Non vi è dubbio che le ultime settimane della vita politica ed amministrativa della città di Pachino sono state caratterizzate da due episodi importanti.
Talmente importanti che hanno avuto il potere di smuovere l'atavica indolenza dei pachinesi e fare passare in secondo piano l'avvilente teatrino dei continui cambiamenti degli assetti della Giunta comunale ed i passaggi da uno scranno ad un altro nel consiglio comunale.
Si tratta dell'autorizzazione per la messa in opera delle strutture per la realizzazione di un pontile alla Balata di Marzamemi e per la formazione di una discarica di inerti in una cava dismessa della contrada Camporeale.
La gestione politica di questi due fatti importanti per il paese di Pachino è fra quelle da annoverare fra gli esempi di come non si deve amministrare una comunità.
Noi non vogliamo entrare nel merito delle questioni perchè non abbiamo sufficienti elementi tecnici per esprimere un parere degno di rispetto, ma ci limitiamo a constatare gli aspetti politici della vicenda.
Non si possono esprimere pareri per realizzazioni così importanti per l'intera comunità senza nessuna chiarezza e la giusta informazione, ma solo facendo leva sulla personale decisione che sfiora l'arroganza.
Bisogna capire che sempre, ma soprattutto in un momento di grave crisi e di aumentata capacità critica da parte dei cittadini, l'unico modo per amministrare è quello che ha come cardini la partecipazione ed il coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni importanti.
Nulla di tutto questo è stato fatto.
La reazione dei cittadini è stata giusta nel chiedere informazioni e chiarezza così come la dimostrazione che sui problemi importanti si può creare, anche nell' apatica Pachino, una vasta mobilitazione.
Anche quì però vi sono state delle crepe.
Sul piano della politica perchè nessuno si è assunta la responsabilità di gestire il problema dando soluzioni e prospettando percorsi giuridici idonei per ottenere risultati positivi.
Quasi tutti hanno cercato di cavalcare il momento della protesta per tirarsi fuori da quello che è il compito del presidente del consiglio, del sindaco, degli assessori e dei consiglieri nel contesto delle responsabilità che hanno difronte agli elettori - cittadini.
E' stato il solito scaricabarile.
I cittadini protestanti hanno finito per dare spazio alle voci di chi ha anche interessi diretti nel fomentare la protesta o di chi la vuole incanalare nel binario della caciara a se stante senza alcuno sbocco concreto.
Sia nell'uno che nell'altro schieramento vanno isolate queste frange negative ed inerti sul piano della soluzione dei problemi.
In entrambi gli schieramenti bisogna dare spazio a chi intende approfondire seriamente i problemi e trovare le giuste soluzioni che abbiano come fine il solo interesse obiettivo della collettività.
Se questo avverrà potremmo dire che i numerosi giovani che, con entusiasmo sono scesi in piazza, possono fare ben sperare che una nuova pagina di partecipazione e responsabilità si stia scrivendo all'interno della comunità pachinese.
Senza questo ricadremmo nella vecchia logica pachinese dell'operare pro domo sua o del blaterare senza costrutto.
Talmente importanti che hanno avuto il potere di smuovere l'atavica indolenza dei pachinesi e fare passare in secondo piano l'avvilente teatrino dei continui cambiamenti degli assetti della Giunta comunale ed i passaggi da uno scranno ad un altro nel consiglio comunale.
Si tratta dell'autorizzazione per la messa in opera delle strutture per la realizzazione di un pontile alla Balata di Marzamemi e per la formazione di una discarica di inerti in una cava dismessa della contrada Camporeale.
La gestione politica di questi due fatti importanti per il paese di Pachino è fra quelle da annoverare fra gli esempi di come non si deve amministrare una comunità.
Noi non vogliamo entrare nel merito delle questioni perchè non abbiamo sufficienti elementi tecnici per esprimere un parere degno di rispetto, ma ci limitiamo a constatare gli aspetti politici della vicenda.
Non si possono esprimere pareri per realizzazioni così importanti per l'intera comunità senza nessuna chiarezza e la giusta informazione, ma solo facendo leva sulla personale decisione che sfiora l'arroganza.
Bisogna capire che sempre, ma soprattutto in un momento di grave crisi e di aumentata capacità critica da parte dei cittadini, l'unico modo per amministrare è quello che ha come cardini la partecipazione ed il coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni importanti.
Nulla di tutto questo è stato fatto.
La reazione dei cittadini è stata giusta nel chiedere informazioni e chiarezza così come la dimostrazione che sui problemi importanti si può creare, anche nell' apatica Pachino, una vasta mobilitazione.
Anche quì però vi sono state delle crepe.
Sul piano della politica perchè nessuno si è assunta la responsabilità di gestire il problema dando soluzioni e prospettando percorsi giuridici idonei per ottenere risultati positivi.
Quasi tutti hanno cercato di cavalcare il momento della protesta per tirarsi fuori da quello che è il compito del presidente del consiglio, del sindaco, degli assessori e dei consiglieri nel contesto delle responsabilità che hanno difronte agli elettori - cittadini.
E' stato il solito scaricabarile.
I cittadini protestanti hanno finito per dare spazio alle voci di chi ha anche interessi diretti nel fomentare la protesta o di chi la vuole incanalare nel binario della caciara a se stante senza alcuno sbocco concreto.
Sia nell'uno che nell'altro schieramento vanno isolate queste frange negative ed inerti sul piano della soluzione dei problemi.
In entrambi gli schieramenti bisogna dare spazio a chi intende approfondire seriamente i problemi e trovare le giuste soluzioni che abbiano come fine il solo interesse obiettivo della collettività.
Se questo avverrà potremmo dire che i numerosi giovani che, con entusiasmo sono scesi in piazza, possono fare ben sperare che una nuova pagina di partecipazione e responsabilità si stia scrivendo all'interno della comunità pachinese.
Senza questo ricadremmo nella vecchia logica pachinese dell'operare pro domo sua o del blaterare senza costrutto.
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