Continuano i colpi di scimitarra politica all'interno della maggioranza che a Pachino sostiene il sindaco Paolo Bonaiuto dopo quanto successo in consiglio comunale che ha visto consiglieri dell'ex DCa votare contro la variante al piano regolatore.
In particolare è sotto accusa Patrizia Tossani che ha votato contro il provvedimento dopo che la commissione urbanistica, di cui è presidente, aveva espresso in modo unanime parere negativo.
Quindi la Tossani, in mancanza di risposte giuridicamente valide ai rilievi della commissione, è stata coerente ed ha riconfermato in aula il suo voto contrario.
Questa posizione, che alla luce di quanto riportato dalla stampa sulla sostanza della variante al piano regolatore non può non essere condivisa, ha scatenato la caccia all'untore da parte del sindaco e dei consiglieri che lo appoggiano arrivando a chiedere, con un documento, la fuoruscita dalla maggioranza, del partito di cui la Tossani fa parte.
A questo sommario resoconto dei fatti di cronaca è opportuno fare delle riflessioni di natura amministrativa e di natura politica.
Sul piano amministrativo va evidenziato il diritto di ogni consigliere comunale a votare i provvedimenti d'aula secondo la propria responsabilità personale e non in base alla fedeltà al partito od al sindaco.
Quindi la Tossani ha esercitato un suo diritto costituzionale soprattutto alla luce dei rilievi mossi al provvedimento che non erano solo di natura politica, ma anche giuridica e di rispondenza ai legittimi interessi dell'ente comune.
Ogni consigliere comunale ha il diritto ed il dovere di tutelare il comune di appartenenza ed anche la propria persona da eventuali danni o da conseguenze di natura giuridica e dalle responsabilità personali qaundo un provvedimento rasenta la leggittimità o la supera sfociando nella discrezionalità o nella tutela di interessi che non sono quelli della collettività.
Le riflessioni di natura politica riguardano la legittimità di alcuni paladini della legalità e della fedeltà ai deliberati della maggioranza che, in campagna elettorale, sono stati contro il candidato Paolo Bonaiuto e dopo alcuni giorni dalla vittoria sono passati, armi e bagagli, dalla sua parte facendo le sacerdotesse del nuovo credo politico ed amministrativo e cercando anche assessorati ed incarichi vari.
Il sindaco, che non ha impedito la redazione del documento di una parte della maggioranza contro un'altra, ha dato l'impressione di prendere al volo l'opportunità di liberarsi di un gruppo che non è stato mai al suo servizio, ma ha lavorato per l'interesse esclusivo della città di Pachino riscuotendo consensi nell'opinione pubblica che non hanno certo rallegrato il primo cittadino anche a fronte di una sua forte caduta di immagine nei confronti dei cittadini che lo hanno eletto.
Altra considerazione di natura politica più generale sta nella constatazione che il primo cittadino di Pachino, facendo parte integrante del PDL, ha sposato a Siracusa la tesi sotenuta dal partito di estromettere dalle giunte i rappresentanti dei partiti che hanno abbandonato il PDL regionale e votato per il governo Lombardo.
Ma come giustifica il fatto che, a Pachino, si circonda di elementi che non gli hanno portato un voto, gli hanno votato contro in campagna elettorale, solo dopo la vittoria sono stati folgorati sulla via della gestione del potere ed adesso li asseconda nella lotta a gruppi che lo hanno sostenuto fin dal primo momento e grazie a loro adesso svolge le funzioni di sindaco.
Forse anche questo appartiene alle stranezza della repubblica politica di Pachino.
In particolare è sotto accusa Patrizia Tossani che ha votato contro il provvedimento dopo che la commissione urbanistica, di cui è presidente, aveva espresso in modo unanime parere negativo.
Quindi la Tossani, in mancanza di risposte giuridicamente valide ai rilievi della commissione, è stata coerente ed ha riconfermato in aula il suo voto contrario.
Questa posizione, che alla luce di quanto riportato dalla stampa sulla sostanza della variante al piano regolatore non può non essere condivisa, ha scatenato la caccia all'untore da parte del sindaco e dei consiglieri che lo appoggiano arrivando a chiedere, con un documento, la fuoruscita dalla maggioranza, del partito di cui la Tossani fa parte.
A questo sommario resoconto dei fatti di cronaca è opportuno fare delle riflessioni di natura amministrativa e di natura politica.
Sul piano amministrativo va evidenziato il diritto di ogni consigliere comunale a votare i provvedimenti d'aula secondo la propria responsabilità personale e non in base alla fedeltà al partito od al sindaco.
Quindi la Tossani ha esercitato un suo diritto costituzionale soprattutto alla luce dei rilievi mossi al provvedimento che non erano solo di natura politica, ma anche giuridica e di rispondenza ai legittimi interessi dell'ente comune.
Ogni consigliere comunale ha il diritto ed il dovere di tutelare il comune di appartenenza ed anche la propria persona da eventuali danni o da conseguenze di natura giuridica e dalle responsabilità personali qaundo un provvedimento rasenta la leggittimità o la supera sfociando nella discrezionalità o nella tutela di interessi che non sono quelli della collettività.
Le riflessioni di natura politica riguardano la legittimità di alcuni paladini della legalità e della fedeltà ai deliberati della maggioranza che, in campagna elettorale, sono stati contro il candidato Paolo Bonaiuto e dopo alcuni giorni dalla vittoria sono passati, armi e bagagli, dalla sua parte facendo le sacerdotesse del nuovo credo politico ed amministrativo e cercando anche assessorati ed incarichi vari.
Il sindaco, che non ha impedito la redazione del documento di una parte della maggioranza contro un'altra, ha dato l'impressione di prendere al volo l'opportunità di liberarsi di un gruppo che non è stato mai al suo servizio, ma ha lavorato per l'interesse esclusivo della città di Pachino riscuotendo consensi nell'opinione pubblica che non hanno certo rallegrato il primo cittadino anche a fronte di una sua forte caduta di immagine nei confronti dei cittadini che lo hanno eletto.
Altra considerazione di natura politica più generale sta nella constatazione che il primo cittadino di Pachino, facendo parte integrante del PDL, ha sposato a Siracusa la tesi sotenuta dal partito di estromettere dalle giunte i rappresentanti dei partiti che hanno abbandonato il PDL regionale e votato per il governo Lombardo.
Ma come giustifica il fatto che, a Pachino, si circonda di elementi che non gli hanno portato un voto, gli hanno votato contro in campagna elettorale, solo dopo la vittoria sono stati folgorati sulla via della gestione del potere ed adesso li asseconda nella lotta a gruppi che lo hanno sostenuto fin dal primo momento e grazie a loro adesso svolge le funzioni di sindaco.
Forse anche questo appartiene alle stranezza della repubblica politica di Pachino.
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