martedì 7 ottobre 2014

I BROGLI ELETTORALI FIGLI DELL’IGNORANZA




Non si è appena conclusa una mini campagna elettorale basata su un ricorso che paventava presunti brogli alle elezioni regionali di due anni fa che un altro ricorso, sulle elezioni comunali di Pachino, pende all’esame del Consiglio di giustizia amministrativa e, sicuramente, non sarà nemmeno l’ultimo.
Anche il comune di Rosolini è commissariato in attesa di votazioni sempre come conseguenza di un ricorso.
Ma questi presunti brogli sono riconducibili solo a Pachino e Rosolini i cui elettori e membri dei seggi elettorali sono individuabili come dediti a delinquere sul piano della democrazia elettiva oppure è un fenomeno più esteso che può avere anche motivazioni strutturali che esulano dalla consapevolezza di commettere reati?
Dico subito che la cosa che mi ha maggiormente portato fastidio in tutta questa vicenda è stata proprio l’immagine negativa che  ha qualificato questi due comuni  nell’immaginario collettivo recandogli nocumento sia sul piano turistico che economico e sociale.
La mia esperienza personale mi porta a dire che i cosiddetti brogli non si possono etichettare come tali perché manca la consapevolezza del dolo da parte di chi li commette in quanto sono semplicemente errori conseguenza dell’ignoranza, dell’impreparazione e mancata conoscenza dell’importanza del servizio che si è chiamati a svolgere in un seggio elettorale.
La normativa introdotta alcuni lustri fa, su iniziativa politica dei radicali, di scegliere i componenti dei seggi elettorali sulla base di un sorteggio non selettivo degli aspiranti scrutatori, ha generato  un livellamento in basso sul piano culturale e ha reso dominante l’ignoranza di coloro che sono chiamati a svolgere detto importante compito, sul piano della conoscenza della normativa e della tecnica elettorale.
La mancata conoscenza della normativa da parte di coloro che sono chiamati a svolgere il ruolo di garanti del rispetto di detta normativa e della salvaguardia della democrazia elettiva genera errori e decisioni che inficiano il concetto stesso di partecipazione e di libera espressione della volontà popolare in quanto i loro errori rendono spesso alterata la libera espressione della volontà popolare nella scelta legittima dei propri rappresentanti.
Ma tutto questo avviene perché manca la preparazione di tante persone che svolgono il compito di scrutatore solo per potere usufruire del compenso economico previsto e sono lasciate in balia di se stesse anche se esistono severe normative, anche di natura penale, per gli errori commessi spesso nella più assoluta buona fede.
Anche lasciando stare il periodo in cui erano i partiti a scegliere i componenti dei seggi elettorali ed a istruirli con appositi corsi, non possiamo non richiamare l’attenzione del legislatore in merito ad una serie di supporti da dare a questi ignoranti del compito cui sono chiamati al fine di evitare brogli e inficiare la corretta espressione della volontà popolare.
Si potrebbe istituire un apposito albo comunale  degli scrutatori dopo la partecipazione a specifici corsi tecnIco – giuridici e sorteggiare da questi albi gli scrutatori.
Anche i presidenti di seggio non dovrebbero essere nominati senza esperienza, solo per il fatto di avere presentato apposita richiesta, ma dovrebbero avere fatto prima esperienza come scrutatori e frequentato appositi corsi per presidenti.
Infine vanno sfoltiti tutti i passaggi burocratici e la complessità della modulistica necessaria per riportare i dati emersi dallo scrutinio limitandosi a riportare in modo chiaro le voci fondamentali.
Va altresì evitato che sia la prima sezione del comune di votazione ad esaminare tutti i verbali degli altri seggi per potere effettuare la proclamazione, ma si passi tutta la documentazione a dei professionisti quali i dipendenti comunali dell’ufficio elettorale che dovrebbero conoscere tutta la relativa normativa in quanto impegnati giornalmente in questo settore.
Avremmo meno improvvisazione, meno incompetenza ed ignoranza, meno brogli e maggiore rispondenza delle decisioni alla normativa vigente ed al concetto di reale rispondenza fra volontà espressa dagli elettori e risultati finali che determinano gli eletti.
Pippo Bufardeci
07/10/2014





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