Il 6 Gennaio del 1980 veniva ucciso a Palermo il presidente della Regione on. Pier Santi Mattarella.
Con questa barbara uccisione.,del giovane leader della Democrazia Cristiana, si volle colpire l'emblema di una nuova Sicilia e di un nuovo modo di fare politica più attento alle esigenze della gente, alla moralità politica, al riscatto della Sicilia dalla cappa malavitosa della mafia.
Allievo di Aldo Moro, di cui ne incarnava la filosofia politica nel difficile contesto siciliano, era riuscito a coagulare uomini e speranze della nuova generazione democristiana siciliana.
Di Lui ho anche un ricordo personale indelebile di uomo politico serio, onesto, pronto all'ascolto ed alla disponobilità.
Avevo avuto il piacere di intervistarlo, assieme all'on. Mannino che era assessore al bilancio nella sua Giunta regionale, a radio International di Siracusa, nell'intervallo di un congresso provinciale della Democrazia Cristiana siracusana.
Ci eravamo poi più volte incontrati alla Regione siciliana ed in incontri politici degli organismi di partito.
Poco tempo prima della sua morte lo incontrai nuovamente a Pachino, ove da poco ero stato nominato commissario della locale sezione del partito ed ebbi modo di parlare con Lui sulla situazione politica passeggiando nella piazza del paese e dandoci l'appuntamento per un incontro a Palermo che purtroppo non avvenne mai.
A Pier Santi Mattarella la Sicilia gli deve essere politicamente riconoscente perchè dimostrò che la speranza , suffragata da azioni concrete di Governo e di comportamenti personali conseguenti, è una fiaccola che si può sempre accendere per perseguire interessi rivolti esclusivamente al bene comune.
Con questa barbara uccisione.,del giovane leader della Democrazia Cristiana, si volle colpire l'emblema di una nuova Sicilia e di un nuovo modo di fare politica più attento alle esigenze della gente, alla moralità politica, al riscatto della Sicilia dalla cappa malavitosa della mafia.
Allievo di Aldo Moro, di cui ne incarnava la filosofia politica nel difficile contesto siciliano, era riuscito a coagulare uomini e speranze della nuova generazione democristiana siciliana.
Di Lui ho anche un ricordo personale indelebile di uomo politico serio, onesto, pronto all'ascolto ed alla disponobilità.
Avevo avuto il piacere di intervistarlo, assieme all'on. Mannino che era assessore al bilancio nella sua Giunta regionale, a radio International di Siracusa, nell'intervallo di un congresso provinciale della Democrazia Cristiana siracusana.
Ci eravamo poi più volte incontrati alla Regione siciliana ed in incontri politici degli organismi di partito.
Poco tempo prima della sua morte lo incontrai nuovamente a Pachino, ove da poco ero stato nominato commissario della locale sezione del partito ed ebbi modo di parlare con Lui sulla situazione politica passeggiando nella piazza del paese e dandoci l'appuntamento per un incontro a Palermo che purtroppo non avvenne mai.
A Pier Santi Mattarella la Sicilia gli deve essere politicamente riconoscente perchè dimostrò che la speranza , suffragata da azioni concrete di Governo e di comportamenti personali conseguenti, è una fiaccola che si può sempre accendere per perseguire interessi rivolti esclusivamente al bene comune.
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