venerdì 10 gennaio 2014

LETTA E RENZI, INCONTRO DA STATISTI O GALLI DA POLLAIO?




Speriamo che l’incontro fra il Presidente del Consiglio Letta ed il segretario del PD Renzi si sia concluso almeno con una traccia concreta di ciò che si deve fare e con un minimo di rispetto reciproco capace di chiarire la parte che ognuno di loro deve svolgere nell’interesse del Paese.
Le settimane appena trascorse non sono state un esempio da imitare.
Tutte le esternazioni in libertà che hanno caratterizzato l’azione politica del segretario del PD che, non dimentichiamolo, esprime il presidente del Consiglio ed è azionista di maggioranza ( paragone politicamente brutto, ma
giornalisticamente incisivo) del Governo attualmente in carica.
In questo caso si deve stabilire una fruttuosa simmetria fra il partito ed i suoi rappresentanti in sede governativa per rendere più operativa possibile l’azione di un Governo che si muove, per fatti obiettivi, con grande difficoltà.
Non ci possono essere schermaglie dovute alle ambizioni o aspirazioni di qualche persona, ma la responsabilità impone  solamente l’obiettivo di un lavoro serio nell’esclusivo interesse del Paese e dei cittadini che soffrono una congiuntura economica e sociale di enorme gravità.
Dobbiamo tutti insieme riacquistare il senso del bene comune rispetto alle visioni strategiche personali e rimettere al centro dell’azione politica e di Governo una visione plurale della ricerca delle soluzioni e non quella personalistica indipendentemente da chi la interpreta.
La gravità del momento non necessità di ” Deus ex machina”  che risolve da solo tutti i problemi, ma di convergenze di idee e d’azione che abbiano solo l’obiettivo di una sintesi, la più utile possibile, per  ridare dignità, lavoro, speranza e prospettiva ai cittadini italiani che sono con l’acqua alla  gola.
Oggi è il tempo di programmare e realizzare quel poco che, nella situazione attuale, è possibile fare come veri politici e statisti di spessore e non galli altezzosi di un pollaio in declino.
I giuochi personali, di partito, di gruppo o gli interessi delle diverse lobby politico affaristiche devono essere debellate per la vittoria del bene comune.
Solo così può diventare credibile una classe politica e dirigente che non può puntare tutto sul feticcio della novità o della gioventù, ma ha il dovere di cimentarsi sulle proposte di prospettiva che si basino sulla concretezza, sull’obiettività, sulla loro realizzazione e sulla fiducia dei cittadini.
Ogni azione diversa da questo senso di responsabilità rischia di essere nefasta non solo per  gli attori politici, ma purtroppo, anche per l’intero Paese.

Pippo Bufardeci
10.01.2014

Nessun commento:

Posta un commento