C’è un gioco di posizionamento nella politica nazionale
che vede i partiti politici come i ciclisti che si preparano a disputare la
volata cercando le posizioni giuste per evidenziare la loro presenza.
In questa fase non potrebbe essere altrimenti visto che i
sommovimenti recenti fra le forze politiche hanno rimescolato il quadro
politico complessivo con conseguente riaggregazione di milioni di elettori.
Questo flusso migratorio di elettori, non ancora
quantificabile sul piano numerico, non interessa soltanto i partiti all’interno
degli schieramenti consolidati, ma anche nel rapporto destra – sinistra ed in
ciò che questi schieramenti possono sacrificare sull’altare della contestazione
umorale.
I fatti politici più rilevanti di quest’anno che passa si
possono riassumere nella scissione del popolo della libertà, nel rimescolamento
del centro e nell’ascesa di Renzi nel PD.
Nel centro destra, per la prima volta dopo venti anni,
Berlusconi non è più il padrone assoluto delle sorti di questa fascia di
elettorato, ma dovrà fare i conti con il nuovo centro destra di Alfano, ma
anche con la ricostituzione della destra di tradizione missina.
Qualunque sia la presenza numerica di queste forze
politiche esse saranno determinanti per la vittoria o meno di questo schieramento.
Il centro, con Forza civica, i popolari di Mauro e l’UDC
di Casini, dovrà dirci cosa vorrà fare da grande e la sua scelta potrà essere
determinante per la vittoria o meno di uno degli schieramenti competitivi nel
sistema maggioritario.
Il centro sinistra di Renzi, per la prima volta, nella
storia del PD, vede il proprio segretario insofferente verso un Governo che è
espressione del suo stesso partito.
Ma lo vede molto sul piano dell’ascesa personale di Renzi
piuttosto che su quello della proposta che, allo stato attuale se si spoglia
del manto parolaio, appare poco incisiva.
Con questo scenario lo stallo politico appare la
soluzione più a portata di mano, ma allo stesso tempo, è la soluzione peggiore perché
si rischia lo tsunami politico.
Ecco perché la proposta di Alfano di un programma alla
tedesca sulle cose da fare appare la più conducente per lasciare una traccia
seria di questo Governo risolvendo quello che obiettivamente è possibile risolvere.
I riflettori quindi si spostano sulle future proposte ai
problemi e sarà un lavoro serio se tutti usciranno dalla illusione di essere
protagonisti nell’elencazione delle sole cose da fare senza assumersi la
responsabilità, anche impopolare, del fare.
In questi giorni, che speriamo passino presto, sono tutti
nella fase dello studio reciproco affilando le armi per il prossimo confronto.
Dovranno però capire che un fallimento avrà conseguenze
catastrofiche sulla politica e sulle istituzioni italiane, mentre una riuscita,
anche parziale di questo progetto di accordo programmatico, potrà avere effetti
positivi anche sconvolgenti nel sistema politico e delle alleanze.
Questo tema lo tratteremo in un prossimo intervento.
Pippo Bufardeci
28.12. 2013