Una crisi economica di grandi e
gravi dimensioni come quella che sta ancora vivendo gran parte del mondo
industrializzato non può risolversi in modo rapido ed indolore.
Ha bisogno di tempo, di
decisioni, di strategia, ma soprattutto necessita di uomini ed istituzioni che
remino tutti dalla stessa parte.
Se la casa brucia è necessario
spegnere tutti insieme il fuoco per salvare quanto più possibile in attesa poi
di dividerci su cose concrete e non sulle macerie del fuoco.
L’impressione che la classe
dirigente di questo Paese, non solo quella politica, invece dà, è quella di una
infinita conflittualità basata sulla proposta di ricette taumaturgiche e
personali senza un confronto con ciò che propongono gli altri.
Ciascuno di coloro che hanno un
pulpito da cui parlare è convinto di essere il solo depositario della verità e
l’unico capace di risolvere i problemi da solo.
Tutto questo ha ingenerato una
mentalità che tende a privilegiare l’individuazione di un leader, magari il più
facinoroso o ammaliatore, da mettere a feticcio della soluzione dei problemi
individuali o di gruppo.
Ciò senza considerare che la
complessità dei problemi stessi, ma soprattutto la situazione di fragilità
politica in cui ci dibattiamo da alcuni decenni, dovrebbero spingere verso la
ricerca di soluzioni condivise con l’impegno di più soggetti.
Il leaderismo non risolve i problemi così come la non partecipazione dei
cittadini alle scelte collettive tarpa le ali alla democrazia.
Ecco perché riteniamo che bisogna
fare ogni sforzo affinché si crei un periodo di stabilità politica e di Governo
che possa essere una concreta piattaforma su cui costruire il futuro prossimo
della nostra Nazione con il più ampio contributo possibile da parte di tutti.
Ecco perché crediamo che le pur
legittime ambizioni personali devono essere messe da parte nel momento in cui
confliggono con quelle reali dell’intera
collettività.
Auspichiamo quindi che l’incontro
recente fra Letta e Renzi possa dare i suoi frutti nella logica della stabilità
politica dell’attuale Governo e nella individuazione seria e non
propagandistica della ricerca delle soluzioni almeno ai più gravi problemi che
assillano i cittadini italiani.
Sarebbe difficile comprendere la
continuazione, o peggio, la radicalizzazione di una inspiegabile conflittualità fra il Governo a
guida Letta, di estrazione del PD, ed il segretario dello stesso partito che ha
il dovere di sostenerlo e condurlo alla attuazione delle strategie più utili
per tutti i cittadini.
Allora ben venga un serio
confronto fra tutti i soggetti
interessati che elaborino, come si sta tentando di fare, un programma fattibile
e condiviso che, in un tempo stabilito e limitato, veda remare tutti dalla stessa parte che deve necessariamente andare verso il bene
comune.
Pippo Bufardeci
13.01.2014
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