LA CORRUZIONE POLITICA NON HA TEMPO
NE’ SPAZIO, MA UOMINI.
Anche le recenti inchieste
giudiziarie hanno evidenziato che la corruzione investe il nostro Paese ed
hanno riproposto il rapporto fra affari, spesso malavitosi, ed esponenti
politici.
E’ un fenomeno che persiste in
qualsiasi periodo storico del nostro Paese, con qualsiasi reggenza politica
dello Stato ed è indipendente da un singolo partito o da un periodo elettorale
od economico particolare.
Penso che l’interpretazione di
natura ideologica data da molte forze politiche e da una cospicua parte della
magistratura nell’affrontare il periodo del fenomeno cosiddetto di mani pulite
abbia ridimensionato la gravità del fenomeno stesso in quanto lo ha racchiuso
nell’alveo di un partito di governo e ingenerato l’idea che, sparito questo
partito, sarebbe sparita la corruzione.
Abbiamo visto che, non solo non è
stato così, ma che il fenomeno corruttivo
e del rapporto fra affari e criminalità ha continuato ad avere un suo
sviluppo sempre più sofisticato in qualsiasi periodo e con qualsiasi partito.
Non vi è stata una forza politica
che si sia dimostrata immune mentre si
andavano dissolvendo anche tutti i bastioni di certa parte dell’anti corruttela
tendenti a dimostrare che solo alcuni partiti ed alcune fasi del sistema
politico italiano potevano essere stati attaccati dalla corruzione.
E’ crollato il muro della
sinistra che addossava le responsabilità ad una casta politica ancorata al
sistema di potere della DC; è in parte crollato il convincimento che la
magistratura ne fosse solo l’angelo vendicatore immune da ogni peccato; è
crollata la verginità del nuovo incarnato da Forza Italia e dai suoi alleati
della destra, così come si è dimostrato che la sinistra, dove ha potuto, ha
alimentato la corruzione e ne è stata partecipe.
E’ stato ed è, quindi, un
fenomeno che esiste in quanto tale e che l’unica ideologia che lo accomuna e lo
alimenta è quella della ricerca della ricchezza utilizzando le posizioni di
potere che si hanno, i contatti con gli
ambienti della finanza e coinvolgendo, per poi rimanervi succubi gli ambienti
malavitosi facenti capo a tutte le organizzazioni più o meno organizzate in forma nuova o
tradizionale.
Quindi, alla fine, se vogliamo
affrontare il problema della corruzione
per debellarla, dobbiamo prendere atto che non è la politica che
alimenta la corruzione, ma gli interessi di gruppi malavitosi che trovano
sponda in soggetti che fanno politica e che sostanzialmente sono dei malavitosi
anch’essi infiltrati fra le larghe maglie della politica.
Un problema di uomini e non di
idee politiche, né del posizionamento destra, sinistra o centro.
In tutti gli schieramenti vi sono
persone oneste che operano per il bene comune non infangando la credibilità
della politica vera e sono coloro che in modo prioritario risultano essere
vittime sacrificali dei corrotti in quanto infangati indirettamente come
politici e come operatori della politica.
Allora il problema, a mio avviso,
è quello di prendere atto che il fenomeno della corruzione è un dato neutro che
esiste in quanto tale e va affrontato ovunque con durezza e con la certezza che
non esiste immunità dietro nessuna sigla sia essa della politica, della
magistratura, dei grandi o piccoli guru della finanza e dell’industria così
come della criminalità più o meno organizzata.
Tutti devono sapere che essere
corrotti o corruttori vuol anche dire che prima o poi la pagheranno cara.
Ma anche gli operatori politici
che detengono le leadership dei vari partiti o movimenti a livello
nazionale e locale devono impegnarsi a
che i fenomeni corruttivi vengano estirpati all’origine con una organizzazione
diversa dei vari contenitori politici che presiedono ove la legalità e la
trasparenza organizzativa, statutaria ed economica siano evidenti e
controllabili.
Anche la propaganda ideologica o
elettorale tesa alla ricerca del consenso si deve autolimitare nelle proposte
troppo enfatizzate tipo che la corruzione sta ad esempio nell’uso delle
preferenze, mentre è chiaro a tutti che è inutile e dannoso limitare l’esercizio della vera democrazia da
parte dei cittadini non dandogli la possibilità della scelta dell’eletto in
quanto la corruttela è evidente e mastodontica anche nei sistemi a scelta
diretta dei candidati.
Bisogna convincersi che sono gli
uomini e non le istituzioni che generano i corrotti, il malaffare e la
delinquenza per cui va messa in campo ed attuata una forte normativa di
contrasto a tutto ciò con grande serietà e con sicura certezza che nessuna
scappatoia alla pena potrà essere messa in atto.
Siracusa 15/12/2014
Pippo Bufardeci