La situazione politica che esce
dai risultati elettorali non lascia presagire niente di buono ai fini della
gestione dei problemi che affliggono il nostro Paese.
Nessun partito e nessuna coalizione
ha ottenuto il consenso necessario per amministrare e la formazione di una
maggioranza fra partiti diversi diventa molto problematica.
Ciò è ancora la conseguenza del
sistema bipolare che porta le coalizioni ad un rapporto molto conflittuale e ad
una ricerca di soluzioni ai problemi con forti e contrapposti connotati così
come sono stati messi in campo nel corso della campagna elettorale.
Difatti la strategia non è quella
di spiegare problemi e soluzioni agli elettori, ma colpire la loro emotività
per portarli ad esprimere un consenso frutto dello stato d’animo del momento
piuttosto che della necessaria razionalità.
Diventa quindi difficile, ad
elezioni terminate, trovare la giusta
convergenza per amministrare un Paese complesso come il nostro e creare le
necessarie alleanze fra gruppi politici meno discordanti.
Le forze politiche rimangono
quindi vittime dei loro stessi giochi e delle alchimie intrise di spudorate
menzogne per permettere alle tattiche di avere il sopravvento rispetto alle
strategie di lungo respiro che una forza politica deve darsi in un Paese che ne
ha grande bisogno.
Ecco allora che la PDL di
Berlusconi basa tutta la sua capacità di
aggregazione dei voti sulla presentazione di una realtà socio - economica molto
edulcorata e su soluzioni facili ai complessi problemi che spesso rasentano le
menzogne più spudorate che affermano tutto ed il contrario di tutto.
L’importante è vincere superando
la coalizione avversaria per potere gestire il potere.
Anche il PD, nelle sue varie
denominazioni, non riesce più a vincere perché deve per forza caratterizzarsi
proponendo cose diverse degli altri senza distinzione fra ciò che potrebbe
unire e ciò che potrebbe essere utile portare ad una possibile convergenza.
Ecco perché prima delle elezioni è
sempre la forza vincente e poi non vi riesce quasi mai perché, alla vigilia
delle elezioni, rispolvera l’anima classista e propone ai cittadini un sistema
politico tarato che privilegia le alleanze della vecchia logica di classe più o
meno aggiornata e con i vecchi tradizionali alleati non più supportati dai
necessari suffragi elettorali.
Rimane sempre in mezzo al guado e
non riesce a fare una proposta politica alla fascia di elettorato moderato,
razionale e forse anche culturalmente tradizionale, che finisce poi con lo
scegliere Berlusconi solo perché in contrapposizione con le alleanze e le proposte dello schieramento
di centro sinistra.
Era chiaro che queste elezioni
potevano essere appannaggio del centro sinistra solo con una alleanza ed un
programma condiviso con le forze centriste e sulla scia del lavoro, razionale
ed importante per l’Italia, che era stato svolto dal precedente Governo e
supportato in larga misura dal PD.
La convinzione sbagliata di avere
già sepolto Berlusconi ed il tentativo, altrettanto sbagliato, di recuperare
voti nel dissenso dell’antipolitica di marca grillina, hanno fatto sbagliare
strategia al PD portandolo all’alleanza con il populismo di sinistra di Vendola
ed impedendogli, ancora una volta, di concretizzare le opportunità di una
vittoria possibile.
In questa logica, che ha visto la
PDL ed il PD alleati nell’addossare tutte le malefatte economiche e nel
criminalizzare l’’esperienza del Governo tecnico da loro voluto e sostenuto
nonché l’errore di Monti di diventare controparte politica, ha fatto trionfare l’antipolitica di Grillo che ha
raccolto l’insofferenza, verso il Governo e verso la politica, che era in
gestazione nella pancia dei cittadini.
Adesso la situazione è difficile
perché nessuno vuole assumersi la responsabilità di governare in quanto
ciascuno, soprattutto Berlusconi e Grillo, mirano a nuove elezioni nella
speranza di poterle vincere, addossando la responsabilità agli altri, e di
potere gestire da soli il Governo del Paese.
Quindi ancora più confusione,
maggiore debolezza economica con conseguente maggiore povertà ed una minore
capacità di controllo democratico dei flussi elettorali che potrebbero sempre
più essere forieri di azioni
antidemocratiche e di effetti negativi per noi tutti.
Pippo Bufardeci
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