venerdì 20 luglio 2012

Udc: sì a Bersani, mai con Idv e Sel
E su Berlusconi: "E' un ritorno al passato"

Durante la Direzione Nazionale di partito, il leader dei centristi si è schierato con le politiche europeiste del Pd, ma ha preso le distanze da Di Pietro e Vendola. "Ci siamo accorti per primi dell'inganno del Pdl". E ha confermato il suo sostegno al governo Monti

ROMA - Appoggio alla linea riformista ed europeista di Bersani, ma nessun punto di incontro con Sel e IdV. E per quanto riguarda Berlusconi, il vanto di essere stato il primo partito a intuire l'inganno dell'ex premier. Si presenta così l'Udc, nelle parole del suo leader Pierferdinando Casini alla Direzione Nazionale del partito. "Oggi - ha detto Casini spiegando la linea politica approvata stamattina - i moderati hanno la grande responsabilità di sostenere il Governo Monti e di avviare una politica di riorganizzazione dell'area moderata". Alternativa a Berlusconi, certo, ma anche alla sinistra stile 'unione': "noi non ci siamo mai contaminati con le ammucchiate di sinistra e con certi populismi".

Se il Partito democratico confermerà la sua posizione attuale, i centristi si dicono pronti al confronto aperto e trasparente per il bene del Paese. Nessun margine di intesa invece con i partiti di Nichi Vendola e Antonio di Pietro, colpevoli di contrastare l'operato del governo Monti con atteggiamenti radicali e populisti di sinistra. Ma Casini tiene a precisare che il rapporto con il Pd non è entusiastico. "Nasce dal riconoscimento che Bersani è persona seria - ha spiegato - che nel Pd si sono sacrificati non andando alle elezioni, dalla consapevolezza che in questo Paese senza il Pd non si governa. Ma la confusione sul governo Monti, con Fassina da una parte e Letta dall'altra, ci rende diversi come la notte e il giorno".

Distanza presa anche dal Pdl, che - dice Casini - ha preferito un ritorno al passato scegliendo il "candidato a vita" Silvio Berlusconi. "Era un'illusione di rivoluzione liberale - sostiene il leader dell'Udc - ma noi per primi abbiamo capito che la rappresentanza moderata andava da un'altra parte". E invita chi ha creduto alla finta rivoluzione berlusconiana a smettere di ostacolare il governo Monti. Non si è fatta attendere la replica di Fabrizio Cicchitto, capoguppo Pdl alla Camera, che ha etichettato queste parole come un appello scissionista destinato a complicare ulteriormente il quadro politico del Paese. "Casini - ha sostenuto Cicchitto - ha collaborato per molti anni con Silvio Berlusconi, con risultati anche positivi. Il loro è uno scontro personalizzato che respingiamo al mittente. Il confronto deve avvenire sui programmi".

Al Tempio di Adriano, dove si è svolto l'incontro, Casini si è dimostrato preoccupato per gli scontri all'interno della maggioranza parlamentare. Nel documento approvato durante l'assemblea si legge che il compito di sostenere l'esecutivo tecnico sembra essere stato dimenticato dalle forze politiche, che appoggiano il suo operato a giorni alterni. Da qui la necessità di trovare larghe intese per garantire l'efficacia e la continuità dell'azione di governo è fondamentale, senza però ricadere nell'ingovernabilità delle coalizioni eterogenee, paralizzate dalle divisioni interne.

Senza un riferimento esplicito alla Lega, l'Udc sottolinea che non si alleerà con quei partiti che vogliono dividere il Paese: nord e sud, giovani e anziani, bloccare l'innovazione necessaria e soprattutto a chi voglia ostacolare il percorso della stabilità dell'euro e della costruzione di un'Europa solidale. L'invito alla collaborazione per la nascita di un "nuovo soggetto politico" è rivolto quindi a laici, cattolici, tecnici e politici. ovvero "chiunque ritenga con convinzione che l'azione intrapresa dal Governo Monti debba essere proseguita anche dal prossimo parlamento e dal prossimo governo".

Oltre alle prossime alleanze, la Direzione Nazionale ha promosso, anche per il mese di agosto, il lavoro sulla nuova legge elettorale, che prevede le elezioni degli onorevoli attraverso il sistema delle preferenze. E ha confermato l'impegno sulle questioni etiche, fondate sulla visione cristiana dell'Udc e non negoziabili, nel dibattito parlamentare. Come i diritti per le coppie omossessuali, assolutamente necessari ma senza prevedere il matrimonio.

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