Agli elettori
siciliani, e per alcuni in particolare di Pachino e Rosolini, si potrebbe
prospettare un ingorgo elettorale forse mai verificatesi prima.
Innanzitutto vi saranno
le elezioni europee.
Poi, per sei sezioni di
Pachino e tre di Rosolini, un’appendice di elezioni regionali.
Probabili elezioni
provinciali se la regione Sicilia non approverà la legge di abolizione delle
province e quella relativa alla nuova struttura istituzionale.
Ciò anche alla luce della sentenza della Corte
Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale l’abrogazione delle province
fatta dal Governo nazionale tramite decreto legge e che ha già avuto l’effetto
di rinvigorire, nell’assemblea regionale, le forze che ritengono fortemente
impregnato di incostituzionalità il percorso legislativo che sta portando alla
eliminazione delle province anche in Sicilia.
Gli elettori di
Pachino, così come quelli di altri comuni siciliani, voteranno anche per il
rinnovo dei rispettivi sindaci e consigli comunali.
Una vera e propria
babele di schede e di consensi da attribuire.
Ciò senza considerare
le pressioni legittime e non cui
potrebbero essere sottoposti gli elettori da parte dei vari pretendenti candidati.
E’ vero che, in
democrazia, più si vota meglio è, ma quello che diventa incomprensibile è
l’abuso del voto stesso soprattutto quando questo esercizio democratico sembra
stravolgere tutto il sistema senza una logica apparente.
Ferme restanti le altre
elezioni che rientrano nella norma ed il cui ingorgo può essere evitato con una
differenziazione delle date di svolgimento, vorremmo soffermarci sullo scampolo
di elezioni regionali in quelle sezioni di Pachino e Rosolini dove gli elettori
dovranno nuovamente recarsi alle urne.
Si tratta di una coda
delle più ampie elezioni regionali che si sono svolte oltre un anno fa e che
hanno visto la presentazione di un ricorso da parte di un candidato, nel caso
specifico il rosolinese Pippo Gennuso, che ha chiesto un ricontrollo delle
schede vista la differenza di pochi voti fra la sua elezione e quella del
concorrente più prossimo Pippo Gianni.
In democrazia si vince
anche per un solo voto di scarto, ma è legittimo il ricorso da parte di
qualsiasi concorrente si senta defraudato di un proprio diritto.
Il candidato non eletto
Pippo Gennuso presenta un ricorso adducendo presunte irregolarità a suo
svantaggio in sei sezioni del comune di Pachino ed in tre di quello di
Rosolini.
Come da prassi il
consiglio di giustizia amministrativa chiede, alle competenti autorità che ne
detengono la custodia, le schede di
votazione delle sezioni interessate per effettuare la relativa verifica.
Il colpo di scena sta
nel fatto che , dopo un assurdo travaglio di tempi ed adempimenti, si scopre
che le schede non sono più utilizzabili come presunta prova dell’eventuale
imbroglio in quanto andate perse o materialmente inutilizzabili sicuramente per
dolo.
A questo punto il
consiglio di giustizia amministrativa emette sentenza sulla base che, il
presunto imbroglio a sfavore di un candidato, così come supposto da Pippo
Gennuso, si sia veramente formalizzato, ma senza che esista una prova a
corredo.
Difatti non è detto che
le schede inutilizzabili avrebbero confermato quanto presunto dal ricorrente in
quanto, come spesso succede, avrebbero anche potuto confermare la regolarità
del risultato che vedeva soccombente il ricorrente Gennuso.
Noi non possiamo quindi
sapere, con prove certe, chi abbia torto o ragione.
Eppure viene emessa una
sentenza che da ragione al ricorrente.
Come cittadini
rimaniamo esterrefatti nel constatare l’impossibilità della giustizia di dirci
con certezza se ci siano state irregolarità o meno nello svolgimento delle operazioni di voto.
Qualsiasi candidato e
qualsiasi cittadino ha diritto ad avere tale certezza, ma nello stesso tempo
non si può cambiare un risultato ufficiale senza che vi siano le prove certe
che possano determinare tale cambiamento, ma
soltanto le presunte deduzioni di un candidato che, in quanto parte, è
interessato a sostenere una tesi che comunque deve essere supportata da prove e
riscontri obiettivi.
Con questa situazione
si ha la sensazione che chiunque può presentare ricorso e chiunque può far
scomparire le prove in quanto ritenute secondarie rispetto a qualsiasi
decisione.
Ciò anche in assenza,
in base alle nostre conoscenze, di
qualsiasi provvedimento nei confronti di chi ha la responsabilità di avere reso
inutilizzabili le prove e di chi avrebbe eventualmente operato i brogli elettorali
nel caso fossero state appurate con certezza.
Vi sono poi le
conseguenze, anch’esse gravi, che una elezione parziale, può avere nel contesto
complessivo delle operazioni di voto, dei candidati eletti e non eletti, dei
partiti che hanno ottenuto o meno dei seggi e sugli elettori dei seggi interessati
così come degli altri che hanno espresso il loro voto e non sanno se anche nei
loro seggi siano stati commessi brogli oppure no.
Questo aspetto lo
tratteremo in un prossimo articolo in quanto daremmo a questo un’ampiezza non
consona ad un blog.
Pippo Bufardeci
16.02.2014-
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