Cari cittadini della Provincia di Siracusa
… io ho deciso! Lascio il Pdl. In verità, basterebbero queste poche parole perché più volte ho sentito la necessità di farvi partecipi della delusione e dell’amarezza che hanno travagliato la mia permanenza nel Popolo della Libertà.
Sapete bene come la mia sola e unica volontà sia stata sempre quella di impegnarmi in un attenta e oculata amministrazione della cosa pubblica. Il mio mandato di consigliere provinciale doveva e deve continuare a consentirmi di offrire un contributo, di far udire una voce, di mettere a disposizione della collettività un vissuto professionale. Un grido quasi, che rispecchiando parte della società stessa, potesse magari essere ascoltato e, talvolta, accolto dalle istituzioni.
Dopo mesi di battaglie per la riduzione di sprechi e l’abbattimento di un servile clientelismo, devo purtroppo constatare che in questo Pdl non riesco più a rispecchiarmi, perché ho chiara la sensazione che lo stesso sia impermeabile e refrattario ad ogni impulso, ad ogni proposta, ad ogni sollecitazione.
È chiaro che, dopo il suo primo congresso provinciale, di pura facciata, invece di rifondarsi in questa Provincia, il Pdl abbia scelto di “tirare a campare” senza alcuna volontà di cambiamento.
Dal 15 Giugno 2008, come componente del Consiglio della Provincia di Siracusa, sono stato carico d’entusiasmo, deciso ad impegnarmi con un programmi di rinnovamento, seguendo le proposte individuate durante la campagna elettorale, ma soprattutto, puntando sul miglioramento della qualità della vita della mia comunità.
Posso dire serenamente di essermi, dall’inizio del mio mandato ad oggi, impegnato e speso con serietà, professionalità e certamente senza mai risparmiarmi. Rispondendo anche ad ogni mortificazione, ad ogni delusione, ad ogni sopraffazione con la consapevole responsabilità che i miei atti erano e rimangono specchio della voglia di riscatto di ogni singolo cittadino della provincia aretusea.
Ho deciso di lasciare il Pdl perché non è il partito della meritocrazia, non è il partito della partecipazione, non è il luogo di confronto, né di azione programmatica né di atti concreti a beneficio del territorio. Non vogliamo più assistere ad aride polemiche, a suddivisioni di posti di sottogoverno, a serrate di ranghi o a dimostrazioni di muscoli.
In questi mesi, duri e faticosi, il partito non ha sostenuto iniziative volte al vantaggio della comunità, rifiutando di attuare qualsiasi atto che producesse, nell’immediato, un taglio netto agli sprechi della politica e un beneficio per ogni comparto del territorio.
Mentre la nostra Provincia oggi si trova in grande difficoltà in tutti i suoi settori, mentre trascina in una pessima qualità della vita migliaia dei suoi abitanti (penso all’aumentato tasso di disoccupazione, alla precarietà, all’ inadeguata viabilità, alla pessima sicurezza nelle scuole, alle carenti strutture sportive), prendo atto che la classe dirigente non è in grado di dare risposte. Il male della politica resta quell’assicurarsi il proprio status quo in un mediocre sistema clientelare.
Con il decreto sulla spending review, il governo invita a tagli agli sprechi, che in consiglio provinciale potevano essere anticipati e che invece, senza coraggio, sono stati rifiutati. Il no alle precise richieste di abolizione delle costose partecipate, del Consorzio Universitario, di auto blu e privilegi per la classe dirigente e di programmazione immediata di interventi atti a scongiurare una pessima qualità di vita, su scuole, viabilità e occupazione e lavoro, la dicono lunga su quanto certa classe dirigente e politica non abbia capito che il sistema creato è imploso trascinando con sè il “paese” in un impoverimento economico e culturale.
Sento la necessità di impegnarmi in politica e ritengo ancora i partiti la casa della democrazia, ma tali devono rimanere, depurandosi dalle mele marce che hanno offuscato la vera meta: il bene comune.
Siracusa 28/07/2012
Giuseppe Bastante