mercoledì 21 settembre 2022

 

LA FERROVIA NOTO-PACHINO FRA ENTUSIASMO E COCRETEZZA

Di Pippo Bufardeci

Da qualche mese c’è, nei comuni della zona sud della provincia di Siracusa, una gioiosa euforia per il ripristino della vecchia ferrovia Noto – Pachino.

Anche parecchi amministratori e forze politiche, impropriamente e senza alcun merito da parte loro, hanno fatto a gara per prendersi il merito di questa iniziativa che, se affrontata e realizzata con serietà, potrebbe essere utile per lo sviluppo turistico ed economico del territorio.

Come si ricorderà, questo vecchio tratto di ferrovia che ha rappresentato l’ultimo pezzo di binario della linea ferroviaria nazionale per la sua posizione più a sud di Tunisi, di una lunghezza di 27,03 chilometri, fu inaugurata nel 1935 e dismessa nel 1985.

In precedenza aveva subìto altre due interruzioni e precisamente dal giugno 1943 al maggio 1944 per motivi bellici e dall’ottobre 1954 al marzo 1955 per una violenta inondazione a seguito dell’alluvione del 1954.

Adesso, su iniziativa del comparto “ferrovie storiche” dell’ente ferroviario italiano, questo tratto di ferrovia, è stato inserito, per una somma totale di 60,5 milioni a vantaggio delle ferrovie storiche siciliane che sono state individuate in quattro segmenti e cioè la Noto – Pachino, la Agrigento bassa – Porto Empedocle, la Alcantara – Randazzo e la Castelvetrano – Porto Palo di Menfi.

Il finanziamento avviene nell’ambito del “Fondo complementare del PNRR per complessivi 373 milioni di Euro.

Già basta percorrere la strada Noto – Pachino per accorgersi che sono iniziati i lavori di sfalcio e taglio della vegetazione da anni imperante sul tratto ferroviario dismesso.

Secondo quanto riportato anche da Notonews il comune di Noto, tramite l’ufficio tecnico, su parere dell’ufficio legale del comune, aveva ritirato, in autotutela, il provvedimento di ripristino del percorso ferroviario.

Ciò perché pare non ci sia un progetto frutto di un reale sopralluogo della situazione effettiva del percorso ferroviario perché la parte tecnica si baserebbe solo sull’istanza dell’Ente Ferrovie Nazionale secondo input teorici che non sarebbero stati verificati sul posto.

Vi è anche un problema di insufficienza delle somme stanziate perché riguarderebbero tutti e quattro i tratti siciliani interessati e che dovrebbero interessare, non solo gli aspetti strutturali, ma anche le locomotive e quanto altro necessario all’efficienza del tratto ferroviario.

Ma la cosa più grave sarebbe rappresentata dall’abusivismo, nel tratto di Noto Marina, delle numerose villette esistenti che metterebbero a rischio la sicurezza del percorso ferroviario in quanto molte di queste villette risulterebbero costruite a poca distanza dai vecchi binari che, in alcuni tratti, quasi lambiscono.

Ma ancora più complesso è l’altro aspetto giuridico, burocratico ed operativo rappresentato da tutto quanto è necessario per dirimere tutti i problemi riguardante l’abusivismo nella zona interessata.

Il comune di Noto, interessato per lunghi tratti del percorso ferroviario in quanto proprietario di quasi tutto il territorio su cui insiste il percorso ferroviario stesso, ha riproposto l’atto deliberativo precedentemente ritirato in autotutela per evitare il blocco dei lavori e sta lavorando alla ricerca di soluzioni per risolvere l’intera tematica legata all’abusivismo delle costruzioni lungo il vecchio percorso ferroviario.

Una volta risolti tutti i problemi tecno-giuridici, la vecchia ferrovia ritornerebbe a nuova vita e potrebbe essere veramente utile alla zona.

Ma anche qui è necessari riportare la situazione alla reale motivazione del suo finanziamento senza voli pindarici frutto di fantasia che di reale conoscenza delle cose.

Comunque nei tratti non interessati alle problematiche che potrebbero ritardare l’opera e fino alla vecchia stazione di Pachino che ritornerebbe ad essere l’estrema punta ferroviaria d’Italia, i lavori stanno continuando regolarmente.

Bisogna ricordare che qualche decennio fa, oltre a varie proposte di ripristino del tratto ferroviario fra cui anche la mia, che chiedeva il prolungamento del servizio estivo del treno Siracusa –Fontane Bianche fino a Marzameni come una specie metropolitana di superfice, vi è stato un progetto redatto dal comune di Noto per trasformare il tratto ferroviario in pista ciclabile utilizzando finanziamenti europei.

Allo stesso modo, da qualche anno l’associazione per il ripristino della Noto-Pachino ha sostenuto la proposta del suo nuovo funzionamento secondo le caratteristiche operative che aveva prima della soppressione.

Proposte interessanti, ma difficilmente fattibili anche se quella della pista ciclabile era più istituzionale ed inserita nel contesto di un periodo favorevole alle piste ciclabili, per quello che è dato sapere fu tenuta in debito conto, ma non finanziata.

La realtà attuale è quella di un finanziamento ottenuto dal settore treni storici dell’Ente ferroviario italiano che, una volta portato a soluzione, deve rispondere ai criteri della legge del finanziamento e cioè di valenza turistica e di stagionalità del suo periodo di operatività.

Ogni discorso di fantasia di proposte da parte di singoli, associazioni o politici non in linea con le finalità reali della legge e del finanziamento sono solo, al momento, ululati alla luna.

Quindi auguriamoci che l’ente ferroviario porti a compimento, nel più breve tempo possibile, il progetto che ripropone il riutilizzo per fini turistici, del tratto già dismesso della Noto-Pachino e possa, al più presto, dare i suoi benefici frutti nell’ambito del settore turistico e dell’economia ad esso collegata.

Dopo sarà più facile pensare a realizzare altri modi di utilizzo ancora più utili nell’ambito del sistema più articolato che il territorio offre e necessita per rendere le sue strutture di sostegno al territorio ed alla sua economia ancora più valide e più indirizzate a dare risposte alla sua complessità.

Siracusa 02/09/2022   

Pubblicato sul giornale Timeout di Siracusa nel n°  5 del 17 settembre 2022                                                    

 

 

 

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