Non vi è dubbio che il problema economico della quadratura dei bilanci è la preoccupazione massima di ogni amministrazione comunale che non riesce spesso nemmeno a pagare gli stipendi ai propri dipendenti.
Lo dimostrano fatti recenti come lo sciopero indetto dai dipendenti del comune di Pachino così come le difficoltà di altri comuni a far fronte alle più elementari spese per il funzionamento della macchina comunale.
La risposta che si da a questa situazione è quasi sempre la stessa perchè, sia gli amministratori comunali che i sindaci e la dirigenza, si basano sulle situazioni esistenti e difficilmente riescono ad elaborare risposte più moderne e consone alla soluzione del problema che superi la fase del tamponamento immediato per proiettarsi verso interventi strutturali e di lunga durata.
La strada più facile che molti sindaci intraprendono è quella del sollecito di interventi finanziari straordinari da parte della Regione o dello Stato o di sollecito di somme residue di eventuale credito.
Allo stesso modo si cerca, sia nella parte della tesoreria bancaria che nel gestore delle riscossioni, di farsi anticipare delle somme sugli eventuali futuri versamenti delle imposte pagate dai cittadini.
Naturalmente con interessi da pagare e mettendo i comuni in una condizione di sudditanza sia nei confronti degli istituti bancari che dei soggetti preposti alla riscossione.
Ciò anche se gli uni e gli altri non fanno altro che anticipare eventualmente somme che sono state pagate dai cittadini e di cui spesso ne sono in possesso perchè non ancora versati, per termini contrattuali, ai comuni stessi I comuni che chiedono le anticipazioni si trovano spesso nella condizione di dover pagare interessi sui propri soldi versati attraverso la tassazione o la compartecipazione della spesa dei servizi, dai propri cittadini.
Si capisce che questa non è una visione strategica di gestione delle finanze comunali, ma si affida a soluzioni che risolvono momentaneamente il problema della mancanza di liquidità delle casse comunali, ma ne aggravano ulteriormente la loro incidenza nel tempo.
Spesso si ricorre ad una maggiore tassazione dei cittadini utilizzando ruoli redatti con sistemi insufficienti a ricercare tutti i soggetti destinati al pagamento delle tasse comunali per cui non si fa altro che tassare ulteriormente coloro che già pagano le tasse perchè inseriti già nei ruoli.
Alcuni comuni però stanno, con grande difficoltà, iniziando un discorso di riordino strutturale delle loro finanze e del sistema di tassazione dei cittadini basandosi sul concetto più volte decantato, ma mai attuato dell'allargamento della base imponibile che non solo evita l'aumento della tassazione a chi già paga, ma permette anche di creare le condizioni per una diminuzione del totale della tassazione ai singoli cittadini.
Un esempio di questi comuni che stanno mettendo in atto l'inversione di tendenza è rappresentato dal comune di Ispica che ha approvato una delibera di Giunta con la quale ha messo in atto gli strumenti di gara necessari per la costituzione di una banca dati comunale che sia in condizione di monitorare tutto il patrimonio immobiliare che insiste nel territorio comunale così come la rispondenza dello stesso con i dati catastali, urbanistici, aerofotogrammetrici e delle indicazioni del piano regolatore comunale, dei servizi idrici, elettrici, del gas e di ogni ulteriore dato necessario al raggiungimento di un alto target di qualità e di utilizzo della banca dati.
Già il comune di Noto, disponendo da alcuni anni, di una banca dati impostata su questi criteri, non solo ha una gestione ottimale del proprio territorio e dei tributi ICI e Tarsu, ma il recupero dell’evasione come conseguenza dell’organizzazione ed utilizzo del dato immobiliare, gli hanno permesso non solo di non aumentare il peso della tassazione comunale, ma addirittura di diminuire il livello impositivo sui propri cittadini.
Allora è quindi necessario che ogni comune faccia una capatina oltre il proprio naso ed oltre i propri interessi personali o politici ed affronti il problema della riorganizzazione strutturale del proprio territorio per rispondere alla logica degli interessi della collettività che si identifica con una maggiore e seria gestione delle risorse ed una equa distribuzione del carico fiscale fra tutti i cittadini senza premiare i più furbi e tartassare sempre i più onesti.
Eppure, inspiegabilmente, ancora molti comuni preferiscono campare alla giornata o peggio, privilegiare gli interessi personali rispetto alle esigenze reali dei cittadini.
Lo dimostrano fatti recenti come lo sciopero indetto dai dipendenti del comune di Pachino così come le difficoltà di altri comuni a far fronte alle più elementari spese per il funzionamento della macchina comunale.
La risposta che si da a questa situazione è quasi sempre la stessa perchè, sia gli amministratori comunali che i sindaci e la dirigenza, si basano sulle situazioni esistenti e difficilmente riescono ad elaborare risposte più moderne e consone alla soluzione del problema che superi la fase del tamponamento immediato per proiettarsi verso interventi strutturali e di lunga durata.
La strada più facile che molti sindaci intraprendono è quella del sollecito di interventi finanziari straordinari da parte della Regione o dello Stato o di sollecito di somme residue di eventuale credito.
Allo stesso modo si cerca, sia nella parte della tesoreria bancaria che nel gestore delle riscossioni, di farsi anticipare delle somme sugli eventuali futuri versamenti delle imposte pagate dai cittadini.
Naturalmente con interessi da pagare e mettendo i comuni in una condizione di sudditanza sia nei confronti degli istituti bancari che dei soggetti preposti alla riscossione.
Ciò anche se gli uni e gli altri non fanno altro che anticipare eventualmente somme che sono state pagate dai cittadini e di cui spesso ne sono in possesso perchè non ancora versati, per termini contrattuali, ai comuni stessi I comuni che chiedono le anticipazioni si trovano spesso nella condizione di dover pagare interessi sui propri soldi versati attraverso la tassazione o la compartecipazione della spesa dei servizi, dai propri cittadini.
Si capisce che questa non è una visione strategica di gestione delle finanze comunali, ma si affida a soluzioni che risolvono momentaneamente il problema della mancanza di liquidità delle casse comunali, ma ne aggravano ulteriormente la loro incidenza nel tempo.
Spesso si ricorre ad una maggiore tassazione dei cittadini utilizzando ruoli redatti con sistemi insufficienti a ricercare tutti i soggetti destinati al pagamento delle tasse comunali per cui non si fa altro che tassare ulteriormente coloro che già pagano le tasse perchè inseriti già nei ruoli.
Alcuni comuni però stanno, con grande difficoltà, iniziando un discorso di riordino strutturale delle loro finanze e del sistema di tassazione dei cittadini basandosi sul concetto più volte decantato, ma mai attuato dell'allargamento della base imponibile che non solo evita l'aumento della tassazione a chi già paga, ma permette anche di creare le condizioni per una diminuzione del totale della tassazione ai singoli cittadini.
Un esempio di questi comuni che stanno mettendo in atto l'inversione di tendenza è rappresentato dal comune di Ispica che ha approvato una delibera di Giunta con la quale ha messo in atto gli strumenti di gara necessari per la costituzione di una banca dati comunale che sia in condizione di monitorare tutto il patrimonio immobiliare che insiste nel territorio comunale così come la rispondenza dello stesso con i dati catastali, urbanistici, aerofotogrammetrici e delle indicazioni del piano regolatore comunale, dei servizi idrici, elettrici, del gas e di ogni ulteriore dato necessario al raggiungimento di un alto target di qualità e di utilizzo della banca dati.
Già il comune di Noto, disponendo da alcuni anni, di una banca dati impostata su questi criteri, non solo ha una gestione ottimale del proprio territorio e dei tributi ICI e Tarsu, ma il recupero dell’evasione come conseguenza dell’organizzazione ed utilizzo del dato immobiliare, gli hanno permesso non solo di non aumentare il peso della tassazione comunale, ma addirittura di diminuire il livello impositivo sui propri cittadini.
Allora è quindi necessario che ogni comune faccia una capatina oltre il proprio naso ed oltre i propri interessi personali o politici ed affronti il problema della riorganizzazione strutturale del proprio territorio per rispondere alla logica degli interessi della collettività che si identifica con una maggiore e seria gestione delle risorse ed una equa distribuzione del carico fiscale fra tutti i cittadini senza premiare i più furbi e tartassare sempre i più onesti.
Eppure, inspiegabilmente, ancora molti comuni preferiscono campare alla giornata o peggio, privilegiare gli interessi personali rispetto alle esigenze reali dei cittadini.
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