ORMAI I RICORSI FANNO MODA
Ormai è invalsa la moda che chiunque perda una competizione,
soprattutto elettorale, si premura di presentare un bel ricorso quale antidoto
alla sconfitta.
Senza scomodare tanto la storia dei ricorsi e ricorrenti e
volendoci limitare solo alla cronaca più vicina a noi, non possiamo non
ascoltare ancora l’eco delle mille vicissitudini che hanno caratterizzato il
ricorso di un candidato non eletto alle recenti competizioni regionali che
ancora inonda d’inchiostro la cronaca giornalistica nostrana.
Sia chiaro che, se i ricorsi sono fondati e circostanziati
nei punti riguardanti la sostanza del ricorso stesso, è nel diritto dei
ricorrenti investire le autorità competenti per fare chiarezza sia tecnica che
giuridica.
Difatti non sono pochi gli errori commessi dai componenti dei
seggi elettorali molto spesso impreparati a svolgere il loro ruolo e più
portati a puntare alla diaria giornaliera che a rendersi conto dell’importanza
del compito che devono svolgere.
Questo però non vuol dire che i ricorsi possono essere
sempre fondati o che abbiano una valenza
fortemente incidente sui risultati.
Tantè che anche le competenti autorità ammettono un margine
di errore fisiologico che non da credibilità al ricorso stesso se l’errore è
nell’ambito dell’errore fisiologico.
Corre voce accreditata da parecchi ambienti interessati che
anche la recente elezione del nuovo sindaco di Pachino non sfugga alla moda del
ricorso facile.
Si da per certo che un candidato che non è stato ammesso al
ballottaggio stia preparando un ricorso avverso alcuni risultai trascritti nei
verbali di alcuni seggi che, per l’ipotetico errore che sarebbe stato commesso
nella trascrizione dei totali dei voti assegnati ai candidati, lo avrebbe
escluso dal ballottaggio.
Cioè questo candidato ritiene che doveva andarci lui al
ballottaggio con Roberto Bruno e non Andrea Ferrara.
La richiesta ovvia sarebbe quella di riesaminare i verbali ed
eventualmente anche le schede per potere rifare il ballottaggio se non le
elezioni intere.
A mio avviso, anche se il ballottaggio si fosse svolto con il
candidato ricorrente, l’esito sarebbe stato lo stesso se non peggiore per il
ricorrente.
Pachino ha un suo Sindaco eletto democraticamente dal popolo
ed è legittimato ad assumersi la responsabilità ad essere il nocchiero di
questa nave sgangherata ed in aperta tempesta.
Anzi dovremmo fare tutti uno sforzo di responsabilità per
cui, terminata la fase della diversità delle scelte, ciascuna delle persone
responsabili e capaci di dare un contributo positivo per aiutare a salvare
questo martoriato paese, deve responsabilmente svolgere la sua parte.
Le collaborazioni per il bene comune devono essere gradite,
ricercate ed offerte responsabilmente.
21/06/2014
Pippo Bufardeci
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