LA FERROVIA NOTO-PACHINO
FRA ENTUSIASMO E COCRETEZZA
Di Pippo Bufardeci
Da qualche mese c’è, nei
comuni della zona sud della provincia di Siracusa, una gioiosa euforia per il
ripristino della vecchia ferrovia Noto – Pachino.
Anche parecchi
amministratori e forze politiche, impropriamente e senza alcun merito da parte
loro, hanno fatto a gara per prendersi il merito di questa iniziativa che, se
affrontata e realizzata con serietà, potrebbe essere utile per lo sviluppo
turistico ed economico del territorio.
Come si ricorderà, questo
vecchio tratto di ferrovia che ha rappresentato l’ultimo pezzo di binario della
linea ferroviaria nazionale per la sua posizione più a sud di Tunisi, di una
lunghezza di 27,03 chilometri, fu inaugurata nel 1935 e dismessa nel 1985.
In precedenza aveva subìto
altre due interruzioni e precisamente dal giugno 1943 al maggio 1944 per motivi
bellici e dall’ottobre 1954 al marzo 1955 per una violenta inondazione a
seguito dell’alluvione del 1954.
Adesso, su iniziativa del
comparto “ferrovie storiche” dell’ente ferroviario italiano, questo tratto di
ferrovia, è stato inserito, per una somma totale di 60,5 milioni a vantaggio
delle ferrovie storiche siciliane che sono state individuate in quattro
segmenti e cioè la Noto – Pachino, la Agrigento bassa – Porto Empedocle, la
Alcantara – Randazzo e la Castelvetrano – Porto Palo di Menfi.
Il finanziamento avviene
nell’ambito del “Fondo complementare del PNRR per complessivi 373 milioni di
Euro.
Già basta percorrere la
strada Noto – Pachino per accorgersi che sono iniziati i lavori di sfalcio e
taglio della vegetazione da anni imperante sul tratto ferroviario dismesso.
Secondo quanto riportato
anche da Notonews il comune di Noto, tramite l’ufficio tecnico, su parere dell’ufficio
legale del comune, aveva ritirato, in autotutela, il provvedimento di
ripristino del percorso ferroviario.
Ciò perché pare non ci
sia un progetto frutto di un reale sopralluogo della situazione effettiva del
percorso ferroviario perché la parte tecnica si baserebbe solo sull’istanza
dell’Ente Ferrovie Nazionale secondo input teorici che non sarebbero stati
verificati sul posto.
Vi è anche un problema di
insufficienza delle somme stanziate perché riguarderebbero tutti e quattro i
tratti siciliani interessati e che dovrebbero interessare, non solo gli aspetti
strutturali, ma anche le locomotive e quanto altro necessario all’efficienza
del tratto ferroviario.
Ma la cosa più grave
sarebbe rappresentata dall’abusivismo, nel tratto di Noto Marina, delle
numerose villette esistenti che metterebbero a rischio la sicurezza del
percorso ferroviario in quanto molte di queste villette risulterebbero
costruite a poca distanza dai vecchi binari che, in alcuni tratti, quasi
lambiscono.
Ma ancora più complesso è
l’altro aspetto giuridico, burocratico ed operativo rappresentato da tutto
quanto è necessario per dirimere tutti i problemi riguardante l’abusivismo
nella zona interessata.
Il comune di Noto,
interessato per lunghi tratti del percorso ferroviario in quanto proprietario
di quasi tutto il territorio su cui insiste il percorso ferroviario stesso, ha
riproposto l’atto deliberativo precedentemente ritirato in autotutela per
evitare il blocco dei lavori e sta lavorando alla ricerca di soluzioni per
risolvere l’intera tematica legata all’abusivismo delle costruzioni lungo il
vecchio percorso ferroviario.
Una volta risolti tutti i
problemi tecno-giuridici, la vecchia ferrovia ritornerebbe a nuova vita e
potrebbe essere veramente utile alla zona.
Ma anche qui è necessari
riportare la situazione alla reale motivazione del suo finanziamento senza voli
pindarici frutto di fantasia che di reale conoscenza delle cose.
Comunque nei tratti non
interessati alle problematiche che potrebbero ritardare l’opera e fino alla
vecchia stazione di Pachino che ritornerebbe ad essere l’estrema punta
ferroviaria d’Italia, i lavori stanno continuando regolarmente.
Bisogna ricordare che
qualche decennio fa, oltre a varie proposte di ripristino del tratto
ferroviario fra cui anche la mia, che chiedeva il prolungamento del servizio
estivo del treno Siracusa –Fontane Bianche fino a Marzameni come una specie
metropolitana di superfice, vi è stato un progetto redatto dal comune di Noto
per trasformare il tratto ferroviario in pista ciclabile utilizzando
finanziamenti europei.
Allo stesso modo, da
qualche anno l’associazione per il ripristino della Noto-Pachino ha sostenuto
la proposta del suo nuovo funzionamento secondo le caratteristiche operative
che aveva prima della soppressione.
Proposte interessanti, ma
difficilmente fattibili anche se quella della pista ciclabile era più
istituzionale ed inserita nel contesto di un periodo favorevole alle piste
ciclabili, per quello che è dato sapere fu tenuta in debito conto, ma non
finanziata.
La realtà attuale è
quella di un finanziamento ottenuto dal settore treni storici dell’Ente
ferroviario italiano che, una volta portato a soluzione, deve rispondere ai
criteri della legge del finanziamento e cioè di valenza turistica e di
stagionalità del suo periodo di operatività.
Ogni discorso di fantasia
di proposte da parte di singoli, associazioni o politici non in linea con le
finalità reali della legge e del finanziamento sono solo, al momento, ululati
alla luna.
Quindi auguriamoci che
l’ente ferroviario porti a compimento, nel più breve tempo possibile, il
progetto che ripropone il riutilizzo per fini turistici, del tratto già
dismesso della Noto-Pachino e possa, al più presto, dare i suoi benefici frutti
nell’ambito del settore turistico e dell’economia ad esso collegata.
Dopo sarà più facile
pensare a realizzare altri modi di utilizzo ancora più utili nell’ambito del
sistema più articolato che il territorio offre e necessita per rendere le sue
strutture di sostegno al territorio ed alla sua economia ancora più valide e
più indirizzate a dare risposte alla sua complessità.
Siracusa 02/09/2022
Pubblicato sul giornale
Timeout di Siracusa nel n° 5 del 17
settembre 2022
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