Nei giorni scorsi vi è stata una dichiarazione del Ministro Prestigiacomo che ritengo importante anche se non ha avuto l’eco necessaria per farla diventare oggetto di dibattito e di approfondimento.
Si tratta della dichiarazione con la quale evidenziava la necessità del ruolo dell’Ente Provincia e auspicava che le competenze degli ATO venissero assunte da quest’Ente.
Indubbiamente si tratta di un problema molto importante perchè ripropone il ruolo delle province e della loro necessità o meno di sopravvivere nel nostro ordinamento nazionale e regionale.
Secondo me l’Ente provincia può ancora svolgere un ruolo determinante per il riequilibrio dei poteri fra gli Enti locali e per rendere gli interventi sul territorio, che non può più essere solo quello comunale, più rispondente alle esigenze dei cittadini.
Ciò può avvenire sia sul piano degli interventi strutturali che di programmazione così come per la gestione dei servizi che necessitano di interventi finanziari e tecnici non riscontrabili nella ristrettezza delle disponibilità comunale.
Dobbiamo prendere atto che alcuni servizi ai cittadini che prima venivano erogati dai comuni con il raggiungimento di standard qualitativi appena sufficienti, adesso rischiano o il loro abbandono o una qualità sempre più limitata per di più ad un’utenza sempre più ridotta.
Ecco allora che per certi servizi diventa necessaria una programmazione che superi l’ambito comunale, ma accorpi le esigenze di un intero territorio provinciale per renderli più economici , qualitativamente migliori ed indirizzati ad una maggiore fascia di fruitori.
In questi anni si sono fatti dei tentativi di interventi intercomunali in vari settori, dal sociale all’agricoltura, alle zone montane , ai servizi socio-sanitari ,alla gestione delle acque ed a quella dei rifiuti solidi urbani.
Sin sono però create delle nuove infrastrutture tipo consorzi, comunità montane, distretti socio sanitari, società di gestione, ambiti territoriali ottimali ( ATO ) che, in quasi tutti i casi, hanno sostanzialmente fallito il loro compito.
Si sono spesso creati dei veri e propri carrozzoni che hanno incentivato l’occupazione di nuovi posti di sottogoverno, il clientelismo politico con assunzioni spesso non necessarie e con un costo economico per la collettività eccessivo e tale da aumentare in modo esponenziale sia l’esposizione debitoria di queste soprastrutture che i costi dei servizi per i cittadini.
L’esempio più eclatante che fa testo in questi mesi è rappresentato dagli Ato acqua e rifiuti che in poco tempo si sono distinti per disservizi, assunzioni non necessarie ed accumulo di debiti.
Lo stesso Governo regionale ha sentito la necessità di intervenire ridimensionando queste strutture ad una sola unità in ambito provinciale e cancellando tutti i vari consigli di amministrazione onerosi per la collettività.
Certamente i servizi non sono migliorati, ma hanno subìto una drastica riduzione dello standard qualitativo a fronte di un salato riscontro della bolletta individuale di pagamento cui devono far fronte i cittadini.
Basterebbe vedere, come è riscontrabile in questi giorni nella città di Siracusa, lo stato di degrado che caratterizza il servizio di raccolta della spazzatura, sia ibrida che differenziata, con cassonetti stracolmi, maleodoranti, insufficienti e spesso in stato di abbandono.
L’affidare la gestione di tutti i servizi intercomunale alla Provincia permetterebbe una concentrazione delle risorse che assieme ad una univocità di indirizzo gestionale e ad una diminuzione delle spese di gestione potrebbe rispondere alla richiesta da parte dei cittadini di servizi adeguati e di costi contenuti.
Senza parlare poi della possibilità concreta di operare, verso l’Ente Provincia, un serio decentramento delle competenze di funzioni regionali che riguardano il territorio e che adesso trovano ostacolo nella loro rispondenza alle esigenze dei cittadini a causa delle incrostazioni accentratorie che limitano la capacità operativa e l’immediata incidenza decisionale.
Certamente un argomento così importante e dalla caratteristiche istituzionali, politiche ed amministrative così complesse non può trovare una proposta esaustiva con un articolo di stampa, ma abbiamo voluto cogliere questo raggio di luce che ha proiettato sulla materia la proposta del Ministro Prestigiacomo.
Sarebbe quindi opportuno che si desse seguito a ciò per aprire un serio confronto fra le forze politiche e le istituzioni affinchè finalmente questo problema possa trovare la giusta collocazione nell’agenda politica.
Pubblicato sul quotidiano di Siracusa “LIBERTA’” venerdì 25.07.2009
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