sabato 3 marzo 2012

COLPIRE IL PATRIMONIO DEI CORROTTI


La recente dichiarazione del Procuratore generale della Corte dei Conti, fatta propria anche dal procuratore regionale, in merito all’imperante corruzione, soprattutto nella pubblica amministrazione, non può lasciarsi a livello di semplice enunciazione anche se proveniente da fonte autorevole.

Allo stesso modo la proposta del procuratore antimafia Grasso, di utilizzare la legislazione mafiosa per il sequestro dei capitali dei corrotti ,dovrebbe avere immediato riscontro in termini legislativi ed operativi.

Non solo i fatti recenti di cronaca, che hanno avuto vasta eco sulla stampa in merito ai finanziamenti pubblici agli ex partiti tipo Margherita, ma anche fatti e situazioni più o meno noti localmente ci devono indurre ad essere solidali con proposte di serio contrasto alla corruzione.

E la normativa anticorruzione sarebbe di grande importanza anche se ancora non è stata prevista la sua canalizzazione nei lavori parlamentari pur potendo ridare credibilità ad una politica ampiamente screditata.

La certezza del rispetto delle regole da parte di chi è deputato a legiferare le regole per i cittadini deve essere assoluta e le pene per coloro che si lasciano corrompere devono essere severe e rapide.

Ciò perché colpire severamente i corrotti ai massimi livelli è necessario per eliminare o rendere insignificante l’emulazione a livello locale di centinaia di corrotti che si infiltrano nella pubblica amministrazione solo per il proprio tornaconto personale.

Non bisogna essere dei bravi investigatori per constatare come intere famiglie di politici vivono con i proventi diretti ed indiretti della politica.

Così come figli e parenti ricevono incarichi professionali di gran lunga superiori alle loro capacità superando anche bravi professionisti del settore e conducono un tenore di vita superiore a quello che si potrebbe ritenere idoneo.

Allora sorge spontaneo pensare se questi incarichi possono essere il camuffamento di tangenti o di quant’altro possa permettere di retribuire favori o acquiescenze.

Quello del tenore di vita di certi politici e familiari, che spesso sono superiori ad ogni possibile rispondenza con gli introiti ufficiali,sono sotto gli occhi dei cittadini che ne fanno un motivo di riflessione e di rifiuto della politica.

Poiché siamo in un momento difficile, si dal punto di vista economico che sociale, è necessario che la democrazia ed il vivere civile si difendano anche con la certezza che chi accumula ricchezze illecite a danno della collettività venga scovato e severamente punito.

E per danno alla collettività intendiamo, non solo quello in termini economici, ma anche quello che privilegia persone inadeguate e paravento dei corrotti, ma che hanno solo il privilegio di essere familiari dei politici.

Ecco perché la proposta del procuratore Grasso di colpire il patrimonio dei politici corrotti e dei loro familiari e prestanomi deve essere legiferata ed applicata nel più breve tempo possibile.

Intanto, poiché la legislazione attuale permette di svolgere serie ed approfondite indagini patrimoniali su tutti i soggetti sospettati di avere accumulato patrimoni discutibili, sarebbe opportuno che, chi di dovere, iniziasse un’azione densa e dura in questa direzione nell’attesa che la legge antimafia verrà applicata anche per i corrotti che operano nella politica e nelle istituzioni.

Pippo Bufardeci

( Questo articolo è pubblicato sul settimanale " I FATTI DELLA DOMENICA " di Siracusa già in edicola )

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