Speriamo che l’incontro fra il
Presidente del Consiglio Letta ed il segretario del PD Renzi si sia concluso
almeno con una traccia concreta di ciò che si deve fare e con un minimo di
rispetto reciproco capace di chiarire la parte che ognuno di loro deve svolgere
nell’interesse del Paese.
Le settimane appena trascorse non
sono state un esempio da imitare.
Tutte le esternazioni in libertà che hanno caratterizzato l’azione
politica del segretario del PD che, non dimentichiamolo, esprime il presidente
del Consiglio ed è azionista di maggioranza ( paragone politicamente brutto, ma
giornalisticamente incisivo) del
Governo attualmente in carica.
In questo caso si deve stabilire
una fruttuosa simmetria fra il partito ed i suoi rappresentanti in sede
governativa per rendere più operativa possibile l’azione di un Governo che si
muove, per fatti obiettivi, con grande difficoltà.
Non ci possono essere schermaglie
dovute alle ambizioni o aspirazioni di qualche persona, ma la responsabilità
impone solamente l’obiettivo di un
lavoro serio nell’esclusivo interesse del Paese e dei cittadini che soffrono
una congiuntura economica e sociale di enorme gravità.
Dobbiamo tutti insieme
riacquistare il senso del bene comune rispetto alle visioni strategiche
personali e rimettere al centro dell’azione politica e di Governo una visione
plurale della ricerca delle soluzioni e non quella personalistica
indipendentemente da chi la interpreta.
La gravità del momento non
necessità di ” Deus ex machina” che
risolve da solo tutti i problemi, ma di convergenze di idee e d’azione che
abbiano solo l’obiettivo di una sintesi, la più utile possibile, per ridare dignità, lavoro, speranza e
prospettiva ai cittadini italiani che sono con l’acqua alla gola.
Oggi è il tempo di programmare e
realizzare quel poco che, nella situazione attuale, è possibile fare come veri
politici e statisti di spessore e non galli altezzosi di un pollaio in declino.
I giuochi personali, di partito,
di gruppo o gli interessi delle diverse lobby politico affaristiche devono
essere debellate per la vittoria del bene comune.
Solo così può diventare credibile
una classe politica e dirigente che non può puntare tutto sul feticcio della
novità o della gioventù, ma ha il dovere di cimentarsi sulle proposte di
prospettiva che si basino sulla concretezza, sull’obiettività, sulla loro
realizzazione e sulla fiducia dei cittadini.
Ogni azione diversa da questo
senso di responsabilità rischia di essere nefasta non solo per gli attori politici, ma purtroppo, anche per
l’intero Paese.
Pippo Bufardeci
10.01.2014
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