REVISORE E DIFENSORE USCIAMO DALLA FARSA
Come prevede la legge e lo Statuto comunale, il Comune di Siracusa ha avviato le procedure per la partecipazione, da parte di chi ne ha titolo, alla elezione dei nuovi revisori dei conti.
Trattasi di un organismo importantissimo che presiede al controllo degli atti finanziari del comune ed esprime in particolare il proprio parere sul bilancio dell’Ente, sugli emendamenti proposti dal Consiglio comunale, sugli equilibri di bilancio e sul rendiconto finanziario.
Sul piano strettamente teorico e regolamentare è il Consiglio comunale che elegge i componenti del Collegio dei revisori dei conti.
Sul piano pratico la loro nomina rientra, di fatto, fra la spartizione degli incarichi patteggiati all’atto di formazione delle liste o delle coalizioni per la elezione del Sindaco quasi si trattasse di un sottogoverno qualsiasi.
Questa è la ragione per cui spesso, al di là della capacità professionale dei prescelti, si arriva all’assurdo che i controllati scelgono i loro controllori con indubbio imbarazzo rispetto ad una posizione che dovrebbe essere neutra e di garanzia amministrativa.
Sarebbe perciò, a mio avviso, utile che le forze politiche ed i raggruppamenti che scenderanno in campo per le prossime elezioni comunali prendessero l’impegno affinchè i componenti di questo importante organismo venissero scelti sulla base dei loro curriculum e della loro esperienza e capacità nello svolgere il compito che gli verrà affidato.
Se così non fosse tutto il percorso che la legge indica per la loro scelta e gli adempimenti messi in atto per specificarla sarebbero una semplice presa in giro.
Capisco che non sarà facile apportare elementi di novità ad una prassi consolidata in quasi tutte le amministrazioni, siano esse di sinistra o di destra, ma bisogna pur iniziare a dare un valore importante al merito ed alla professionalità di soggetti rilevanti per una sana e trasparente amministrazione dell’Ente pubblico.
Allo stesso modo dovremmo superare l’altra prassi consolidata che riguarda l’elezione del difensore civico la cui competenza ricade sul Consiglio comunale, ma che di fatto, viene esautorato in quanto anche questo importante incarico comunale finisce per assestarsi nel grande calderone degli accordi pre- elettorali.
Assistiamo così, a fronte di curriculum presentati da dignitosi e capaci professionisti che potrebbero dare un valido contributo alla funzione istituzionale di questa importante figura di collegamento fra amministrazione e cittadini, vengono scelti o ragazzini alle prime armi o attempati pensionati del diritto perchè più o meno vicini alle posizioni politiche o personali del politico o del partito designante.
Il risultato è quello che spesso, a fronte di appannaggi cospicui ed onerosi per la pubblica amministrazione che versa a questi soggetti, si ha un riscontro limitato o quasi nullo dell’attività istituzionale.
Anche quì sarebbe cosa seria e trasparente scegliere questi professionisti sulla base delle loro capacità e della loro esperienza professionale piuttosto che sull’appartenenza partitica o personale.
Mi rendo conto di dire delle cose che dovrebbero essere assolutamente normali, ma spesso, sopratutto nella pubblica amministrazione, la normalità è la vera grande assente.
PIPPO BUFARDECI
Come prevede la legge e lo Statuto comunale, il Comune di Siracusa ha avviato le procedure per la partecipazione, da parte di chi ne ha titolo, alla elezione dei nuovi revisori dei conti.
Trattasi di un organismo importantissimo che presiede al controllo degli atti finanziari del comune ed esprime in particolare il proprio parere sul bilancio dell’Ente, sugli emendamenti proposti dal Consiglio comunale, sugli equilibri di bilancio e sul rendiconto finanziario.
Sul piano strettamente teorico e regolamentare è il Consiglio comunale che elegge i componenti del Collegio dei revisori dei conti.
Sul piano pratico la loro nomina rientra, di fatto, fra la spartizione degli incarichi patteggiati all’atto di formazione delle liste o delle coalizioni per la elezione del Sindaco quasi si trattasse di un sottogoverno qualsiasi.
Questa è la ragione per cui spesso, al di là della capacità professionale dei prescelti, si arriva all’assurdo che i controllati scelgono i loro controllori con indubbio imbarazzo rispetto ad una posizione che dovrebbe essere neutra e di garanzia amministrativa.
Sarebbe perciò, a mio avviso, utile che le forze politiche ed i raggruppamenti che scenderanno in campo per le prossime elezioni comunali prendessero l’impegno affinchè i componenti di questo importante organismo venissero scelti sulla base dei loro curriculum e della loro esperienza e capacità nello svolgere il compito che gli verrà affidato.
Se così non fosse tutto il percorso che la legge indica per la loro scelta e gli adempimenti messi in atto per specificarla sarebbero una semplice presa in giro.
Capisco che non sarà facile apportare elementi di novità ad una prassi consolidata in quasi tutte le amministrazioni, siano esse di sinistra o di destra, ma bisogna pur iniziare a dare un valore importante al merito ed alla professionalità di soggetti rilevanti per una sana e trasparente amministrazione dell’Ente pubblico.
Allo stesso modo dovremmo superare l’altra prassi consolidata che riguarda l’elezione del difensore civico la cui competenza ricade sul Consiglio comunale, ma che di fatto, viene esautorato in quanto anche questo importante incarico comunale finisce per assestarsi nel grande calderone degli accordi pre- elettorali.
Assistiamo così, a fronte di curriculum presentati da dignitosi e capaci professionisti che potrebbero dare un valido contributo alla funzione istituzionale di questa importante figura di collegamento fra amministrazione e cittadini, vengono scelti o ragazzini alle prime armi o attempati pensionati del diritto perchè più o meno vicini alle posizioni politiche o personali del politico o del partito designante.
Il risultato è quello che spesso, a fronte di appannaggi cospicui ed onerosi per la pubblica amministrazione che versa a questi soggetti, si ha un riscontro limitato o quasi nullo dell’attività istituzionale.
Anche quì sarebbe cosa seria e trasparente scegliere questi professionisti sulla base delle loro capacità e della loro esperienza professionale piuttosto che sull’appartenenza partitica o personale.
Mi rendo conto di dire delle cose che dovrebbero essere assolutamente normali, ma spesso, sopratutto nella pubblica amministrazione, la normalità è la vera grande assente.
PIPPO BUFARDECI
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