Spirano tempi bui nella zona industriale ove sta entrando in forte crisi la parte di ISAB recentemente acquistata dai russi.
Sembra che si stiano accumulando perdite tali che porterà i nuovi proprietari a rivedere l'intero ciclo produttivo con serie possibilità di chiusura di alcuni reparti e quindi di messa in cassa integrazione di numerosi operai e con gravi conseguenze occupazionali anche per l'indotto.
Una triste e buoia prospettiva per l'economia siracusana e per l'occupazione già fortemente compromessa dalla crisi economica e dagli scarsi investimenti produttivi che stanno mettendo in ginocchio il tessuto economico provinciale generando nuova e più grave povertà sia giovanile che per intere famiglie.
Difronte a tutto questo sembra non esserci prospettiva degna di dare un minimo segnale di speranza e l'assenza delle forze politiche ed imprenditoriali diventa sempre più grave.
L'assurdità della vicenda economica ed occupazionale che investe il nostro territorio è rappresentata dall'assuefazione che regna ovunque all' ineluttabilità dell'arrivo del peggio senza che nessuno pensi a reagire.
La gravità della situazione della crisi globale non può essere un alibi per stare fermi.
La classe dirigente di questa provincia ha il dovere di trovare e mettere in campo le giuste soluzioni e le necessarie sinergie altrimenti se ne vada a casa.
Che fine hanno fatto i milioni di euro stanziati per il disinquinamento ambientale e per gli interventi di bonifica del territorio che, oltre a dare occupazione immediata, possono costruire adesso il futuro processo di sviluppo?.
Ed il rigassificatore con i soldi già disponibili che fine ha fatto?
Oggi non è più il momento delle elucubrazioni politiche o della disputa sulla fattibilità o meno, ma della scelta coraggiosa se farsi o no.
Se non si deve fare si cerchino nuove prospettive.
Ma se deve farsi e non vi sono più eccezioni di natura tecnica e politica perchè non viene firmato il relativo decreto da parte del presidente della Regione?
Non possiamo scherzare o fare giochini politici sulla pelle della gente che soffre sul piano economico e sulla prospettiva di vita.
E' la classe politica siracusana che deve smetterla di scimmiottare i guochi relativi ai confronti politici sul quadro nazionale ed internazionale e pensare seriamente alla gravità della situazione nel proprio territorio che rischia di diventare esplosiva e annientare le certezze fumose di molti psudo politici.