Il mese di dicembre, sul piano politico locale, si chiude con alcuni avvenimenti che avranno ripercussioni nei primi mesi del prossimo anno, ma che sono destinati ad entrare da subito nel dibattito politico provinciale.
Innanzitutto la celebrazione dei due congressi dei partiti politici del terzo polo e cioè l’UDC ed il FLI.
Il primo partito ha dimostrato, forse anche in modo superiore alle attese, che esiste nella realtà politica provinciale un forte attaccamento della gente verso la proposta politica degli eredi della Democrazia Cristiana e verso la proposta di rinnovamento di cui l’UDC è portatore che prescinde dai dirigenti che sono stati chiamati o saranno chiamati a dare immagine a questo partito.
E’ stata importante la numerosa ed attenta partecipazione soprattutto da parte di giovani e donne in rappresentanza di tutti i paesi della provincia.
Diventa quindi ancora più marcante lo sforzo di credibilità e di coerenza che deve caratterizzare il nuovo gruppo dirigente che è emerso dal congresso e la proposta politico – programmatica che deve portare avanti nelle amministrazioni locali.
Anche il FLI ha celebrato il suo congresso dimostrando di essere ormai una realtà consolidata nella nostra provincia e portatore di istanze politico – programmatiche che possono prescindere dalla partecipazione diretta a giunte di enti locali non elette sulla base di accordi programmatici.
Per rimanere nel campo dei partiti di area terzo polo dobbiamo evidenziare come, sia l’MPA che Alleanza per la Sicilia di Cappadona, Bonomo ed Ortisi, si sentono più attratti alla partecipazione a Giunte comunali per la gestione politico della cosa pubblica anche se manca un progetto comune del terzo polo.
Questa posizione è stata oggetto di un documento dell’UDC e del FLI con relativa replica da parte dell’MPA, ma sostanzialmente evidenzia che l’amalgama politica nel terzo polo è ancora allo stato embrionale e può portare, alle prossime elezioni comunali, anche a posizioni ed alleanze diverse.
E’ continuata e si è fatta dura alla luce del sole la guerra in atto nel PD fra le varie anime che stanno arrivando ad una resa dei conti lungamente in gestazione fra gruppi interni fra loro eterogenei nel disegno politico, ma soprattutto nella strategia operativa in rapporto alle alleanze ed alla gestione degli strumenti politici provinciali.
Tutte cose che esistevano , ma che la fortunata coincidenza di avere tre deputati regionali espressione dei maggiori gruppi interni, aveva celato.
Adesso che gli equilibri si sono rotti con l’uscita di Bonomo, espressione del gruppo che annovera anche il segretario Cafeo, assieme alla possibilità delle prossime elezioni regionali che vedrebbero ridimensionata la rappresentanza del Pd nonché la diversa visione strategica della gestione della cosa pubblica provinciale, si è passati dall’incubazione alla lotta aperta.
Le cose non stanno meglio in casa della PDL dove fanno finta di convivere più anime, Bellucci, Vincullo, Sorbello, ma che sostanzialmente si stanno affilando le armi per la battaglia finale dove la posta in palio sarà l’elezione del deputato regionale in un clima di forte ridimensionamento elettorale che avrà ancora più ripercussioni all’amministrazione comunale di Siracusa ed alla provincia regionale.
In entrambi questi due enti la maggioranza che sostiene le Giunte è raccogliticcia ed appesa ad un filo.
Al comune i continui mal di pancia del gruppo di Rinascita PDL di Sorbello ,che potrebbero portare a clamorosi sviluppi, aggiunti ai distinguo sempre più conflittuali, di Titti Bufardeci di Grande Sud e di Pippo Gianni dei responsabili, non fanno vivere sonni tranquilli, ma serie ipotesi di “ tutti a casa “.
Lo stesso vale per la provincia regionale dove i fragilissimi equilibri che tengono in piedi la Giunta di Nicola Bono, affidati ai capricci di molti consiglieri da legione straniera, non danno garanzia di una politica del territorio all’altezza dei tempi che viviamo, ma di una gestione da fine impero.
In questo quadro già di per sé complessivamente difficile e drammatico per la situazione economica ed occupazionale che stiamo vivendo , si aggiungono le scorribande di avventurieri del sottobosco politico che portano ad una semplice deduzione.
Questa classe politica, nel suo complesso, ha fatto il suo tempo e va sostituita per iniziare un difficile percorso di recupero della credibilità istituzionale e della fattibilità indirizzata all’esclusivo bene comune.
( Articolo per il giornale Timeout )
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