domenica 22 maggio 2011

PACHINO NEL CONTINUO CONFLITTO POLITICO CHE FA RIMA CON IGNORANZA


Non vi è mai pace per la vita politica- amministrativa nel comune di Pachino per il continuo accapigliarsi dei vari consiglieri per motivi a volte futili, a volte fruppo dell'ignoranza, dell'arroganza o della difesa di interessi che nulla hanno a che spartire con la collettività.
Purtroppo non è un modo di operare che è addebitabile solo a questa amministrazione comunale perchè altrimenti avremmo risolto il problema sostituendola.
La storia ci insegna che l'ingovernabilità e l'incapacità di gestire i problemi complessi di un paese difficile come Pachino è quasi nella logica della normalità pachinese perchè almeno negli ultimi venti anni, ma anche in molti di quelli precedenti, troviamo situazioni simili.
Vi è stato, negli anni, un depauperamento della cultura amministrativa e sociale dei gruppi dirigenti del paese che ha impedito di avere consiglieri comunali ed amministratori all'altezza del compito che sono chiamati a svolgere anche se le poche eccezioni non possono certamente risolvere il problema da soli.
Purtroppo l'ignoranza complessiva che si è impadronita di questo paese coinvolge, non solo la classe politica, ma l'intera classe dirigente e la società nella sua complessità.
E' per questo che, in prospettiva, oltre ai politici più disponibili bisognerebbe coinvolgere le scuole, le professioni ed il mondo del lavoro.
E' necessaria una nuova visione culturale ed una elevazione complessiva del senso comune per intraprendere la strada dello sviluppo.
Intanto, per l'avorare con i mezzi attuali, sarebbe necessaria una politica comunale di coinvolgimento di tutti coloro che possono apportare il loro serio e fattivo contributo sulla base di un programma minimo condiviso senza prime donne nè l'arroganza dell'ignoranza imperante per individuare ciò che si può fare per questo paese.
Non ci sono segnali incoraggianti nememno in coloro che fanno dell'età e non delle capacità, la discriminante della classe dirigente.
E' più facile pensare a preparare mozioni di sfiducia più o meno giustificate nella logica della guerriglia o dell'arroganza di chi detiene le redini della cosa pubblica, ma certamente tutte lontane dalla logica dell'interesse dei cittadini che necessità di coerenza, capacità, preparazione e fattibilità nell'interesse esclusivo del bene comune.

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