lunedì 17 gennaio 2022


 

SCUOLA SUPERIORE A QUATTRO ANNI: PROPOSTA PER ALTRI MILLE LICEI E ISTITUTI TECNICI

MA L’AZIONE A PUNTATE CREA DISPARITA’ FRA STUDENTI. MEGLIO TUTTI SUBITO.

Nel 2017 il Ministro Fedeli introdusse la sperimentazione del “Liceo Breve” al fine di permettere l’adeguamento delle scuole superiori italiane alla stragrande maggioranza dei paesi europei che anticipano di un anno l’iscrizione universitaria e quindi l’immissione dei giovani nel mondo del lavoro.

Ciò è possibile passando dagli attuali cinque anni a quattro senza diminuzione dei programmi.

Nell’anno scolastico 2018-2019le classi interessate erano circa 100 che si sono raddoppiate nell’anno successivo permettendo a migliaia di studenti italiani di accedere all’università con un anno di anticipo rispetto ad altri studenti e quindi anche con la possibilità di entrare nel mondo del lavoro con un anno di anticipo rispetto agli altri soggetti del percorso ordinario.

L’attuale ministro della pubblica istruzione, Patrizio Bianchi, ha proposto che, per il 2022, ne possano usufruire altri mille licei ed istituti tecnici.

Il consiglio superiore della pubblica istruzione esprime parere negativo perché ritiene che, “al momento, non vi siano le condizioni per procedere ad ulteriori ampliamenti delle classi coinvolte”.

A questo punto, secondo me, il gioco diventa discriminante nei confronti di tutti gli altri studenti che non usufruiscono della riduzione degli anni della scuola superiore e della possibilità di anticipare il loro ingresso nel mondo del lavoro.

Senza considerare che, questa disparità di trattamento fra gli studenti, è anche anticostituzionale perché lede il concetto di parità di diritti fra tutti i cittadini.

Difatti avremmo tutti gli studenti degli istituti interessati alla sperimentazione, che potrebbe durare decenni, in una posizione di vantaggio di studio e di lavoro rispetto a tutti gli altri.

Quindi sarebbe il caso di finire la sperimentazione ed introdurre per tutti gli istituti superiori la durata di quattro anni anziché di cinque adattandoci agli altri paesi europei e togliendo la disparità fra studenti, sia per quanto attiene il tempo del diploma e sia per avere la stessa possibilità e le stesse condizioni, per potersi immettere nel mondo del lavoro.

(Pippo Bufardeci)

 

 

 

 

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