domenica 16 febbraio 2014

ELEZIONI REGIONAL FRA RICORSI, PRESUNTI BROGLI E SENTENZE SU PRESUNTA RAGIONE





Agli elettori siciliani, e per alcuni in particolare di Pachino e Rosolini, si potrebbe prospettare un ingorgo elettorale forse mai verificatesi prima.
Innanzitutto vi saranno le elezioni europee.
Poi, per sei sezioni di Pachino e tre di Rosolini, un’appendice di elezioni regionali.
Probabili elezioni provinciali se la regione Sicilia non approverà la legge di abolizione delle province e quella relativa alla nuova struttura istituzionale.
 Ciò anche alla luce della sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale l’abrogazione delle province fatta dal Governo nazionale tramite decreto legge e che ha già avuto l’effetto di rinvigorire, nell’assemblea regionale, le forze che ritengono fortemente impregnato di incostituzionalità il percorso legislativo che sta portando alla eliminazione delle province anche in Sicilia.
Gli elettori di Pachino, così come quelli di altri comuni siciliani, voteranno anche per il rinnovo dei rispettivi sindaci e consigli comunali.
Una vera e propria babele di schede e di consensi da attribuire.
Ciò senza considerare le pressioni legittime  e non cui potrebbero essere sottoposti gli elettori da parte dei vari pretendenti candidati.
E’ vero che, in democrazia, più si vota meglio è, ma quello che diventa incomprensibile è l’abuso del voto stesso soprattutto quando questo esercizio democratico sembra stravolgere tutto il sistema senza una logica apparente.
Ferme restanti le altre elezioni che rientrano nella norma ed il cui ingorgo può essere evitato con una differenziazione delle date di svolgimento, vorremmo soffermarci sullo scampolo di elezioni regionali in quelle sezioni di Pachino e Rosolini dove gli elettori dovranno nuovamente recarsi alle urne.
Si tratta di una coda delle più ampie elezioni regionali che si sono svolte oltre un anno fa e che hanno visto la presentazione di un ricorso da parte di un candidato, nel caso specifico il rosolinese Pippo Gennuso, che ha chiesto un ricontrollo delle schede vista la differenza di pochi voti fra la sua elezione e quella del concorrente più prossimo Pippo Gianni.
In democrazia si vince anche per un solo voto di scarto, ma è legittimo il ricorso da parte di qualsiasi concorrente si senta defraudato di un proprio diritto.
Il candidato non eletto Pippo Gennuso presenta un ricorso adducendo presunte irregolarità a suo svantaggio in sei sezioni del comune di Pachino ed in tre di quello di Rosolini.
Come da prassi il consiglio di giustizia amministrativa chiede, alle competenti autorità che ne detengono la custodia, le schede  di votazione delle sezioni interessate per effettuare la relativa verifica.
Il colpo di scena sta nel fatto che , dopo un assurdo travaglio di tempi ed adempimenti, si scopre che le schede non sono più utilizzabili come presunta prova dell’eventuale imbroglio in quanto andate perse o materialmente inutilizzabili sicuramente per dolo.
A questo punto il consiglio di giustizia amministrativa emette sentenza sulla base che, il presunto imbroglio a sfavore di un candidato, così come supposto da Pippo Gennuso, si sia veramente formalizzato, ma senza che esista una prova a corredo.
Difatti non è detto che le schede inutilizzabili avrebbero confermato quanto presunto dal ricorrente in quanto, come spesso succede, avrebbero anche potuto confermare la regolarità del risultato che vedeva soccombente il ricorrente Gennuso.
Noi non possiamo quindi sapere, con prove certe, chi abbia torto o ragione.
Eppure viene emessa una sentenza che da ragione al ricorrente.
Come cittadini rimaniamo esterrefatti nel constatare l’impossibilità della giustizia di dirci con certezza se ci siano state irregolarità o meno nello svolgimento delle  operazioni di voto.
Qualsiasi candidato e qualsiasi cittadino ha diritto ad avere tale certezza, ma nello stesso tempo non si può cambiare un risultato ufficiale senza che vi siano le prove certe che possano determinare tale cambiamento, ma  soltanto le presunte deduzioni di un candidato che, in quanto parte, è interessato a sostenere una tesi che comunque deve essere supportata da prove e riscontri obiettivi.
Con questa situazione si ha la sensazione che chiunque può presentare ricorso e chiunque può far scomparire le prove in quanto ritenute secondarie rispetto a qualsiasi decisione.
Ciò anche in assenza, in  base alle nostre conoscenze, di qualsiasi provvedimento nei confronti di chi ha la responsabilità di avere reso inutilizzabili le prove e di chi avrebbe eventualmente operato i brogli elettorali nel caso fossero state appurate con certezza.
Vi sono poi le conseguenze, anch’esse gravi, che una elezione parziale, può avere nel contesto complessivo delle operazioni di voto, dei candidati eletti e non eletti, dei partiti che hanno ottenuto o meno dei seggi e sugli elettori dei seggi interessati così come degli altri che hanno espresso il loro voto e non sanno se anche nei loro seggi siano stati commessi brogli oppure no.
Questo aspetto lo tratteremo in un prossimo articolo in quanto daremmo a questo un’ampiezza non consona ad un blog.
Pippo Bufardeci
16.02.2014-

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