchi, ha proposto che, per il 2022, ne possano usufruire altri mille licei
ed istituti tecnici.
Il consiglio superiore della pubblica istruzione esprime
parere negativo perché ritiene che, “al momento, non vi siano le condizioni per
procedere ad ulteriori ampliamenti delle classi coinvolte”.
A questo punto, secondo me, il gioco diventa discriminante
nei confronti di tutti gli altri studenti che non usufruiscono della riduzione
degli anni della scuola superiore e della possibilità di anticipare il loro
ingresso nel mondo del lavoro.
Senza considerare che, questa disparità di trattamento fra
gli studenti, è anche anticostituzionale perché lede il concetto di parità di
diritti fra tutti i cittadini.
Difatti avremmo tutti gli studenti degli istituti interessati
alla sperimentazione, che potrebbe durare decenni, in una posizione di
vantaggio di studio e di lavoro rispetto a tutti gli altri.
Quindi sarebbe il caso di finire la sperimentazione ed
introdurre per tutti gli istituti superiori la durata di quattro anni anziché
di cinque adattandoci agli altri paesi europei e togliendo la disparità fra
studenti, sia per quanto attiene il tempo del diploma e sia per avere la stessa
possibilità e le stesse condizioni, per potersi immettere nel mondo del lavoro.
(Pippo Bufardeci)
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