lunedì 23 luglio 2012


Udc, un partito programmatico per rispondere all’Antipolitica

La sfida per la Sicilia è quella del cambiamento

ENNA, 23 LUG - Può sembrare legata ad una prospettiva rivolta al passato, ma l'idea di celebrare una Conferenza programmatica, nel contesto dell'attuale Sicilia, è, vuole essere, il segno di una svolta, di una rottura rispetto ad un modo soggettivo, personalistico, emergenziale ed estemporaneo – oggi insopportabile – di fare politica.

Lo diciamo francamente ai nostri amici ed a tutti i colleghi che ricoprono responsabilità politiche negli altri Partiti. Noi, l'Udc, il nuovo soggetto politico che nascerà dal processo di aggregazione in atto non ci stiamo più al vecchio gioco fatto di autorefenzialità e clientelismo.

Il clima è cambiato e noi non vogliamo costituire pietra d'inciampo del rinnovamento. Anzi, vogliamo essere la testata d'angolo di una nuova costruzione della politica. Di una politica fondata sull’etica della responsabilità che porti al protagonismo i giovani, le donne, le famiglie.

Naturalmente, attraverso lo strumento del partito che dovrà superare l'attuale configurazione e proporsi come soggetto di servizio alla comunità, intesa non come una sommatoria di individui ma come una realtà unica. Il che significa non un partito clientelare ma un partito programmatico.

E qui emerge la più radicale alternatività con il partito della protesta, dell'antipolitica (al cui modello, di recente, ha aderito Lombardo), che non è accettabile non perché protesta ma perché non propone alcunché per tirarci fuori dalla crisi devastante in cui siamo impantanati.

IL PROGETTO - Ora, il problema è proprio questo: quale proposta, quale progetto è necessario per la rinascita della Sicilia, dell'Italia, dell'Europa?

Tralasciando la prospettiva nazionale ed europea, il progetto necessario per la Sicilia è molto semplice e consiste nel proporre, forse per la prima volta nella nostra storia, la sfida del cambiamento. Se la Sicilia, nell'attuale contingenza storica, si preoccuperà di sopravvivere galleggiando è già in fondo al Mediterraneo.

Se, invece, in un contesto pure così periglioso, saprà cambiare stile di vita, modello di sviluppo e sistema di relazioni veleggia già verso il futuro che cielo, mare e, soprattutto, sole le garantiscono.

Bisogna, dunque, cambiare: a) stile di vita, passando da una società di consumatori ad una società di produttori. E’ con questa attività che si partecipa al processo creativo non certo con la passiva attività di consumatori; b) modello di sviluppo, passando da uno sviluppo economico di tipo lineare e progressivo dove bisogna saper fare tutto ad uno sviluppo territoriale "squilibrato" in cui bisogna saper fare pochissime cose ma in modo straordinario; c) sistema di relazioni, passando da relazioni strumentali e di tipo egoistico a relazioni comunicative e di tipo solidale.

Questa è la grande scommessa che noi intendiamo fare: porci alla guida del governo della Sicilia per aiutarla in questo grande processo di cambiamento che secondo una analisi che abbiamo cominciato ad approfondire necessita almeno di nove azioni strutturali e tre interventi funzionali.

LE NUOVE AZIONI STRUTTURALI - Le nove azioni strutturali sono: 1) una nuova politica energetica fondata su eolico e fotovoltaico, biomasse e rifiuti e (per il medio periodo) petrolchimico, nuove tecnologie; 2) una nuova politica socio sanitaria fondata sull’industria della salute, della bellezza e dell’accoglienza; 3) una nuova politica turistica fondata sulla differenziazione dell’offerta ( dal turismo ludico a quello culturale, da quello congressuale a quello ecologico); 4) una nuova politica finanziaria fondata sulla salvaguardia delle Banche di Credito Cooperativo e sulla rinascita delle Banche Popolari per arrivare ad una nuova Banca della Sicilia; 5) una nuova politica verde-blu fondata su una grande riforma strutturale dell’agricoltura e sul rilancio della pesca mediterranea. A ciò vanno unite le produzioni artigianali ( come la ceramica, l’argenteria, l’oreficeria); 6) una nuova politica della mobilità fondata sul rilancio dei porti, degli aeroporti (apertura di quello di Comiso), delle autostrade (subito Ct-Rg) e delle ferrovie; 7) una nuova politica dell’università e della ricerca scientifica che apra i propri accessi alle popolazioni del Mediterraneo e sappia attirare le intelligenze Europee; 8) una nuova politica dei beni ambientali e culturali che sappia mettere a reddito queste rilevanti risorse patrimoniali superandone l’attuale condizione di fonti di spesa (forestali); 9) una nuova politica sociale del lavoro che sia in grado di coniugare un minimo di sicurezza vitale dei cittadini con un maggiore grado di libertà, flessibilità e mobilità richiesta dal sistema.

INTERVENTI FUNZIONALI - I tre Interventi funzionali, indispensabili anche per la realizzazione delle azioni strutturali, invece sono: 1) una nuova politica di bilancio incentrata nella lotta agli sprechi e nel rilancio delle spese produttive; 2) una nuova politica di riforme istituzionali che partendo dall’organizzazione e dal funzionamento della Regione investa Province e Comuni per creare una nuova governance comunitaria ruotante intorno a tre Città metropolitane e dodici Unioni di Comuni. 3) una nuova politica della comunicazione e dell’informatizzazione che punti a dotare la Sicilia intera della banda larga e le Pubbliche amministrazioni tutte di sistemi digitali che garantiscono anche la trasparenza.

In conclusione, questi sono i punti irrinunciabili del nostro programma che, se si avrà la forza di mettere in campo con questa logica, aiuteranno la Sicilia ad imboccare la strada giusta del proprio rinascimento. Per questo, solo sulla base di essi, ci confronteremo con la società civile e le altre forze politiche e ci presenteremo al giudizio dei siciliani.

( Dal sito giampierodalia.it)

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