sabato 3 dicembre 2011

L’UDC SIRACUSANO A CONGRESSO RIELABORA LA PROPRIA PRESENZA



Finalmente è arrivato il momento dello svolgimento del primo congresso Provinciale dell’UDC di Siracusa dopo la nuova riorganizzazione senza la presenza del capo carismatico, L’on. Pippo Gianni, che ha caratterizzato gli ultimi anni del partito di Casini.

Lo registriamo come fatto di cronaca senza entrare nel merito delle motivazioni dell’abbandono o dell’eventuale rientro.

Il congresso di un partito è sempre un momento importante per la vita politica di una provincia perché è in esso che la classe dirigente del partito medesimo rielabora il proprio posizionamento politico, le proprie strategie, le alleanze e le proposte rispetto alla crescita del territorio.

Ho sempre considerato il partito di Casini come quello che, nella cosiddetta seconda Repubblica, ha avuto in sé una base culturale di riferimento ed una forte capacità di rappresentanza del territorio perché in esso fortemente radicato.

Due elementi fondamentali che lo hanno reso attrattiva elettorale indipendentemente dagli uomini che ne hanno gestito la rappresentanza.

La prova di ciò sta nel fatto che il partito, soprattutto nelle elezioni comunali, ha preso sempre più voti rispetto alla somma delle preferenze dei candidati.

Lo è dimostrazione anche il fatto che, come avvenuto in Sicilia con l’uscita del gruppo dei deputati che hanno dato vita al PID, non solo ha aumentato la propria rappresentanza in sede di Assemblea regionale siciliana, ma anche in voti e nei sondaggi degli ultimi giorni.

Un partito di questa caratura necessita di una classe dirigente credibile e capace di elaborare strategie di crescita del nostro territorio ed essere interlocutore politico degli enti locali e delle altre forze politiche e sociali.

In questo contesto non vi è dubbio che bisogna fare ogni sforzo per costruire l’alleanza politica del Terzo Polo senza posizioni di supremazia, ma anche senza accettazione di ruoli di indirizzo e di rappresentanza da parte di soggetti politici alleati che mirano sempre ad assumere atteggiamenti da primi della classe senza che ancora si sia formata la classe stessa.

Poiché è importante che si avvii un discorso politico serio per coinvolgere in un progetto condiviso tutti i soggetti politici riconducibili alla logica del Terzo Polo, penso che l’UDC potrà essere disponibile solo a svolgere un ruolo paritario, ma non subalterno a nessuna forza politica né a qualsiasi personaggio che volesse arrogarsi diritti non riconosciuti.

Stabilite le basi della convivenza interna e della proposta politica del Terzo Polo si potrà affrontare il problema delle alleanze sul piano locale che, in vista della prossima tornata elettorale comunale, non potrà non essere che indirizzata verso la proposta programmatica che maggiormente si ritiene utile per la soluzione dei gravosi problemi che stanno investendo le nostre comunità.

Quindi adesso nessuna fuga in avanti e nessuna esclusione aprioristica perché, mentre viene rivendicato il ruolo centrale del nuovo soggetto politico, va approfondita e verificata anche la proposta politica che verrà dagli altri schieramenti, molti andranno presto a celebrare i rispettivi congressi, per capire la volontà di spendersi seriamente nell’interesse del territorio senza steccati ideologici o di schieramento.

Sul piano interno e auspicabile che l’UDC possa riproporsi attraverso un nuovo gruppo dirigente che sappia essere all’altezza del compito politico che dovrà svolgere, ma soprattutto possa dare certezza in merito alla sua capacità, alla sua onestà, al suo rinnovamento ed alla sua dedizione verso il territorio che dovrà degnamente rappresentare.

La discriminante dell’appartenenza deve passare attraverso queste caratteristiche con l’aggiunta della continua vigilanza affinché l’appetibilità politica del partito di Casini non porti scomodi personaggi della politica o del sottobosco provinciale che inquinerebbero la volontà di appartenenza e di scelta elettorale da parte di numerosi cittadini che aspirano al nuovo ed alla serietà dei propri rappresentanti.

Il nuovo gruppo dirigente dell’ UDC non avrà un compito facile né troverà la strada spianata nella realizzazione del proprio programma politico, ma secondo me esistono le condizioni e la volontà per arrivare ad un cambiamento culturale ed interpretativo della presenza e dell’azione politica nella nostra provincia.

( Questo mio articolo è pubblicato sul settimanale " TIMOUT " ).

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