Si è chiuso stamane alle 10 l’ultimo
adempimento tecnico relativo al ballottaggio elettorale che si disputerà
domenica prossima a Pachino per l’elezione del nuovo Sindaco.
Ieri si è invece conclusa la fase
relativa alla nomina degli assessori per completare la squadra da proporre agli
elettori.
Forse per la prima volta, da
quando a Pachino si vota con il sistema diretto dell’elezione del Sindaco,
nessuno dei due contendenti si è apparentato con altre liste oltre a quelle della
prima tornata.
Eppure sembrava normale visto che
vi sono stati ben nove candidati a Sindaco con numerose liste collegate e che i
due aspiranti Sindaco che sono andati al ballottaggio non hanno fatto il pieno
di preferenze capace di metterli al riparo da eventuali imprevisti.
Adesso la partita è tutta da
giocare perché si ricomincia da zero e perché vi sono molti voti in libera
uscita senza nessuna indicazione ufficiale da parte dei leader che sono stati votati
nella prima tornata.
Vi sono molti osservatori
politici che evidenziano come i voti che si liberano al ballottaggio appartengano
a flussi elettorali che potrebbero dare maggiore vantaggio al candidato Ferrara
in quanto sono espressione di cittadini che potrebbero essere più affascinati
dalla proposta politica e dal tipo di comunicazione espressa da Ferrara
rispetto a quella di Roberto Bruno.
Quest’ultimo, stante a questi
ragionamenti, avrebbe già dato quasi il massimo al primo turno elettorale ed il
suo bacino cui attingere nuovi voti sia molto ristretto in quanto i flussi
elettorali che confluirebbero su Bruno si sono quasi tutti già espressi
evidenziando la loro consistenza e la loro poca capacità di ulteriore espansione.
Quello che però adesso sembra
evidente è che si ricomincia daccapo ed alla pari fra i due candidati per cui
la vittoria finale dipenderà esclusivamente dalla capacità dei propri
sostenitori di organizzarsi per potere contattare il maggior numero di elettori
possibile che hanno già votato al primo turno, ma soprattutto coloro che hanno
scelto altri candidati e che adesso si trovano a decidere se optare per Ferrara
o Bruno.
Il resto lo determineranno le
proposte che i candidati faranno per governare il paese, la loro capacità di
appeal verso gli elettori, la credibilità personale, la squadra scelta per gli
assessorati e le teoriche convenienze che potrebbero avere i gruppi organizzati
a scegliere l’uno o l’altro anche senza apparentamento ufficiale.
Un altro aspetto da evidenziare è
quello relativo alle numerose liste che non hanno superato il quorum del 5%
previsto per accedere all’assegnazione dei seggi così come non si può non
constatare come anche parecchi candidati a Sindaco hanno raggiunto un numero di
voti di assoluta inconsistenza elettorale così come molti candidati non hanno
ricevuto nessun voto ed intere famiglie si sono candidate in partiti e
schieramenti di versi.
A mio avviso tutto ciò è il frutto di una marcata improvvisazione e
di una incultura politica che porta a pensare che il fare politica o amministrare un comune sia da considerarsi
alla stessa stregua di una scampagnata, di un giorno di festa o di una
carnevalata ove mettere la faccia su un manifesto, un fac – simile, girare
amici e parenti del paese o farsi vedere in qualche televisione locale .
In questa situazione il cosiddetto rinnovamento non può che
essere solo di facciata fino a quando non si capirà l’importanza della politica
vera, della gestione seria della cosa pubblica e della selezione della classe
dirigente non in funzione solo dell’età, ma della capacità, dell’intelligenza e
della credibilità personale.
Pippo Bufardeci
01.06.2014
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