CHIUDERE IL
BAR DELLA POLITICA PER APRIRE LE SCUOLE DELLA CULTURA
Ieri sera, presso l’aula
del Consiglio comunale di Siracusa, si è svolto un incontro teso a
sensibilizzare i cittadini sulla necessità che la nuova legge elettorale possa
includere le preferenze quali espressione della democrazia partecipata.
L’incontro, organizzato dai consiglieri comunali Pappalardo e
Firenze, concludeva la fase del digiuno che gli stessi hanno attuato per giorni
in favore del ripristino delle preferenze.
Ad introdurre i lavori sono stato io stesso con un breve excursus
sui sistemi elettorali e Dario Genovese sulla partecipazione diretta dei
cittadini.
Un tema di così vasta portata non poteva esaurirsi nell’arco
di tempo di 10/15 minuti dell’intervento, ma necessitava di una maggiore
possibilità di esposizione e di un auditorio più introdotto al tema stesso.
L’impressione che ho avuto è che ormai la gente non segue
nessun tema se non quello che ha nella propria testa e gli incontri sono solo
un pretesto per poter dire quello che si vuole.
Pur partendo tutti da una breve introduzione su quello che
doveva essere il tema si finiva sempre per trattare altri argomenti
estemporanei e contradditori perché, a mio avviso, era forte la voglia di dire
qualcosa.
I partecipanti, anche se scusati dal posto non facilmente
raggiungibile e dal tempo non molto accattivante erano di gran lunga inferiori
all’importanza del tema stesso.
Mancavano soprattutto i rappresentanti politici e delle
istituzioni che avrebbero potuto raccogliere gli spunti del dibattito per
inserirli nel contesto della loro azione politica.
Ecco così che ognuno ha parlato del problema che gli stata
più a cuore magari dicendo tutto ed il contrario di tutto e citando aspetti dei
sistemi elettorali, soprattutto stranieri, da fare accapponare la pelle.
Così come il consigliere, il giornalista, un tecnico del
governo regionale, un assessore, un vecchio politico, un rappresentante di
movimenti ed altri, hanno parlato di ciò che gli interessava e basta.
Un bel bar della politica.
Ho anche notato che, da un po’ di tempo a questa parte, si
fanno citazioni di politici della vecchia repubblica, va molto di moda Aldo Moro, senza che si conosce effettivamente
il pensiero politico del personaggio.
Ma al tempo degli spot pubblicitari e della mancanza di un
progetto politico strategico di aggregazione e di divisione, tutto fa brodo.
Che cosa ne deduce:
Che la gente non è abituata a discutere in quanto non ha
momenti di aggregazione politica nelle opportune sedi partitiche.
Che ogni occasione è utile per liberarsi di ciò che cova
dentro di se in modo confusionario ripetendo gli slogan televisivi dei partiti
o dei giornali e non mette niente di se.
Che bisogna ripartire da una nuova cultura politica perché non
è possibile che la Democrazia abbia solo le vesti dell’efficienza e della
stabilità.
Non possiamo dar vita ad un corpo senz’anima che possa fare a
meno della strategia politica basata su un progetto culturale e da una visione
della società alla cui realizzazione bisogna lavorare perché se è vero che non
esistono più le ideologie del secolo scorso, è anche vero che una cultura
politica non può non essere alla base dell’agire politico.
Di positivo vi è il
serio tentativo di due consiglieri di aggregare consensi su un tema importante
della partecipazione democratica che sono le preferenze, non tanto come fatto
tecnico – elettorale, ma come strumento per operare la scelta dei cittadini in modo democratico e partecipato.
Pippo Bufardeci
Siracusa 31.01.201
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