domenica 13 dicembre 2015

                POLITICA A SIRACUSA, MILLE DISTRAZIONI POCA EFFICIENZA

La situazione politica ed amministrativa della città di Siracusa non si può certamente annoverare fra quelle i cui politici pensano solamente a lavorare sui problemi della città e dei cittadini senza essere distratti da altre cose.
Anzi possiamo affermare che sono più le distrazioni cui bisogna far fronte che le problematiche complesse e dalle difficili soluzioni che investono la comunità siracusana.
Queste distrazioni riguardano sia l’attività politica vera e propria sia l’attività amministrativa che risulta poco incisiva e sempre più distante dai cittadini.
Le poche energie disponibili di intelligenza e capacità sono offuscate da fatti e personaggi che riescono a coprire più le pagine giornalistiche della cronaca, anche giudiziaria, che della attività in difesa degli interessi dei cittadini elettori.
Sul piano politico abbiamo il partito maggiormente rappresentato in seno al consiglio comunale e cioè il Partito Democratico, che non riesce a trovare il bandolo della matassa che lo possa portare a elaborare un minimo di strategia ed essere un interlocutore valido per trovare soluzioni ai problemi della città e dei cittadini.
La lotta di sopravvivenza di molti suoi dirigenti e la brama di affermazione di altri rende ingovernabile questo partito provinciale perché è anche privo di dirigenti, capaci di essere catalizzatori di proposte e con carisma riconosciuto da tutti, quali qualità da mettere al servizio del bene del partito e della comunità.
E’ una lotta fra nani politici che vorrebbero giocare a fare i grandi incapaci di capire le vere ragioni del nanismo politico congenito che pulsa da molto tempo nell’azione interna ed esterna al partito.
Il risultato è una lotta di trincea e di difesa di posizioni acquisite senza rendersi conto dell’effimera valenza di un gioco che finirà per bruciare tutti.
Ciò perché vige la vecchia mentalità che il partito e le sue mura siano l’ombelico del mondo ed ogni mattone va difeso dalle profanazioni degli esterni e dai miscredenti.
Un partito chiuso mentalmente, operativamente ed autoreferenziale è un partito destinato a fallire nel confronto con il mondo esterno e con le potenzialità che esso esprime.
Di riflesso, questo tipo di partito, governando importanti amministrazioni locali con la città di Siracusa in primo piano, determina le condizioni di sfacelo in cui si è ridotta la vita amministrativa di una città che avrebbe bisogno di intelligenze capaci, preparate e fuori dai giochi della difesa delle poltrone partitiche.
In assenza di un impegno di cultura politica ed amministrativa si fa strada, in modo preponderante, l’azione di piccolo cabotaggio, degli interessi personali e del malaffare che sta sempre in agguato nel contesto di svolgimento di un compito difficile quale quello di essere i gestori degli interessi complessi di una comunità importante e vasta.
Le lotte in seno al consiglio comunale, i presunti interessi di singoli consiglieri spiattellati alla pubblica opinione, i contrattacchi più o meno di stampo intimidatorio sono il sintomo che la politica ha smarrito la via maestra del suo essere o si è affidata a messaggeri incompetenti ed incapaci.
Non voglio entrare nell’esame dei singoli fatti perché già molto analiticamente divulgati e resi accessibili alla pubblica opinione e perché sono anche oggetto di interessamento da parte dell’autorità giudiziaria, ma non si può non prendere atto di uno stato di degenerazione del fare politica ed amministrazione che necessita di seri interventi sia giudiziari che politici.
 Nè possiamo dire che gli altri attori non legati al Partito Democratico o alla gestione diretta della cosa pubblica siano immuni del tasso di deficienza di vera politica o di capacità amministrativa, perché la qualità complessiva di tutti i soggetti non è certo da libri di storia.
In questo difficile e, per certi versi, drammatico contesto, non possiamo che augurarci un rinsavimento dei pochi che ancora sono nelle condizioni di pensare ed agire in modo sensato affinchè venga rielaborata una strategia di disimpegno dall’inettitudine e si prospettino soluzioni nell’interesse della collettività emarginando gli incapaci ed i traffichini assoldabili sotto diverse bandiere.
Pippo Bufardeci

 ( Per il settimanale Timeout )

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