lunedì 4 maggio 2015



APPROVATO L’ITALICUM. DIRE CHE NON E’ AMPIAMENTE CONDIVISO E’ MALA  FEDE.

Finalmente la nuova legge elettorale, che va sotto il nome giornalistico di Italicum, è stata approvata dalla Camera in via definitiva e diventa legge dello Stato.
Sul piano strettamente giuridico essa sopperisce alla mancanza di una legge elettorale chiara che possa permettere lo svolgimento della competizione elettorale per le elezioni politiche senza la quale sarebbe stata monca la tecnica di elezione della rappresentanza parlamentare che è, nelle democrazie, il valore essenziale della partecipazione popolare alla gestione della cosa pubblica.
Quindi la legge elettorale fa parte delle regole fondamentali della vita democratica di un Paese ed averla avuta approvata è un fatto politicamente e istituzionalmente importante.
Sul piano politico assume significati diversi in rapporto agli interessi diversi delle forze che concorrono a formare il quadro politico complessivo.
In politica, da alcuni anni, è invalso l’uso, giustamente, di dire che le regole si scrivono con la più ampia convergenza possibile perché esse devono essere riconosciute dalla maggior parte delle forze in campo se non è possibile ottenere l’unanimità.
Ma questo, anche se auspicabile, diventa difficile da realizzare all’interno di un quadro politico istituzionale come il nostro che è estremamente conflittuale, aleatorio nella tutela delle strategie degli interessi collettivi e molto portato ad evidenziare gli interessi di parte e di personaggi che assumono il ruolo di leader degli schieramenti.
In questo quadro d’insieme l’unica forza capace di coagulare una convergenza utile sui temi elettorali diventa quella di Governo in quanto più carismatica rispetto ai singoli partiti e più portatrice di elementi di interessi generali rispetto alla evanescente rappresentanza partitica.
E’ quello che ha fatto questo Governo che ha innescato il cosiddetto patto del Nazareno  per coinvolgere Forza Italia, ricevendo le critiche dell’attuale minoranza interna del PD e, successivamente ha apportato ulteriori modifiche per rispondere alle richieste della minoranza interna, ricevendo le critiche di Forza Italia.
Il risultato è stato che l’attuale legge elettorale, così come esce approvata dalla Camera, non è altro che lo stesso testo approvato e concordato fra tutto il PD e fra questo e tutta Forza Italia.
Ne è la prova il fatto che, già al Senato, questo testo è stato approvato con i voti di Forza Italia. Partito Democratico, Area Popolare e qualche cespuglio vario.
Quindi un’ampia convergenza parlamentare con il coinvolgimento della maggiore forza di opposizione.
Con il passare dei mesi però è cambiato lo scenario degli interessi politici delle varie forze che avevano dato vita all’ampia convergenza per cui l’Italicum si trova privo del sostegno di ampia parte della famiglia che lo aveva generato alla stessa stregua di un bambino concepito in fase di amore fra i genitori, ma nato in fase di sopraggiunto divorzio.
Quindi l’Italicum diventa l’emblema delle nefandezze più assolute che si cercano di scaricare sul Governo ed il suo Leader per fini che nulla hanno a che vedere con la legge elettorale, ma con i catastrofici sondaggi di voto per Forza Italia e con la constatazione della fine di un’epoca politica e degli uomini che l’hanno incarnata.
Diventa quindi singolare sentire che, la stessa minoranza PD che aveva contestato il patto del Nazareno del Governo che aveva concordato con l’opposizione il testo della legge elettorale, adesso contesta il fatto che sia stata votata senza i voti delle opposizioni che dovevano essere coinvolte.
Gli uni e gli altri avrebbero avuto una valida motivazione di non riconoscere la loro stessa creatura elettorale solo se si fossero apportate modifiche al testo  non concordate .
Il Governo non ha cambiato una virgola di ciò che era stato concordato e già votato al Senato in modo compatto dai partiti del patto del Nazareno.
Quindi non è vero che sia una legge che appartiene a pochi ed  espressione di una minoranza.
Al contrario essa è una legge che ha avuto, nella sua stesura e nella sua prima votazione istituzionale, un vasto consenso parlamentare.
Chi dice il contrario mente spudoratamente cercando di ammantare di politica o di difesa istituzionale quelli che sono veri interessi di bottega o personali.
Il primo punto di attacco a questa legge è quindi miseramente sostenuto, ma fortemente in mala fede.

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